Dalla Stampa leggo che durante il primo lockdown alcune persone hanno lanciato “minacce esplicite ed insulti pesanti” verso il presidente della Repubblica Mattarella. Inoltre, queste persone avrebbero lanciato una campagna d’odio sui social , sempre nei confronti del presidente della Repubblica.
Ora minacciare o insultare la più alta carica dello stato in Italia è reato punito dal codice penale. Non si può fare. Anzi, io aggiungerei che non si deve fare nei confronti di nessuno, perchè di ogni persona va rispetta la sua dignità.
Nel caso di Mattarella immagino, gli insulti siano connessi con la percezione di molti italiani della totale inadempienza della Costituzione e dei diritti costituzionalmente tutelati e del mancato intervento del garante della Costituzione. Questo la Stampa non lo dice, ma gli indizi sono tutti in questa direzione.
E questo è quanto. Ma la mia attenzione è stata attirata anche da un successivo passaggio che tratta una particolare collocazione di pensiero degli imputati, presentato a guisa di altri reati.
La Stampa infatti dice:
Ora è di moda dire che l’odio ‘si semina’ e che questo sia pericoloso, perchè i cittadini come amebe, lo raccolgono. Io per la verità in fatto di semine sapevo che è anche molto importante il terreno. Ma in tutti i modi, equiparare a pericolosi criminali anche chi ‘porta avanti teorie novax e antieuropeiste durante il lockdown nazionale”, mi pare proprio in sè una opinabile propaganda, ovvero – usando lo stesso metro – comunque pure questa mi pare sia niente più che una campagna di odio, almeno di pari gravità di quella che si sollecita perseguire.
Questo tipo di valutazione può avvenire solo perchè c’è una parte della società che si identifica essere dalla ‘parte giusta della storia’, quella del ‘politically correct’ e solo questa ha il supporto dello stato. Questo però deborda dal suo compito. Lo stato non dovrebbe essere una appendice di un partito ma il suo compito dovrebbe essere fare il bene comune nel rispetto della Costituzione. Quindi, incentivare le libere iniziative, le idee, la cultura, il pluralismo, la sussidiarietà.
Ma vediamo che siamo lontani da questo. Invece, esiste un etichettare, un denigrare libere opinioni, perchè ritenute retrograde. A me sembra che un simile modus operandi sia di persè ‘una campagna di odio’, aggravata in questo caso dal fatto che è lo stato a condurla.
Quindi, più di preoccuparmi – ad esempio – per la libertà in Cina, io guarderei di più a cosa sta succedendo a casa nostra, prima di finire bolliti.
@vietatoparlare