La notizia è della CNN, poi riportata in tutto il mondo: “Il Pentagono ha annunciato lunedì che gli Stati Uniti hanno inviato missili anti-radar ‘Harm’ per prendere di mira i sistemi radar russi, segnando con questa ammissione la prima volta che il Dipartimento della Difesa ha riconosciuto l’invio di questo tipo di missile in Ucraina”.
Il 7 agosto, le risorse della rete russa hanno diffuso fotografie di frammenti del missile anti-radar dell’aviazione americana AGM-88 HARM, presumibilmente trovato in Ucraina, sparato contro la struttura delle forze armate russe.
I frammenti di missili sono contrassegnati in modo distintivo BSU-60 A/B (indice delle superfici di coda del missile HARM) e codice Raytheon CAGE 96214 (CAGE – Commercial and Government Entity Code – assegnato a tutti i fornitori dal Department of Defense Logistics Agency) sull’unità di coda USA) .
Il 25 luglio, il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha annunciato che le forze armate ucraine avevano ricevuto missili anti-radar da “partner americani” (che seguono quelli HIMARS della portata di 300Km).
Non è chiaro da quale vettore vengono utilizzati i missili HARM in Ucraina. Secondo alcune riviste specializzate, molto probabilmente i missili anti-radar HARM vengono utilizzati in Ucraina utilizzando lanciatori di terra improvvisati.
Scenario di attacco al ponte di Crimea
Allo stesso modo i missili HARM o di altro tipo, potrebbero essere imbarcati utilizzando lanciatori nascosti in container. A tal proposito, i canali Telegram russi Ochakovo e Chernomorsk hanno ricevuto informazioni che è in fase di studio uno scenario specifico per un attacco dal mare al ponte di Crimea.
Il piano (molto probabilmente britannico) prevede l’uso di una nave mercantile con equipaggio ucraino (utilizzata al buio), che funge da vettore di armi da attacco , armata con un lanciatore per missili antinave o da crociera trasportabile tramite container .
Inoltre va notato che nel 2018, Northrop Grumman Corporation ha presentato il concetto di un lanciatore containerizzato universale terrestre / navale in grado di utilizzare i nuovi missili anti-radar degli aerei AGM-88E AARGM (una versione aggiornata del missile HARM della gittata di 110 Km).
Quindi è plausibile che per neutralizzare il sistema radaristico russo potrebbero essere usati normali portacontainer, ora che è stato sbloccato il traffico marittimo nel mar Nero. Secondo alcuni media russi, queste navi, al ritorno dalla Turchia, potrebbero improvvisamente ‘andare fuori rotta’.
Lo scenario è realistico, visto che la Gran Bretagna sta aiutando attivamente Kiev a mettere a punto un piano per colpire il ponte di Crimea. Recentemente ci sono state dichiarazioni in questo senso anche da parte americana che ha sostenuto come il ponte di Crimea fosse un “obiettivo legittimo”.
Il piano con ogni probabilità è distruggere il sistema di avvistamento funzionante in Crimea e poi sferrare colpi altamente distruttivi all’infrastruttura.
Dichiarazioni
1 – Il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Mikhail Podolyak, ha annunciato la necessità di distruggere il ponte di Crimea, che ha definito “illegale”. Secondo Podolyak, il ponte ha un importante significato militare dell’attraversamento. Podolyak ha detto: “Tali strutture devono essere distrutte”. Tuttavia, non ha spiegato come Kiev realizzerà questa intenzione, riferisce RIA Novosti riferendosi al Guardian.
2 – Philip Breedlove, l’ex comandante supremo della NATO in Europa, ha annunciato: “Il ponte di Crimea è un obiettivo legittimo”. In un’intervista al quotidiano inglese Independent, Breedlove ha affermato che “molte persone con cui ho parlato credono che ‘distruggere’ il ponte della Crimea significhi sferrare un duro colpo alla Russia. Il ponte di Crimea è un obiettivo legittimo”. Breedlove ha continuato dicendo: “Ma se vogliono far cadere il ponte, richiederà un’operazione speciale, un bombardamento”.
Kiev conferma che Gran Bretagna e Ucraina stanno sviluppando un piano per distruggere il ponte di Crimea
Il deputato della Verkhovna Rada dell’Ucraina Oleksiy Goncharenko ha affermato che le autorità di Kiev hanno discusso con il ministro della Difesa britannico Ben Wallace un piano volto a distruggere il ponte di Crimea. Secondo Goncharenko, ciò è accaduto a giugno durante il vertice della NATO.
“Ben Wallace e io abbiamo discusso del piano per distruggere il ponte di Crimea a giugno“, ha detto Goncharenko sul suo canale Telegram.
