Categories: Attualità

GLI STATI UNITI STANNO APPARECCHIANDOSI DA SOLI UN ALTRO 11 SETTEMBRE. STANNO COMBATTENDO IN AFGANISTAN LE STESSE PERSONE CON CUI SONO ALLEATE IN SIRIA.

fonte: http://corrieredellacollera.com/2012/07/31/gli-stati-uniti-stanno-apparecchiandosi-da-soli-un-altro-11-settembre-stanno-combattendo-in-afganistan-le-stesse-persone-con-cui-sono-alleate-in-siria-di-antonio-de-martini/  autore: Antnio de Martini

Se  guardiamo ai fatti, notiamo che  il governo OBAMA  ha stravolto le posizioni tradizionali dell’America e  che ne aveva fatto il leader del mondo libero.

Non dovrebbe lamentarsi se alcuni alleati di sempre  come  Spagna, Germania, Francia, Vaticano  e , nel mio piccolo anch’io,  stiamo passando da un atteggiamento passivo ad uno sempre più scettico, quando non di aperta critica.

Ai tempi della guerra fredda ,  la definizione di democrazia era ben chiara a tutti.  Da un annetto,  il concetto sta assumento sempre più  un significato di tipo tribale : “la democrazia è quel che dico io, quando lo dico io e dove lo dico io”.

Una delle ragioni che mi spinsero sulle sponde dell’anticomunismo da ragazzo, erano le indimenticate barzellette di Giovannino Guareschi  dal titolo

” Contrordine Compagni” che mostrava i repentini e non spiegati  cambiamenti di parole d’ordine politiche  come elementi costitutivi di un rapporto servile.

A dimostrazione  che in America non tutti la pensano come il governo, ecco un brano tratto da uno dei mille blog che commentano la situazione e che attribuisce il comportamento schizzofrenico degli USA,  anche alla influenza di tre signore notoriamente malmaritate, tra cui Hilary Clinton.

“Posted by Daniel McAdams on July 29, 2012 09:35 PM

Anyone really paying attention to US policy in the Middle East these past several months must be wondering whether Washington has gone insane. US foreign policy under the triple threat of Susan Rice, Samantha Power, and Hillary Clinton has gone to openly supportingwhat the German intelligence services (echoed in several prominent and panicked mainstream German media sources) have found to be predominantly al-Qaeda-backed terrorist attacks inside Syria. Americans can be forgiven for scratching their heads at the reality that the United States government is actively supporting in Syria what it has spent the last eleven years fighting just a few thousand miles away in Afghanistan.

All’interno del testo,  un link che illustra la posizione anche della stampa tedesca ( dalla BILD alla FAZ) e le risposte date al Parlamento tedesco – basate su indagini dei servizi segreti –  circa la presenza di numerosi elementi di Al Kaida in Siria ed il loro attivismo dinamitardo,  sanguinario e anticristiano.

L’aver inoltre il governo tedesco in Parlamento  segretato i motivi della rottura delle relazioni con la Siria con la motivazione che “non era nell’interesse nazionale”  divulgarli,  significa per chi lo voglia capire che – pur rifiutandosi di mentire – il governo tedesco rifiuta di ammettere  che l’ha fatto per “disciplina atlantica ” e senza convinzione.

Se a questo si aggiunge che nel prosieguo dell’articolo il sito rivela che l’autorizzazione del ministero del tesoro USA – come eccezione all’embargo  sulla Siria –  all’export di armi per i ribelli ,  è stata ottenuta da un lobbista americano – Brian Sayers –  che nel curriculum ammette di aver  precedentemente lavorato al servizio della NATO  a Bruxelles, la posizione  mia e di tanti altri si spiega forse meglio.

Esistono una serie di “FALCHI  DEGLI INTERVENTI UMANITARI” che stanno mal interpretando gli elementi basilari della democrazia e stanno patrocinando  le loro convinzioni personali a suon di bombe, inconsapevoli di preparare al loro paese un altro 11 settembre.

I segnali che altri paesi – oltre alla Germania  che già non condivise l’attacco alla Libia –  non sono d’accordo e si distaccano dalle  scelte del  governo Obama, sono sempre più numerosi.

Oggi 31 luglio, all’alba,  , con cinque mesi di anticipo sulla data pianificata del 31 dicembre 2012 , gli ultimi 350 soldati francesi della base di Surobi  hanno ceduto i loro impianti all’esercito Afgano e rientrano a Kabul dove una aliquota tornerà in Patria e un’altra  resterà in riserva per appoggiare gli afgani su richiesta per un certo tempo.

Rimane in mani francesi la sola base di Kapissa che sarà evacuata senza preavviso, ma col massimo anticipo possibile.

Il Vaticano raccoglie quotidianamente notizie riguardanti distruzione di chiese, come Mar Elian ( sant’Elia) e Nostra Signora della Pace.

I cinquantamila cristiani di Homs sono ormai profughi.  Le dichiarazioni di prelati assiri, greco ortodossi e persino del Vescovo di Aleppo ( francese) sono univoche : la maggior parte degli assalti subiti da cristiani provengono da appartenenti all’”esercito siriano libero”  e in particolare dagli oltre 1400 Jihadisti provenienti da ogni zona dell’Islam e armati ed equipaggiati da inglesi e americani sul territorio Turco.

Intanto, numerosi cittadini , anche italiani, iniziano a mobilitarsi per alleviare le sofferenze della popolazione costretta a fuggire le proprie case.

Si è creato un comitato promotore del dar vita ad una organizzazione che raccolga e fornisca aiuti alimentari ai profughi meno abbienti e   – non appena la situazione lo permetterà –  assista i contadini nella ripresa delle coltivazioni, nel recupero delle attività fitosanitarie, nella messa a disposizione delle sementi, per scongiurare la compagna di ogni guerra:la carestia.

Segnalate la vostra disponibilità anche alla mia mail personale se lo ritenete.  La passerò ai promotori.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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