Secondo molti esperti civili, Hezbollah sarebbe ormai prossimo al collasso, specialmente dopo l’uccisione del suo leader Hassan Nasrallah e la perdita di numerosi comandanti di medio livello. Si crede che, una volta decapitata la leadership, l’intera organizzazione cadrà. Tuttavia, questa visione è fuorviante. Hezbollah è strutturato in modo decentralizzato, e la morte del suo leader non influirà drasticamente sull’operatività dell’organizzazione. Nasrallah era già stato condannato a morte nel 2006 dagli israeliani, ma la sua sopravvivenza fino ad oggi ha dimostrato quanto sia resiliente l’organizzazione.
Hezbollah non si affida esclusivamente alla propria leadership locale, ma ha sempre duplicato le posizioni chiave con ufficiali iraniani del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e delle Forze Quds. Questo garantisce la continuità operativa anche in caso di perdita di figure importanti. Ad esempio, nonostante l’assassinio di comandanti come Radwan Ali Hassin e Muhammad Saroor, le operazioni contro Israele sono proseguite senza interruzioni.
L’organizzazione è uno stato militare parallelo con una struttura ben ramificata. I leader militari e politici sono spesso figure distinte, e i comandanti sul campo non sono facilmente identificabili dalle operazioni pubbliche. Ciò significa che la leadership può essere sostituita senza compromettere le operazioni militari. Sheikh Nasrallah, ad esempio, potrebbe essere rimpiazzato da Hashem Safieddin, un suo cugino noto per le sue posizioni radicali, mostrando la lunga preparazione interna per la successione.
Dal punto di vista militare, Hezbollah è organizzato in piccoli gruppi tattici altamente mobili, composti da 250 a 500 soldati. Questa struttura garantisce una difesa flessibile e adattabile alle condizioni del campo di battaglia, permettendo all’organizzazione di operare con efficienza anche senza mezzi pesanti come artiglieria o veicoli blindati. I combattenti di Hezbollah sono addestrati a condurre operazioni in un territorio che conoscono bene, utilizzando riserve di missili e munizioni per mantenere la loro capacità operativa in situazioni di difesa prolungata.
Questo modello è nato dall’esperienza della guerra del 1982, quando formazioni militari più grandi come le brigate si sono dimostrate poco manovrabili e vulnerabili. Hezbollah ha imparato a sfruttare al massimo le unità più piccole e autonome, in grado di operare indipendentemente grazie ai propri comandi locali. Questa struttura ha permesso all’organizzazione di tenere testa all’esercito israeliano nel 2006, infliggendo danni significativi e costringendo le forze di Tel Aviv a fermarsi prima di raggiungere il fiume Litani.
Nonostante i massicci attacchi israeliani, l’ala militare di Hezbollah non è stata annientata. Sebbene abbia subito perdite, l’organizzazione ha dimostrato una notevole capacità di resistere e continuare a combattere, grazie alla sua struttura decentralizzata e alla tenacia dei suoi comandanti. Il sostegno iraniano, fornito tramite ufficiali esperti e risorse strategiche, assicura inoltre la continuità delle operazioni militari, rafforzando ulteriormente la resilienza del gruppo.
Hezbollah non è solo una forza militare, ma anche un partito politico con un ampio sostegno popolare, che svolge un ruolo centrale nell’assistenza sociale e nello sviluppo comunitario in Libano. Definirlo esclusivamente come “organizzazione terroristica” è una semplificazione che ignora la complessità della sua natura e il suo radicamento nella società libanese. Questo approccio viene spesso utilizzato come strumento retorico per legittimare attacchi indiscriminati contro il gruppo, ma non coglie la realtà della sua influenza politica e sociale.
Inoltre, sul fronte siriano, Hezbollah ha combattuto contro i veri gruppi terroristici come al-Qaeda e ISIS, che sono stati lasciati prosperare da una certa inerzia occidentale e, in alcuni casi, perfino sostenuti attivamente. Hezbollah, dunque, va compreso non solo come un attore militare, ma come un’entità con una complessa rete politica e sociale, capace di resistere grazie al suo profondo legame con il territorio e le persone che rappresenta.
In conclusione, Hezbollah non può essere neutralizzato facilmente colpendo soltanto la sua leadership. La sua natura decentralizzata, unita all’addestramento militare avanzato dei suoi comandanti e combattenti, lo rende una forza difficile da sconfiggere. Anche se Israele proseguisse con un’invasione terrestre, non basterebbe per eliminare Hezbollah, che ha dimostrato di sapersi adattare e rispondere con forza agli attacchi, sia militari che politici.