Gli USA passano le armi all’ISIS dal 2014 ma i media giudicano questo non rilevante

Continuano ad emergere prove schiaccianti sul passaggio di mano di armamenti dagli USA all’ISIS; si tratta di notizie puntualmente non rilanciate da nessun media nazionale. Quando accade che qualcuno si svegli dal torpore del sonno immancabilmente si giustifica  il passaggio delle armi ai jihadisti come il fato, un disguido, il tradimento dei legittimi destinatari ‘moderati’ o il sequestro delle armi  da parte dell’ISIS tramite razzie di depositi dei ‘ribelli buoni’ attaccati. Ma mai e poi mai nessuno si azzarda a dire che possa essere fatto come una precisa strategia.

Invece accade. Il governo degli Stati Uniti passa le armi all’ISIS dal 2014 come precisa strategia politica. Tempo occorrente per il trasferimento: due mesi. Ce ne parla  Zero Hedge con dovizia di particolari,

 Di Zero Hedge, 15 Dicembre 2017

I media mainstream nel 2013: “Complottisti!”

I media mainstream nel 2017: “l’ISIS ha un potente missile acquistato dalla CIA!”

Con anni di ritardo, i media mainstream come USA Today, la Reuters e BuzzFeed pubblicano “attualissimi” ed “esclusivi” report che dettagliano come un vasto arsenale militare inviato in Siria dalla CIA in collaborazione con alleati USA ha alimentato la rapida crescita dell’ISIS. La storia raccontata da BuzzFeed si intitola “Effetto Boomerang: l’ISIS ha un potente missile che la CIA aveva segretamente acquistato in Bulgaria”, e comincia facendo riferimento a un “nuovo rapporto su come l’ISIS ha costruito il suo arsenale, che sottolinea come le munizione comprate dagli Stati Uniti, destinate ai ribelli siriani, siano finite nelle mani di gruppi di terroristi”.

La storia originale a cui fanno riferimento BuzzFeed e altri media arriva da una organizzazione indipendente di ricerca sugli armamenti con sede nel Regno Unito, nota come Ricerca sugli Armamenti dei Conflitti (CAR), che ha impiegato un team di esperti in armi e munizioni sul campo del Medio Oriente per anni, per esaminare armi ed equipaggiamenti recuperati dall’ISIS e da altri gruppi terroristi in Iraq e in Siria. Grazie ai numeri seriali, ai numeri di spedizione sugli imballaggi e ad altri dati affidabili disponibili, gli esperti del CAR hanno iniziato a determinare che fin dal 2013 e 2014 buona parte dei sistemi avanzati di armamenti dello Stato Islamico erano chiaramente stati acquistati dagli Stati Uniti e dall’Occidente.

“Il rifornimento di materiale nell’ambito del conflitto siriano da parte di paesi stranieri – in particolare gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita – ha permesso indirettamente all’ISIS di ottenere sostanziali quantità di munizioni anti-corazza” dice il rapporto del CAR. “Queste armi includono missili guidati anti-carro e molte varietà di razzi con doppie testate, progettate per penetrare le moderne corazze difensive”.

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Fonte della foto: CAR

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Un missile PG-9 modificato per adattarsi a un sistema lanciarazzi Modello 2. Prodotto nel 2016 in Romania, esportato negli Stati Uniti e ritrovato a Mosul nel Settembre 2017. Fonte: CAR

Lo studio rivela inoltre che in un caso particolare, la consegna di un sistema missilistico avanzato, le attrezzature sono passate di mano dall’intelligence USA ai gruppi “moderati” siriani e da questi all’ISIS in due mesi. Benché questo rapporto stia suscitando shock e confusione tra gli esperti, lo stesso gruppo di ricerca sugli armamenti in realtà aveva pubblicato rapporti simili e simili conclusioni riguardo al conflitto in Siria già anni fa.

Per esempio, un precedente rapporto del CAR del 2014 rivelava che missili anti-carro di origini balcaniche che erano stati recuperati da combattenti ISIS erano identici a quelli inviati nel 2013 a forze ribelli siriane nell’ambito di un programma della CIA.

