La pubblicazione al Monitor riferisce una notizia “non da poco” avvenuta nella provincia di Idlib governata dalla formazione militante salafita Hayat Tahrir al-Sham (separatasi da al Qaeda nel 2016).
Viene riferito che il leader di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) “attualmente attiva e coinvolta nella guerra civile siriana”, sta mostrando segnali di apertura, concedendo le celebrazioni religiose pubbliche ai cristiani locali ancora rimasti a Idlib.
In particolare, al Monitor rivela attraverso fonti dirette che “Hayat Tahrir al-Sham ha consentito la riapertura della chiesa di Sant’Anna nella campagna di Idlib (vedi qui immagini di Syria TV) mesi dopo che il leader dell’HTS Abu Muhammad al-Jawlani “ha incontrato la comunità cristiana nell’area, in quello che molti vedono come un tentativo di autodefinirsi moderato e ottenere il sostegno esterno”.
Il giornalista Khaled al-Khateb nel suo articolo “I cristiani a Idlib, in Siria, celebrano una grande messa” racconta di come “i cristiani della provincia nord-occidentale di Idlib, in Siria, hanno celebrato il giorno di Sant’Anna il 28 agosto in una chiesa apostolica armena dedicata alla santa, 10 anni dopo la chiusura della chiesa”.
Al Monitor ha preso contatto direttamente con un notabile cristiano nel villaggio di Yacoubia, nella campagna sud-occidentale di Idlib, che ha affermato che “Decine di cristiani, inclusi chierici, provenienti dai villaggi di Qunaya, al-Jadida e Yacoubia nella campagna di Idlib hanno partecipato il 28 agosto nella cerimonia di apertura della chiesa di Sant’Anna a Yacoubia. La cerimonia si è svolta il giorno di Sant’Anna, che si celebra l’ultima domenica di agosto di ogni anno. I cristiani armeni ortodossi della zona avrebbero celebrato questo giorno e praticato i loro rituali religiosi prima dello scoppio della rivoluzione siriana e prima che il governo perdesse il controllo dell’area”.
Il notabile cristiano ha aggiunto: “È stato un evento favoloso e i partecipanti hanno apprezzato il cibo e l’atmosfera gioiosa. Per la prima volta in 10 anni, i cristiani hanno celebrato una messa festiva nel giorno di Sant’Anna nel villaggio. Da quando l’opposizione e le organizzazioni jihadiste hanno preso il controllo dell’area, i cristiani rimasti qui hanno praticato i loro riti religiosi in modo limitato e lontano dai media”.
Ed ha così continuato: “Il leader dell’HTS [Abu Muhammad al-Jawlani] ha promesso quando ha visitato i villaggi cristiani di Idlib a luglio e ha incontrato dignitari e religiosi cristiani per proteggere i cristiani in queste aree e consentire loro di praticare i loro rituali religiosi. Ha anche promesso che le proprietà private appartenenti ai cristiani torneranno ai loro proprietari e ha sottolineato che ogni cristiano che è stato sfollato da queste zone è il benvenuto per tornare nella sua città e casa e può recuperare la sua proprietà”.
Nell’articolo viene detto che “le forze di sicurezza di HTS hanno transennato i locali durante la cerimonia di apertura, istituito posti di blocco nelle vicinanze del villaggio e impedito l’ingresso di chiunque provenisse dall’esterno per proteggere i cristiani durante la celebrazione”.
Precedentemente. il leader di HTS Golani aveva “incontrato il 19 luglio alcuni cristiani a Idlib. All’epoca, la Amjad Media Foundation, affiliata a HTS, aveva pubblicato la foto di un incontro tra Golani e un gruppo di cristiani dei villaggi cristiani di Qunaya, Yacoubia e al-Jadida nella campagna di Jisr al-Shughur, nel nord-ovest di Idlib. Ma i dettagli delle discussioni non sono stati resi pubblici”.
Non sono mancate proteste da parte delle altre organizzazioni salafite: “L’apertura della chiesa e la pratica delle celebrazioni cristiane pubblicamente e sotto la protezione di HTS hanno suscitato rabbia e critiche tra i jihadisti che avevano disertato da HTS“.
In particolare, Hurras Al Din (I Guardiani della religione), “affiliato ad al-Qaeda, che si oppone a HTS, ha attaccato Julani per aver permesso ai cristiani di celebrare il giorno di Sant’Anna e ” rendere Idlib meno musulmana ” [Hurras al Din è stata cacciata da HTS nel 2021 ma ne faceva parte].
Perché apertura di HTS verso le minoranze cristiane?
E da tempo che HTS sta eseguendo un “rebranding”, anche con l’aiuto degli apparati statunitensi ed anglosassoni: “Abu Hamza al-Kurdi, un jihadista residente a Idlib che ha disertato da HTS, ha detto su Telegram il 29 agosto che l’apertura della chiesa rientra nel piano di Julani di espandere il suo potere sfruttando la religione”.
Una fonte diretta di Al-Monitor spiega che: “Julani sta cercando di avvicinarsi ai cristiani di Idlib. È probabile che in futuro dia loro più libertà e permetta loro di riaprire più chiese. Attraverso questo, Golani cerca di avvicinarsi all’Europa e agli Stati Uniti e di convincere l’Occidente che la sua organizzazione è diventata moderata, non più estremista e che non rappresenta più una minaccia per il resto delle componenti sociali e religiose siriane”.
