Gli USA contrari agli attacchi alle raffinerie russe, ma lui dice che continuerà a farlo

La fonte Russia Today riporta che Zelenskyj, ha confermato le voci secondo le quali gli Stati Uniti lo avrebbero invitato a cessare gli assalti contro le infrastrutture russe. Tuttavia, ha dichiarato che questi attacchi proseguiranno a meno che gli USA non gli forniscano armamenti più avanzati e potenti.

Durante un’intervista con David Ignatius del Washington Post, pubblicata venerdì come articolo d’opinione per sollecitare il Congresso degli Stati Uniti ad approvare il pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari, Zelenskyj ha rivelato che gli era stato chiesto dagli Stati Uniti di evitare attacchi contro le raffinerie russe.

Gli USA contrari agli attacchi ucraini alle raffinerie

Gli Stati Uniti sono preoccupati per gli attacchi ucraini alle raffinerie russe perchè essi hanno come conseguenza l’innalzamento dell’approvvigionamento globale di petrolio e l’innalzamento dei prezzi.

L’agenzia di statistiche russa, Rosstat, ha rivelato che tra il 18 e il 24 marzo, la produzione di benzina e diesel in Russia ha registrato un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Come scrive il Kommersant, gli attacchi ucraini hanno causato una riduzione del 13% sulla capacità. Questa diminuzione, unita all’apertura delle riserve e all’introduzione di nuovi limiti per l’export di raffinati, fa si che per il 2024 non ci dovrebbero essere problemi per il mercato interno russo, ma questo senza considerare nuovi possibili attacchi. Da notare inoltre che gli obbiettivi colpiti sono difficilmente riparabili in tempi brevi a causa del fatto che sono tutti importati da Paesi Occidentali e sotto sanzioni. La loro sostituzione/riparazione richiederà fino a 1 anno e mezzo.

Recentemente, Novaya Gazeta Europe ha stimato che fino a metà marzo, l’Ucraina avrebbe potuto neutralizzare circa il 16% della produzione russa di carburanti. Questo mese, sono stati presi di mira importanti impianti di produzione, inclusi quelli di rilievo come la raffineria di Rosneft a Ryazan e lo stabilimento di Lukoil a Kstovo, che sono tra le maggiori raffinerie russe e principali fornitori di benzina per Mosca. Questi attacchi hanno causato danni significativi alle loro infrastrutture, sebbene non sia chiaro quanto tempo ci vorrà per le riparazioni.

In risposta alla potenziale scarsità di carburante, la Russia ha significativamente aumentato le importazioni di benzina dalla Bielorussia, passando da nessun acquisto a gennaio a circa 3mila tonnellate nella prima metà di marzo. Quest’anno, 15 raffinerie in 10 regioni russe sono state colpite, con una capacità di raffinazione complessiva di 192 milioni di tonnellate di petrolio all’anno, secondo quanto riportato da The Insider.

Zelensky dice che gli USA, senza i quali l’Ucraina non avrebbe resistito più di una settimana, “non possono”…

Nonostante la reazione negativa degli USA, ha sottolineato che Washington non può imporgli di fermarsi, facendo notare che l’Ucraina ha utilizzato i suoi droni e nessuno può impedirglielo. Ha evidenziato che, sebbene gli USA ritengano di avere il diritto di veto sull’uso delle armi che forniscono, tale diritto non si applica ai droni ucraini.

Zelenskyj ha poi descritto come l’Ucraina abbia attaccato strutture petrolifere russe con droni all’inizio del mese, affermando che tali attacchi portano simbolicamente il conflitto più vicino a Mosca e interrompono l’approvvigionamento di carburante per i militari russi. Dopo che la Russia ha risposto attaccando infrastrutture elettriche ucraine, Zelenskyj ha cambiato approccio, descrivendo gli attacchi in Russia come deterrente, dato che l’Ucraina sta esaurendo i missili per le sue difese aeree fornite dall’Occidente. Ha sostenuto che, senza difese aeree efficaci e di fronte agli attacchi russi al suo sistema energetico, l’Ucraina ha il diritto di reagire, insistendo sul fatto che la popolazione russa debba imparare a vivere senza risorse essenziali.

Nell’intervista, Zelenskyj ha anche ribadito la sua richiesta agli Stati Uniti di inviare missili ATACMS a lungo raggio, per colpire più profondamente il territorio russo, indicando che ciò è cruciale per l’Ucraina. Ha espresso la necessità di maggiori finanziamenti dal Congresso USA, sottolineando che senza di essi, le forze ucraine sarebbero costrette a ritirarsi, perdendo così la possibilità di organizzare future offensive. Ha evidenziato la dipendenza dell’Ucraina dalle forniture militari da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, che continuano a negare il loro coinvolgimento diretto nel conflitto nonostante il sostegno fornito a Kiev.

Recentemente il ministro degli esteri europeo Borrel ha detto che la UE aiuta l’Ucraina non perchè amorevole verso gli ucraini ma perchè fa gli interessi propri e degli Stati Uniti. In base a questa affermazione la retorica di Zelensky è del tutto fuori luogo.

Ma sembra che la menzogna e la presunzione non sia solo una caratteristica di Zelensky. Il generale Syrski capo delle forze armate ucraine ha rilasciato un’intervista a una piattaforma mediatica ucraina, in cui ha detto:

“La situazione al fronte è davvero difficile. Ma sul fronte non può essere diverso. Indubbiamente, ogni giorno richiede il massimo impegno da parte dei nostri soldati e ufficiali. Ma non solo siamo sulla difensiva, ma andiamo avanti anche ogni giorno in direzioni diverse. Recentemente, il numero di posizioni recuperate supera il numero di posizioni perse. Il nemico non è riuscito ad avanzare in modo significativo in aree strategiche e le sue eventuali conquiste territoriali sono di importanza tattica. Stiamo monitorando questa situazione”. Questo è del tutto falso, basta seguire l’ultima Sitrep per rendersene conto:

E’ paradossale che personaggi come Zelensky siano serviti e riveriti, mentre capi di stato come Orban siano additati in Europa come un anti-liberale e contro lo stato di diritto.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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