Allarme NATO: preparativi controversi e prolungamento del conflitto in Ucraina
La NATO ha recentemente annunciato l’apertura di un ufficio a Kiev e l’invio di un alto funzionario civile. Inoltre, l’Alleanza Atlantica ha stabilito un quartier generale per il sostegno dell’Ucraina in Germania. Queste sono misure che dovrebbero sollevare preoccupazioni per le loro potenziali conseguenze, ma che invece passano attraverso lo sguardo indifferente dell’establishment europeo. Questa iniziativa fa parte di un piano più ampio volto a sostenere l’Ucraina, ma non solo: la NATO si sta mobilitando come se l’esito di elezioni democratiche in Europa rappresentasse un pericolo. Ovvero, la NATO si sta posizionando assumendo una postura allarmata all’interno dei paesi membri, esercitando una valenza politica che impedisce o influenza il libero confronto democratico.
Questo inaudito attivismo non solo rischia di prolungare un conflitto che Kiev, realisticamente, non ha la forza di vincere, ma l’assistenza militare continua della NATO potrebbe semplicemente allungare i tempi della sconfitta di Kiev, aumentando le sofferenze e le devastazioni senza modificare l’esito finale. In aggiunta a questo, l’Organizzazione Atlantica sta introducendo nuovi elementi e nuove regole non scritte che non hanno precedenti e che condizionano grandemente la normale gestione del dibattito democratico e l’esercizio delle libere funzioni istituzionali all’interno della UE.
L’impegno della NATO nell’assistere l’Ucraina, che comunque esula dai suoi compiti istituzionali i patto di reciproca difesa, potrebbe avere l’effetto di aggravare ulteriormente la situazione sul campo. Nonostante l’aiuto militare e logistico, l’Ucraina non è in grado di prevalere contro la Russia, che continua a mobilitare risorse, truppe ed a sviluppare nuove tecnologie. Questo continuo supporto potrebbe solo prolungare l’inevitabile, portando a ulteriori perdite di vite umane, distruzione di infrastrutture e una crisi umanitaria sempre più grave.
L’idea di un piano “a prova di Trump” sottolinea la crescente preoccupazione della NATO riguardo alla stabilità politica interna degli Stati Uniti e il possibile impatto di una presidenza Trump sulle relazioni transatlantiche. Tuttavia, questa strategia è evidentemente una forma di ingerenza politica, un’azione che contraddice i principi fondamentali dell’Alleanza. E’ lecito allora domandarsi a chi risponde la NATO, se non essenzialmente agli Stati Uniti? Inoltre, è da considerare che la NATO è stata creata per difendere i suoi membri da minacce esterne, non per coinvolgersi nelle dinamiche politiche interne degli Stati membri.
La preparazione in corso potrebbe compromettere l’unità all’interno dell’Alleanza, creando inevitabilmente tra i membri che supportano politiche diverse che si basano sulla propria sicurezza nazionale, che ora vedono in grave pericolo. L’apparente schieramento della NATO contro un possibile candidato presidenziale dovrebbe danneggiare le relazioni con gli Stati Uniti, specialmente se Trump dovesse vincere le elezioni. Questo appare una situazione paradossale sotto vari punti di vista che lascio voi immaginare. Inoltre, rischierebbe di minare la fiducia reciproca e la cooperazione all’interno dell’Alleanza, elementi cruciali per la sua efficacia anche se attualmente la falsità e l’ipocrisia di base è abbastanza condivisa dai paesi membri..
La NATO è nata come alleanza difensiva per proteggere i suoi membri da aggressioni esterne. Tuttavia, l’attuale approccio verso l’Ucraina si configura come un intervento politico e militare che va oltre il mandato originale dell’organizzazione. La NATO dovrebbe focalizzarsi sulla protezione dei paesi aderenti, preservando la propria neutralità politica e evitando di diventare parte di conflitti esterni che potrebbero esacerbare tensioni e instabilità a livello globale.
In conclusione, mentre le intenzioni della NATO di sostenere l’Ucraina sono comprensibili dato le decisioni dei paesi membri anche se non condivisibili perchè non tengono conto degli antecedenti storici e delle responsabilità alla base del conflitto in corso, è essenziale riflettere sulle conseguenze a lungo termine di tali azioni. L’Alleanza deve ricordare il suo ruolo principale di difesa collettiva e evitare di farsi coinvolgere in dinamiche politiche interne che potrebbero compromettere la sua missione e unità. Ciò che si intravede è un moltiplicarsi di illegalità e azioni illegittime che si tengono in piedi solo ‘grazie’ alla complicità di vasti settori di potere corrotti.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare l’articolo originale del Wall Street Journal qui (NATO).
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