E le schiaccianti pubblicazioni del CAR che rivelavano questi antipatici fatti sono andate avanti per anni, ma sono state per lo più ignorate e sottaciute dagli analisti e dai media mainstream, troppo occupati a celebrare il sostegno USA ai “ribelli” siriani, dipinti come romantici rivoluzionari che lottano per sconfiggere Assad e il suo governo di nazionalisti secolari. Naturalmente, questa storia è vecchia per chi legge Zero Hedge o gli innumerevoli rapporti indipendenti che hanno da tempo rivelato la verità riguardo alla “guerra sporca” segreta condotta in Siria fin dall’inizio.

Anche se all’improvviso è diventato accettabile e attraente ammettere – come fa un recente titolo della BBC (“I Jihadisti che pagate”) – che il programma segreto degli USA e dell’Arabia Saudita in Siria ha alimentato l’ascesa dell’ISIS e di altri gruppi terroristi legati ad Al-Qaeda, bisogna ricordare che solo poco tempo fa i media mainstream mettevano apertamente alla berlina gli analisti e gli scrittori che osavano mettere in relazione il massiccio e segreto programma occidentale di aiuto ai ribelli siriani con gli insorti di Al-Qaeda che ne avevano così chiaramente beneficiato.

Quando era giunta alla ribalta la notizia del rapporto della Defence Intelligence Agency del 2012– che descriveva il “Principato Salafita” o lo “Stato Islamico” come una risorsa strategica che avrebbe potuto essere utilizzata dalla coalizione occidentale in Siria “per isolare il regime siriano”, i media americani respinsero quella che ai tempi venne etichettata come una “teoria complottistica” nonostante fosse provata da un rapporto dell’intelligence USA reso disponibile al pubblico.

Per esempio il Daily Beast  ridicolizzò quella che definì la “Teoria Complottistica ISIS che ha inghiottito il Web” – arrivando a descrivere coloro che analizzavano il documento di intelligence del Pentagono come degli squilibrati di estrema destra o estrema sinistra. E questo nonostante il documento venisse preso molto seriamente e analizzato in profondità da alcuni dei migliori esperti mondiali del Medio Oriente e da giornalisti investigativi di testate estere come il London Review of Books, The GuardianDer Spiegel , così come RT e Al Jazeera.

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Gli errori del Daily Beast del 2015

 E invece ancora una volta le “teorie complottiste” si sono confermate “fatti complottisti”: il nuovo report del CAR uscito questa settimana è il risultato di tre anni di indagini sul territorio che hanno prodotto prove su 40.000 oggetti militari recuperati dall’ISIS tra gli anni 2014 e 2017. Le sue conclusioni sono scientifiche, esaustive e irrefutabili.

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Il lungo rapporto conferma quanto venne affermato da Alastair Crooke, ex spia dell’MI6 e diplomatico inglese – ossia che la CIA ha stabilito le basi per una sorta di “supermercato jihadista” – al quale l’ISIS ha un accesso semplice e immediato. Crooke notava che il programma di armamenti era impostato avendo in mente una “negazione plausibile”, il che avrebbe permesso ai suoi sponsor dell’intelligence americana di essere protetti da qualunque futura persecuzione legale o imbarazzo pubblico. In un’intervista del 2015 alla BBC, Crooke faceva notare che “l’occidente non consegna le armi direttamente ad al-Qaeda e nemmeno all’ISIS… ma il sistema che ha costruito ha precisamente questo fine”.

Questo meccanismo permette a BuzzFeedUSA Today, e altri di pubblicare la notizia bomba, ma di continuare a smorzare il suo significato, enfatizzando aspetti come le “carenze nella vigilanza e nella regolamentazione” e contemporaneamente sottolineando la natura “accidentale” del fatto che i missili forniti dagli USA siano “finiti” nelle mani dei terroristi dell’ISIS.

Il taglio dato da BuzzFeed del rapporto del CAR sugli armamenti è sintetizzato dall’introduzione al relativo articolo.

 “Un missile anticarro teleguidato è finito nelle mani dei terroristi dell’ISIS meno di due mesi dopo che il governo USA l’aveva acquistato, alla fine del 2015 – fatto che evidenzia le carenze nella vigilanza e nella regolamentazione del programma segreto americano di armamenti, secondo le informazioni pubblicate giovedì dal gruppo di monitoraggio delle armi CAR.

