Gli USA esorta Israele alla moderazione e manda armi per lo sforzo bellico

L’articolo di Der Spiegel discute i piani radicali di alcuni membri del governo israeliano per la Striscia di Gaza dopo la guerra. Mentre il primo ministro Netanyahu non ha espresso piani specifici, alcuni estremisti di destra nel suo governo preferirebbero reinsediare i palestinesi.

Netanyahu è contrario all’idea che l’Autorità Palestinese controlli Gaza dopo i bombardamenti e dubita dell’efficacia delle forze di pace internazionali. Sta considerando la creazione di una zona cuscinetto a Gaza. All’interno della coalizione di governo, voci estremiste chiedono il ritorno degli insediamenti ebraici a Gaza, evacuati nel 2005, e alcuni, come il ministro delle Finanze Smotrich, propongono la completa occupazione e insediamento di Gaza.

Questo suscita preoccupazioni tra i palestinesi di una possibile seconda Nakba. Israele, determinato a distruggere Hamas, trova sostegno dagli Stati Uniti in questo obiettivo. Tuttavia, il Segretario di Stato americano Blinken ha espresso dubbi sulla durata della guerra, e con l’anno elettorale americano in arrivo, il presidente Biden potrebbe non voler essere associato al disastro di Gaza.

Netanyahu potrebbe quindi dover giustificare un cessate il fuoco o una riduzione militare, presentandolo come un compromesso imposto dagli Stati Uniti.

Il New York Times riporta che il Dipartimento di Stato americano ha autorizzato la vendita di 13.000 munizioni per carri armati a Israele, per un valore di oltre 106 milioni di dollari, senza il consenso del Congresso. Questa decisione, presa attraverso una disposizione di emergenza dell’Arms Export Control Act, permette un trasferimento rapido delle armi, impedendo al Congresso di intervenire. È la prima volta che l’amministrazione Biden utilizza tale emergenza per inviare armi in Medio Oriente.

La vendita potrebbe causare tensioni con i leader arabi, già critici verso gli sforzi dell’amministrazione Biden di ostacolare le pressioni internazionali, incluse quelle delle Nazioni Unite, per un cessate il fuoco immediato e duraturo con Israele. Josh Paul, ex funzionario del Dipartimento di Stato, ha espresso preoccupazioni sulla sincerità degli Stati Uniti nel minimizzare le vittime civili a Gaza.

La vendita di armi ha suscitato critiche, anche da senatori democratici che richiedono condizioni più stringenti sulle vendite di armi statunitensi per evitare crimini di guerra. Israele ha inoltre richiesto un totale di 45.000 munizioni per un costo di oltre 500 milioni di dollari, ma questo ordine è ancora in attesa di approvazione dal Congresso.

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