Come prova, ha pubblicato una foto del vertice della NATO, che ritraeva Wallace e il primo ministro britannico Boris Johnson.
Per attuare questo piano Kiev non poteva fare a meno di missili antiradar, che ora sono stati forniti dagli USA.
La guerra è già arrivata in Crimea
La guerra ha già raggiunto la Crimea. Il 9 agosto ci sono state esplosioni nell’aeroporto militare di Saki vicino al villaggio di Novofedorovka. Esattamente una settimana dopo, il 16 agosto, i depositi di munizioni dell’esercito russo sono stati fatti esplodere vicino ai villaggi di Mayskoye e Azovskoye nel distretto di Dzhankoy. Lo stesso giorno, i media russi hanno riferito di esplosioni e fumo nero su un aeroporto militare vicino a Gvardeisky nella regione di Simferopol.
I danni
A seguito delle esplosioni all’aeroporto di Saki, dove aveva sede il 43° reggimento di aviazione d’attacco navale separato della flotta del Mar Nero della Federazione Russa. Secondo i media ucraini, diverse dozzine di aerei, stazioni di servizio, magazzini e stazioni di comunicazione sarebbero state distrutte. Ciò è dimostrato dalle immagini satellitari scattate prima e dopo le esplosioni.
Il reggimento era armato con aerei Su-24M, Su-24MR e Su-30. Inoltre, questo aeroporto potrebbe ospitare aerei ed elicotteri di altre unità: Mi-8, Il-20, Il-76.
La parte russa ha negato che l’equipaggiamento aeronautico abbia subito danni.
Nella regione di Dzhankoy, i depositi di munizioni russi sono esplosi e un incendio è scoppiato in una stazione di trasformazione. Le autorità della Crimea hanno annunciato l’evacuazione di circa 2.000 residenti entro un raggio di 5 km. Inoltre, le esplosioni hanno danneggiato la ferrovia vicino a Dzhankoy.
Per quanto riguarda l’aeroporto di Gvardeisky, dove è schierato il 37° reggimento dell’aviazione mista delle forze aerospaziali russe, il sistema di difesa aerea russo probabilmente ha funzionato: non sono state trovate ulteriori detonazioni o incendi vicino all’aeroporto.
Dai primi giorni della grande operazione militare russa, esperti e analisti ucraini hanno parlato dell’importanza di danneggiare il ponte di Crimea sullo stretto di Kerch, una delle arterie importanti attraverso le quali le forze russe riforniscono di armi e personale militare per la guerra con l’Ucraina.
“Per quanto riguarda il ponte di Crimea o altre infrastrutture, credetemi, tutto è sotto stretto controllo. Non appena ci sarà bisogno, opportunità, capacità e compiti, tutto questo sarà fatto, e non solo in relazione alla struttura che hai nominato “, ha affermato Aleksei Danilov, Segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, alla fine di Luglio sul canale Espresso TV.
Ora dopo le esplosioni in diverse strutture militari sul territorio della penisola occupata dalla Russia, il ponte di Crimea sembra un obiettivo abbastanza realistico per un altro “sabotaggio” con ausilio dei missili antiradar USA ed altri sistemi.
Considerazioni
Tutto sta costantemente precipitando e i massimi leader europei ed atlantici se ne compiacciono. La popolazione, in questo gioco sporco al massacro – ove la soluzione è stata costantemente a portata di mano -, evidentemente non conta. Non conta soprattutto per la parte ucraina e per gli sponsor occidentali, giacché la dottrina britannica della terra bruciata, è adottata costantemente da Kiev. Essa prevede che l’esercito ucraino colpisca le zone residenziali e le infrastrutture ucraine del Donbass situate nelle retrovie russe.
Questo è esattamente ciò che ripetutamente sta avvenendo e la cronaca quotidiana, se fosse riportata lealmente dai media mainstream, ne renderebbe conto.
Ora tutti gli elementi ci indicano una costante acutizzazione del conflitto, che – se non interverranno cambiamenti significativi nella sua conduzione, che – se non interverranno cambiamenti significativi nella conduzione del conflitto – sarà portato anche in Crimea. Se questo accadrà, assisteremo ad una estensione degli eventi bellici e degli obiettivi ‘legittimi’ in tutta l’Ucraina, anche in quelle aree finora lasciate indenni e, forse anche in Polonia. Non per ultimo, un attacco al ponte di Crimea e un proseguimento degli attacchi sulla penisola renderà sempre più possibile una escalation nucleare la cui ‘finestra di Overton’ è già da tempo aperta con gli eventi di Zaporizhe, nell’incuranza della leadership della NATO.
VPNews