 Nonostante il rapporto dica che il missile è stato acquistato dall’esercito USA tramite un contrattista, BuzzFeed News ha appreso che il vero cliente sembra essere stato la CIA. Il missile fa parte dell’operazione top-secret dell’agenzia di spionaggio per armare i ribelli in Siria in opposizione alle forze del Presidente Siriano Bashar al-Assad. Il missile è finito nelle mani dei combattenti dell’ISIS in Iraq, secondo il rapporto.

 La CIA non ha voluto rilasciare commenti riguardo al programma, risalente all’era Obama e che è stato cancellato dal Presidente Trump in luglio, di sostenere i ribelli siriani. Il Pentagono non ha fornito informazioni in tempo perché venissero pubblicate.

 Il missile è il pezzo di un puzzle critico, che viene risolto solo ora che l’ISIS è in rotta: come ha fatto il vasto gruppo terrorista ad armare la sua macchina da guerra? Il CAR ha impiegato tre anni per seguire le tracce delle armi dell’ISIS quando venivano recuperate dalle forze di Iraq, Siria e dai Curdi – e ha scoperto che quanto avvenuto per il missile non è un’eccezione. Al contrario, il gruppo terroristico è riuscito a mettere le mani su “sostanziali quantità di munizioni anti-corazza” provenienti da armi fornite alle forze di opposizione siriane dagli USA o dall’Arabia Saudita”.

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Il missile anti-carro recuperato dall’ISIS nel febbraio 2016. Veniva dall’esercito USA nel dicembre 2015. Fonte dell’immagine: CAR, “Armi dello Stato Islamico” via BuzzFeed

Ma qualche astuto osservatore potrebbe aver notato l’importanza della data di acquisto da parte della CIA del missile anti-carro in esame: “Un missile guidato anti-carro è finito nelle mani dei terroristi dell’ISIS meno di due mesi dopo che il governo USA l’aveva acquistato alla fine del 2015”. Come precedentemente sottolineato, il gruppo di esperti del CAR aveva già documentato il trend di armi consegnate dalla CIA sul territorio di guerra siriano e finite ai combattenti dell’ISIS fin dal settembre 2014. Oltre a questo studio del 2014, un flusso apparentemente infinito di articoli di anni prima, pubblicati da media indipendenti e internazionali, hanno sottolineato il fatto che l’ISIS cresceva e prosperava grazie alle spedizioni di armi segrete da parte dell’occidenti e degli stati del Golfo.

Ciò significa che la CIA e gli analisti del governo sapevano perfettamente dove finivano le armi in tempo reale, ma proseguivano ugualmente il loro programma. Come disse a Mehdi Hasan di Al Jazeera l’ex capo dell’intelligence del Pentagono Michael Flynn in un’intervista incredibilmente trasparente nell’estate del 2015 (molto prima che Flynn facesse parte della campagna di Trump), il sostegno della Casa Bianca ai radicali jihadisti (che sarebbero poi emersi come ISIS e al-Nusra/HTS) contro il governo siriano era quasi certamente “una decisione intenzionale”.

https://www.youtube.com/watch?v=y1oEoCRkLRI&feature=youtu.be

Perciò il generale Flynn nell’estate del 2015, nelle vesti di ufficiale militare da poco in pensione, metteva in guardia in maniera esplicita sul fatto che le armi fornite dagli USA in Siria stavano finendo all’ISIS, ad al-Qaeda, e ad altri jihadisti. Tutto questo era talmente noto a quei tempi che poteva essere dichiarato apertamente da un ufficiale di alto rango in pensione in un importante programma televisivo internazionale. Flynn dichiarò anche qualcosa di simile sia al Seymour Hersh, sia al New York Times nel 2015.

Ma cosa fecero la CIA e le agenzie di intelligence alleate? Continuarono ad armare gli insorti jihadisti in Siria, tentando di rovesciare Assad. Questa fu davvero una “decisione intenzionale” come affermato da Flynn a non semplicemente “carenze nella sorveglianza e nella regolamentazione” come BuzzFeed vorrebbe ora farci credere.

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