La stessa fonte ha aggiunto: “Julani sembra essere pronto a fare più concessioni e invia costantemente messaggi diretti per raggiungere il suo obiettivo di ottenere l’accettazione internazionale e rimuovere il nome della sua organizzazione dalla lista nera del terrore in modo da avere una parte nel futuro di Siria.”
E ha così proseguito: “Mentre i cristiani di Idlib ora possono praticare le loro celebrazioni e riaprire le loro chiese, le forze di sicurezza di Julani stanno inseguendo , arrestando e stringendo il cappio sui jihadisti”.
Prima di queste aperture i cristiani di Idlib erano soggetti a restrizioni molto più pesanti che hanno costretto la maggior parte di loro a fuggire fuori della provincia, nelle zone governative. Nella prov. di Idlib risiedevano circa 10.000 cristiani ora sono rimasti solo 200.
L’articolo conclude con un funzionario di HTS che ricorda: “L’Islam non vieta alle sette e alle persone di altre religioni di praticare i loro rituali religiosi. Sulla base di ciò, i cristiani che sono cresciuti a Idlib hanno il diritto di praticare liberamente i loro rituali. HTS si occupa di tutti i siriani a Idlib, indipendentemente dalle loro sette, in modo equo. Dobbiamo proteggere tutti i siriani, indipendentemente dalle loro affiliazioni religiose, settarie ed etniche”.
Considerazioni
Non si può che essere contenti delle aperture di HTS e del suo leader Abu Muhammad al-Julani. Naturalmente, si spera che il cambiamento non sia solo di facciata e temporaneo, ma che segni una svolta decisiva che porti realmente a considerare i cristiani parte integrante della società, con gli stessi diritti di ogni membro della comunità.
Per meglio inquadrare il contesto è però utile ricordare che i cristiani di Idlib sono chiamati anche “discendenti dei sopravvissuti, riferendosi questo termine con i sopravvissuti del massacro dell’Impero ottomano del 1915.
Durante il periodo di governo di Assad ad Idlib,- come in tutta la Siria – ogni minoranza religiosa cristiana poteva svolgere pubblicamente ogni celebrazione ed era assicurata la libertà religiosa completa. Prima della occupazione di Idlib, le famiglie cristiane risiedevano soprattutto nei villaggi di Jisr al-Shughour e di Ya’aqubiya, Al-Qunaya, Al-Jadida e Al-Ghassania, in tutto 179 famiglie cristiane, comprendenti siriani, assiri, caldei e armeni.
Poi è accaduta la guerra civile siriana, voluta diretta e ancora attivamente supportata da sponsor esterni (che ha portato anche le truppe occidentali sul suolo siriano in funzione anti-siriana).
È interessante che la persecuzione dei cristiani viene riconosciuta anche dall’ Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR) che è stato per tutta la guerra siriana il referente mediatico in occidente dell’opposizione siriana finanziata ed armata dall’occidente e dai paesi del Golfo. Nel 2020 la stessa SOHR denunciò la decisione dei jihadisti di Idlib, di confiscare le proprietà dei Cristiani in applicazione della “legge islamica della sharia”.
SOHR precisava:
HTS ha bloccato i cristiani della città di Idlib, perseguitando i proprietari e gli occupanti delle loro proprietà. Il loro ufficio denominato “ufficio delle proprietà dei cristiani” facente capo ad HTS, che considera tutte le proprietà cristiane come un bottino, ha notificato agli inquilini di verificare con gli uffici amministrativi, i termini per rinnovare i contratti e di stabilire nuovi termini, incluso l’innalzamento degli affitti di case e negozi che un tempo erano di loro proprietà.
Inoltre HTS ha informato i cristiani residenti che il suddetto ufficio in ogni momento ha il diritto di affittare, acquisire e alienare la proprietà in qualsiasi momento, a proprio insindacabile giudizio.
Non si trattò solo di sequestri di case (vedi qui anche ASIA NEWS) e di privazione della libertà religiosa.
I cristiani furono oggetti anche rapimenti ed uccisioni.
Riporto di seguito di AGENSIR:
(…) Cristiani vittime di rapimenti e omicidi. Dal canto loro i cristiani di Knayeh e Yacoubieh vivono rintanati in casa terrorizzati. “La paura è enorme per le nostre comunità già povere – dichiara il frate -. Gli aiuti non arrivano come un tempo e sono iniziati i rapimenti non conosciamo gli autori di questi crimini, se siano semplici malviventi o membri delle milizie che controllano la zona. Alcuni giorni fa è stato rapito il nostro avvocato e la famiglia ha dovuto sborsare circa 50mila dollari per il suo rilascio. Una cifra enorme”. Anche padre Hanna ha vissuto l’esperienza del rapimento: venne prelevato da miliziani del fronte Jahbat Al-Nusra, nell’ottobre del 2014, con 16 parrocchiani. “Dopo diversi giorni sono stato riportato al mio convento di Knayeh”, ricorda il religioso. “Volevano costringerci alla conversione e prenderci il convento. Ma siamo rimasti saldi nella fede e tornati a casa più forti e motivati di prima”. (…).
La maggior parte dei cristiani (autoctoni) a causa delle persecuzioni e le minacce subite lasciò la provincia tra il 2015 e 2016. L’esodo ha portato oggi l’85% dei cristiani fuori dalla provincia di Idlib.
VPNews
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foto apertura: celebrazione a Sant’Anna in agosto 2022 (Syria Tv: https://www.syria.tv/)
Qui altre foto della cerimonia di apertura e celebrazione: Syria TV
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