Grave intimidazione a Grayzone perché fa un buon giornalismo

Il giornalismo è uno dei pilastri più importanti di una società democratica, perché dovrebbe sostenere la trasparenza e la responsabilità in tutti gli ambiti della vita pubblica. Ma quando la libertà di stampa è sotto attacco, a risentirne non sono solo i giornalisti, ma il tessuto stesso della democrazia. Il recente caso di Kit Klarenberg, un giornalista investigativo britannico, arrestato e interrogato dall’antiterrorismo, ha sconvolto il mondo dei media. Diamo un’occhiata più da vicino allo sfacciato attacco al giornalismo e alle emozionanti verità svelate da Klarenberg.

Kit Klarenberg è rinomato giornalista che collabora con Grayzone, con The Cradle ed altre testate indipendenti; ha denunciato diversi scandali di alto profilo, tra cui la violazione dei dati di Cambridge Analytica e lo scandalo del doping russo. Tuttavia, la sua ultima indagine sul coinvolgimento del Regno Unito nella guerra nello Yemen lo ha portato in acque calde. Klarenberg ha rivelato che il 17 maggio è stato interrogato dalla polizia antiterrorismo britannica per oltre cinque ore e questa gli ha chiesto di rivelare le sue fonti e di consegnare tutti i suoi appunti e registrazioni, nonché di esplicare le sue opinioni praticamente ‘su tutto’.

A proposito del suo lavoro che gli è valso l’attenzione dei servizi britannici, scrive Grey Zone:

“L’interrogatorio di Klarenberg sembra essere il modo di rappresaglia di Londra per i reportage di successo del giornalista che denunciano i principali intrighi dell’intelligence britannica e statunitense. Solo nell’ultimo anno, Klarenberg ha rivelato come una cabala di intransigenti Tory per la sicurezza nazionale abbia violato l’Official Secrets Act per sfruttare la Brexit e insediare Boris Johnson come primo ministro. Nell’ottobre 2022, ha guadagnato titoli internazionali con la sua denuncia dei piani britannici per bombardare il ponte di Kerch che collega la Crimea alla Federazione Russa. Poi ad aprile è arrivato il suo rapporto sul reclutamento da parte della CIA di due dirottatori dell’11 settembre, una sensazione virale che ha generato un’enorme attenzione sui social media” (…).

Tra le rivelazioni più importanti di Klarenberg c’era il suo rapporto del giugno 2022 che smascherava il giornalista britannico Paul Mason come un collaboratore dello stato di sicurezza del Regno Unito determinato a distruggere The Grayzone e altri media, accademici e attivisti critici del ruolo della NATO in Ucraina.

Il caso di Klarenberg ha portato alla luce la crescente minaccia per l’informazione nel Regno Unito, dove i giornalisti sono presi di mira per i loro articoli critici inerenti questioni delicate, come la guerra in Ucraina, su cui sembra che tutti debbano necessariamente avere la stessa valutazione.

La polizia ha difeso la sua azione, affermando che stava conducendo un’indagine legale su un potenziale reato. Tuttavia, l’approccio pesante e la vacuità delle accuse, sono serviti solo a confermare la piega autoritaria che le autorità britanniche hanno intrapreso. Il caso evidenzia la necessità di un approccio più sfumato al controllo delle attività giornalistiche e alla difesa del diritto alla libertà di parola e di espressione.

Scrive in proposito Max Blumental direttore di Grayzone:

“Sembra … che le autorità britanniche non abbiano arrestato Klarenberg per alcuna violazione legale, ma perché ha riportato storie fattuali che hanno esposto le violazioni del diritto interno e internazionale da parte dello stato di sicurezza nazionale, nonché le trame maligne dei suoi lacchè dei media” (…).

Il caso di Kit Klarenberg è un duro promemoria dell’importanza del giornalismo nel ritenere chi è al potere responsabile e della necessità di proteggere la libertà di stampa da indebite interferenze. È incoraggiante vedere giornalisti come Klarenberg continuino a lottare per la verità, nonostante le sfide che potrebbero dover affrontare. Come cittadini, è nostra responsabilità sostenere il loro lavoro e difendere i principi della democrazia e della libertà di espressione. Speriamo che il caso di Klarenberg e quello di Assange – che langue tuttora in una prigione di massimo rigore in Gran Bretagna – servano da campanello d’allarme affinché le autorità rispettino i diritti dei giornalisti e sostengano i pilastri di una società democratica. Allo stesso modo, è altrettanto urgente che questi fatti suscitino una maggiore reazione da parte della pubblica opinione.

Ulteriori informazioni sulla vicenda Grayzone: https://thegrayzone.com/2023/05/30/journalist-kit-klarenberg-british-police-interrogated-grayzone/

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