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Dopo il WSJ, anche il Guardian pubblica un articolo di ammonimento sulla condizione finanziaria globale. Riprendendo il grido di allarme della Banca dei regolamenti internazionali (BIS), l’articolo paventa uno scenario forse ancora peggiore di quello che ha preceduto la crisi del 2008, con livelli insostenibili di debito privato e pubblico e diffuse bolle speculative, in conseguenza delle politiche dei bassi tassi di interesse messe in atto per fare fronte alla crisi finanziaria globale e mai più normalizzate. (Per quanto ci riguarda però il vero problema di fondo – che è il basso livello dei salari, che costringe a ricorrere al debito come forma di sostegno alla domanda – non è nemmeno menzionato.)
di Phillip Inman, 03 dicembre 2017
Gli investitori stanno ignorando i segnali di pericolo di un mercato finanziario che si sta surriscaldando e nel quale il debito dei consumatori sta crescendo a livelli insostenibili, ha ammonito l’organizzazione globale delle banche centrali nel suo controllo trimestrale sulle condizioni della finanza.
La Banca dei regolamenti internazionali (BIS) ha affermato che la situazione dell’economia globale è simile a quella che ha preceduto la crisi del 2008, quando gli investitori, nella loro ricerca di maggiori profitti, prendevano grandi somme a prestito per reinvestirle in asset rischiosi, nonostante le mosse delle banche centrali per restringere l’accesso al credito.
La BIS, conosciuta anche come la banca delle banche centrali, ha detto che i tentativi della Federal Reserve statunitense e della Banca d’Inghilterra di soffocare i comportamenti rischiosi tramite l’aumento dei tassi di interesse, sono fino ad ora falliti, e che c’è una continua crescita di bolle finanziarie.
Claudio Borio, capo della BIS, ha detto che le banche centrali potrebbero dover riconsiderare il modo in cui comunicano gli aumenti dei tassi di interesse di base, nonché la velocità alla quale aumentano i tassi, al fine di costringere gli investitori a rendersi conto della necessità di calmare i mercati azionari.
“Non sono affatto svaniti i punti di vulnerabilità che si sono creati in tutto il mondo durante il periodo insolitamente lungo dei bassi tassi di interesse. Gli alti livelli di debito, sia in valuta nazionale che in valuta estera, sono ancora lì al loro posto, così come le sopravvalutazioni.
“Per di più, mentre continua il periodo di assunzione dei rischi, potrebbero aumentare anche le sottostanti esposizioni dei bilanci. La calma del breve termine viene resa possibile al costo di turbolenze nel lungo termine” ha detto.
L’avvertimento arriva nel momento in cui Neil Woodford, uno dei gestori di fondi di investimento più in vista del Regno Unito, ha detto che i mercati azionari sono a rischio di crollo, il che comporterebbe perdite enormi per milioni di persone.
Il fondatore di Woodfort Investment Management, che gestisce un patrimonio di 15 miliardi di sterline, ha detto al Financial Times che gli investitori rischiano che i mercati ripetano il crash della bolla “dot-com” [bolla di internet, NdT] dei primi anni 2000.
Woodford si è detto preoccupato che i tassi di interesse al livello minimo storico, che nella maggior parte dei paesi sviluppati si sono protratti per tutto l’ultimo decennio, stiano spingendo i prezzi degli asset a livelli insostenibili.
“A dieci anni dalla crisi finanziaria globale, stiamo assistendo all’esito del più grande esperimento di politica monetaria della storia“, ha detto.
“Gli investitori hanno dimenticato l’esistenza del rischio e stanno giocando palesemente con prezzi azionari inflazionati e sopravvalutati.
“Ci sono così tanti segnali di allarme rosso che ho perso il conto“.
La BIS ha detto che la condizione favorevole dell’economia globale, che il Fondo Monetario Internazionale prevede in accelerazione al 3,7 % dal 3,6% di quest’anno, ha incoraggiato gli investitori a trascurare le preoccupazioni per i livelli crescenti di debito e il gonfiarsi di bolle speculative.
Gli economisti iniziano a preoccuparsi del fatto che gli investimenti ad alto rischio, come i titoli spazzatura di alcuni paesi europei, stiano avendo gli stessi rendimenti di investimenti relativamente sicuri come i titoli di stato americani. Ci sono preoccupazioni anche per il fatto che alcuni dei più comuni veicoli di investimento, come gli exchange-traded funds [un tipo di fondi d’investimento azionari, NdT] siano sostenuti per lo più da denaro preso a prestito.
Woodford ha notato anche che le misure di volatilità dei mercati finanziari sono rimaste basse per un periodo di tempo senza precedenti, a indicare che gli investitori stanno scommettendo che l’attuale periodo favorevole dell’economia globale sia destinato a continuare e che i prezzi delle azioni continuino a crescere per ancora molti anni.
La BIS è una delle poche organizzazioni ad avere messo in guardia, durante il 2006 e il 2007, sui rischi dei prestiti fatti dalle banche per acquisire asset a rischio, come i mutui subprime statunitensi, che alla fine hanno portato al crollo della Lehman Brothers e alla crisi finanziaria.
Il capo economista della BIS di allora, William White, oggi presidente della commissione di controllo dell’OCSE, l’anno scorso ha ammonito che il debito globale stava raggiungendo il livello di instabilità, per lo più a causa dei tassi di interesse pressoché a zero, e che questo avrebbe creato una situazione “peggiore di quella del 2007“.
Borio è stato cauto, ma ha affermato che gli attuali tentativi di stringere il credito con aumenti graduali dei tassi di interesse non sono riusciti a impedire i comportamenti rischiosi.
“Una stretta al credito può considerarsi efficace se le condizioni finanziarie… si allentano?” ha detto.
“Anche se la Fed procede con la sua stretta monetaria, le condizioni finanziarie complessive si sono allentate. Se le condizioni finanziarie sono il principale canale di trasmissione di una politica più restrittiva, si può dire che la politica abbia avuto realmente un effetto restrittivo?”
La Banca d’Inghilterra ha ripetutamente espresso preoccupazione sull’aumento del debito dei consumatori nel Regno Unito. La BIS ha giudicato il Regno Unito uno dei paesi più vulnerabili in termini di peso del debito delle famiglie, specialmente in caso di aumento repentino dei tassi di interesse.
La settimana scorsa la banca centrale britannica ha riportato che il debito dei consumatori a ottobre era cresciuto del 9,6%, ovvero oltre quattro volte l’aumento medio dei salari, che è stato del 2,2%.
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