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Continua a crescere in Grecia il numero dei bambini a rischio di povertà, che tocca quest’anno la percentuale record del 38%, la più alta dell’eurozona e la terza nell’Unione. Lo riporta il sito Keep Talking Greece, facendo riferimento ai più recenti dati Eurostat. La Grecia è anche il Paese dove il rischio di povertà dei bambini è maggiormente cresciuto in seguito alla crisi, con un salto del 9% tra 2010 e 2016. A riprova dell’assenza di un percorso comune tra Stati europei, mentre in Grecia la situazione peggiorava drasticamente, nell’Unione europea tra 2010 e 2016 il numero di bambini a rischio di povertà ha registrato una lieve diminuzione (dal 28% al 26%).
di Keep Talking Greece, 20 novembre 2017
Anno dopo anno, dal 2010, il numero dei bambini a rischio di povertà in Grecia è in continuo aumento. Con il 37,5% dei bambini a rischio di povertà, la Grecia è al primo posto tra i Paesi della zona euro e terza dopo Romania e Bulgaria all’interno dell’Unione Europea.
Quattro bambini su dieci di età fino ai 17 anni in Grecia sono a rischio di povertà o esclusione sociale: lo ha calcolato l’agenzia di statistica europea Eurostat, mettendo il paese colpito dalla crisi al vertice della scala della povertà infantile della zona euro.
Nel suo rapporto pubblicato lunedì, basato sui dati del 2016, Eurostat ha riferito che con il 37,5% di bambini che affrontano la minaccia della povertà, la Grecia ha il più alto tasso di bambini a rischio nell’eurozona e il terzo più alto nell’Unione Europea, dopo Romania (49,2%) e Bulgaria (45,6%).
All’estremo opposto della scala, le quote più basse di bambini a rischio di povertà o esclusione sociale sono state registrate in Danimarca (13,8%), Finlandia (14,7%) e Slovenia (14,9%), davanti alla Repubblica Ceca (17,4%) e ai Paesi Bassi (17,6%).
La Grecia ha registrato anche il più alto aumento del numero di bambini a rischio nel periodo tra il 2010 e il 2016, con un aumento dell’8,8% rispetto al livello precedente alla crisi (28,7)%. Anche Cipro ha visto un aumento del 7,8%, seguita da Svezia (5,4%) e Italia (1,1%).
Complessivamente nel 2016 24,8 milioni di bambini nell’UE, ovvero il 26,4% della popolazione di età fino a 17 anni, erano a rischio di povertà o esclusione sociale. Questo significa che i bambini vivevano in famiglie con almeno una delle seguenti tre condizioni: a rischio di povertà dopo trasferimenti sociali (povertà di reddito), materialmente svantaggiati in modo grave o con bassissima intensità di lavoro.
Secondo quanto riferito da Eurostat, la percentuale di bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE è leggermente diminuita nel corso degli anni, dal 27,5% nel 2010 al 26,4% nel 2016.
P.S. Povertà infantile? Chi se ne importa. I creditori della Grecia sono impressionati dalle misure di austerità attuate nel paese e dalle straordinarie cifre dell’economia…
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