In Grecia rubano anche le tredicesime

[ad_1]Essere bugiardi va bene, viviamo nella bugia, ma quando questa sconfina con la cretineria c’è molto da preoccuparsi perché vuol dire che ormai c’è gente disposta a tutto pur di negare la realtà.  Cosi succede che l’eccellente e potente corporazione degli infingardi cretini continua a dire che in Grecia c’è una ripresa e che la cura dell’austerità è servita a migliorare le cose, come se fossimo in un campo di concentramento di Pol Pot. Ora invece si scopre non tanto la ovvia falsità di queste apologie di neoliberismo, quanto il meccanismo attraverso i quali si cerca di renderle in qualche modo verosimili. Per esempio in Grecia si avvicina  Natale, ma i soldi sono sempre più scarsi e gli acquisti calano il che non è solo una disdetta per i profitti commerciali, ma rischia di tradursi anche in a ulteriore caduta del pil.

Così i gestori di ristoranti, supermercati, negozi al dettaglio, locali pubblici hanno fatto una bella pensata: quella di chiedere ai dipendenti la restituzione brevi manu, cioè in contanti presi dal bancomat, la tredicesima o il bonus natalizio sotto la minaccia di licenziamento. Poi visto che ancora non basta sono passati a chiede anche parte dello stipendio normale in cambio, almeno nel caso dei supermercati, di miseri sacchetti con dentro prodotti alimentari, giusto per rendere minimamente plausibili i conti e nascondere l’evasione fiscale. Benché secondo i sindacati in alcune zone del Paese questa “pratica virtuosa” abbia riguardato l’80 per cento dei lavoratori, pare non ci sia stato alcun intervento, nemmeno ufficioso del governo che evidentemente è cointeressato a far galleggiare il pil anche in questo modo. e’ vero infatti che le modalità di restituzione è tale da essere difficilmente provato, ma è anche vero che una simile diffusione di un sistema di ricatto e di illegalità non può nemmeno passare inosservato.

C’è tuttavia anche un altro elemento, forse più interessante dell’alleanza fra padroncini ed esecutivo occupato dalla troika: è la passività delle persone che ormai preferiscono cedere al ricatto del lavoro piuttosto che ribellarsi. Il che dimostra come l’impoverimento, la sottrazione di diritti acquisiti, il furto di futuro non sempre sia un presupposto per lo sviluppo della resistenza allo sfruttamento e alla crescita dell’opposizione, anzi non lo è affatto se le vittime del processo sono portatrici insane della cultura stessa dell’impoverimento, se nel loro orizzonte, nel loro immaginario sono penetrate le imposture capitalistiche e mercantili assieme alle loro numerologie da imbonitori in malafede (vedi nota)  se insomma ossia arrivino a sentirsi in qualche modo colpevoli della loro condizione.

Il caso greco che da molti punti di vista sarà tema di disamine storiche fra qualche generazione, è solo un esempio estremo di come i costi della crisi in cui versa da un ventennio il capitalismo finanziario e globalista  non sono stati pagati dai gruppi sociali all’origine della crisi stessa ovvero i proprietari e i manager mandatari del capitale finanziario, del capitale “industriale” e di quello commerciale,  ma dalla frangia più bassa delle classi medie e soprattutto dalla grande maggioranza dei cittadini, di coloro la cui sola ricchezza è il lavoro, il loro tempo di vita. Del resto se si è introiettato il pensiero che occorre salvare le banche, ossia la ricchezza dei ricchi piuttosto che salvare chi lavora o chi è povero, se anche in mezzo alle evidenze più barbare e persino di fronte alle difficoltà più gravi nelle quali ci si trova, si è fatta propria una visione ineguale e ingiusta della società, sarà sempre più difficile una reazione forte e un’enorme maggioranza cercherà di farsi piccola piccola per tenersi stretto quello che può.

Dunque il riscatto non può che arrivare da una rivoluzione culturale che riesca a denudare le imposture: è per questo che le “democrature” occidentali sono così spaventate dalla fake news, tanto da aver intrapreso una battaglia per la censura. Non interessano certo i singoli disvelamenti e ancor meno le singole bizzarie, quando il fatto che esse tendono a erodere la fede liberista e a creare le condizioni per l’apostasia e la negazione dei dogmi.

Nota La pretesa portata avanti dalla Banca mondiale con l’accordo dell’ONU e di alcune delle sue principali agenzie, che il sistema libererà il mondo dalla povertà assoluta è nient’altro che un atroce inganno, basato sul fatto di considerare questo parametro al livello di 1,25 dollari al giorno. Niente di diverso, nella sostanza, delle statistiche del lavoro che considerano una persona occupata se ha lavorato un’ora a settimana.

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