Gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi aerei in Medio Oriente come risposta a un recente attacco di droni contro una loro base militare situata nel nord-est della Giordania, come confermato dal Pentagono.
I bombardieri strategici B-1B Lancer, insieme a circa 10 aerei d’attacco e caccia dell’aeronautica statunitense, hanno preso di mira obiettivi dell’IRGC (Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica) e di gruppi sostenuti dall’Iran in Siria e Iraq. Il Comando Centrale americano ha confermato il bombardamento di oltre 85 obiettivi. Durante gli attacchi aerei sono state utilizzate più di 125 munizioni a guida di precisione.
Il Wall Street Journal riferisce che anche forze aeree giordane hanno contribuito agli attacchi.
Parallelamente, fonti governative americane, riportate dai media, hanno dichiarato che gli attacchi non saranno condotti sul territorio iraniano, ma rappresentano solo l’inizio di un’operazione contro le forze filo-iraniane nella regione, che proseguirà nei prossimi giorni.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha confermato che l’operazione è sotto la sua direzione e continuerà secondo i tempi e i luoghi scelti dagli Stati Uniti. “Gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o altrove nel mondo, ma combatteranno contro chiunque tenti di nuocere a noi”, ha affermato Biden.
Il canale televisivo Al Hadath ha trasmesso filmati degli attacchi militari statunitensi contro gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria (https://t.me/milinfolive/115555 e https://t.me/milinfolive/115556).
Il Comando Centrale delle Forze Armate degli Stati Uniti d’America ha spiegato: “Le forze del Comando Centrale hanno effettuato attacchi aerei in Iraq e Siria, diretti contro le forze speciali Al-Quds dell’IRGC e gruppi associati”.
Secondo le informazioni, l’esercito americano ha colpito più di 85 obiettivi in due paesi, utilizzando oltre 125 munizioni a guida di precisione e bombardieri a lungo raggio. Gli attacchi hanno colpito posti di comando e controllo, centri di intelligence e depositi di droni.
In precedenza, il New York Times aveva riportato che il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, aveva ordinato di evitare uno scontro militare diretto con gli Stati Uniti.
I bombardamenti in Siria e Iraq sono stati una risposta al recente attacco contro una base americana in Giordania, che ha causato la morte di diversi militari statunitensi. Tuttavia, è importante notare che gli Stati Uniti sono considerati una forza di occupazione sia in Iraq che in Siria, dove sfruttano anche i giacimenti petroliferi siriani a nord dell’Eufrate.
E’ importante ricordare che le forze iraniane sono state colpite per anni dalle forze aeree israeliane anche prima dell’attacco al base illegale USA di al Tanf, senza che queste avessero messe in atto attività ostili contro israele o gli USA.
E’ altrettanto importante ricordare che le forze colpite dagli attacchi americani erano in prima linea nella lotta contro l’ISIS e cooperavano con il governo siriano per sostenere il paese sotto sanzioni e nel mirino degli Stati Uniti.
Ci sono informazioni non confermate che sono state colpite anche siti dell’esercito siriano. Ci sono anche notizie di una risposta delle forze filo-iraniane contro basi USA.
Aggiornerò in merito.
Colonnello Douglas McGregor:
Bombardare non è diplomazia. Il bombardamento non è una strategia o un semplice esercizio di segnalazione di virtù. Il bombardamento è un atto di guerra. I bombardamenti non forniscono una soluzione al conflitto e non dissuadono il nemico da azioni future. Se non altro, i bombardamenti aumentano le tensioni e portano a una guerra totale. La caduta di una grande potenza nell’inferno da lei stesso creato non è mai rapida. Come insegnava C.S. Lewis, la discesa è graduale, persistente, persino misurata, finché all’improvviso una grande potenza come gli Stati Uniti scopre di aver grossolanamente sottovalutato il suo avversario. Le molestie, la corruzione, gli attentati e le sanzioni contro gli oppositori non hanno funzionato come previsto. Grazie a una serie di fallimenti strategico-militari in Afghanistan, Libia, Iraq e Ucraina, Washington si sta rapidamente dirigendo verso l’inferno nelle sue relazioni con il resto del mondo.
(c) Douglas McGregor
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AGGIORNAMENTO
Gli attacchi aerei recenti nella provincia siriana di Deir ez-Zor sono stati condotti in quattro fasi, con tre attacchi mirati ad Al_Mayadeen e uno ad Al_Bukamal. In totale, sei membri della milizia iraniana sono stati uccisi. Sky News Arabia ha riferito che sei persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite in attacchi contro otto quartier generali della milizia nell’est della Siria.
Fonti del Pentagono, citate da Politico, hanno attribuito gli attacchi aerei nella provincia di Deir ez-Zor a Israele, anziché agli Stati Uniti. Tuttavia, la responsabilità precisa di questi bombardamenti rimane incerta, con la possibilità che siano stati effettuati sia dagli Stati Uniti che da Israele.
Gli attacchi hanno colpito sia le posizioni dell’Esercito arabo siriano che quelle delle forze di supporto e alleate nelle aree rurali di Deir ez-Zor. Al Jazeera ha riportato che gli aerei da guerra hanno lanciato tre ondate di attacchi contro formazioni filo-iraniane nella regione, causando la morte di sei consulenti dell’IRGC, due giornalisti iraniani e quattro cittadini iraniani, secondo quanto riportato dal canale televisivo Al Hadath.