Segnalo un interessante articolo pubblicato su CovertAction Magazine dal titolo “Thought about CIA’s Timber Sycamore Operation“. Questo contributo svela importanti retroscena della guerra in Siria, un tema che anch’io ho trattato in passato. Tuttavia, ritengo opportuno riprenderlo alla luce della continua manipolazione delle notizie.
A seguire, propongo una sintesi analitica dell’articolo, con riferimenti ai principali passaggi e collegamenti ipertestuali. L’obiettivo è evidenziare come l’autore abbia strutturato la sua argomentazione, mettendo in risalto le tesi chiave riguardanti l’operazione segreta condotta dagli Stati Uniti in Siria e il modo in cui i media ne abbiano sistematicamente sottovalutato o omesso l’importanza.
1. Contesto e tesi principale
L’articolo afferma come i media statunitensi abbiano sostanzialmente oscurato o minimizzato il ruolo di Washington nel rovesciamento del governo siriano di Bashar al-Assad, culminato nella sua presunta fuga in Russia l’8 dicembre 2024. Secondo l’autore, i titoli trionfalistici (“la più grande rivoluzione in Medio Oriente degli ultimi 45 anni”) e i toni entusiastici delle testate quali The New York Times e The Wall Street Journal non avrebbero approfondito la responsabilità diretta degli Stati Uniti in un’operazione di cambio di regime iniziata nel 2011-2013, nota come Operazione Timber Sycamore.
Principale riferimento nel testo
- Operazione Timber Sycamore: sezione “Operazione Timber Sycamore”
2. Le fonti giornalistiche principali e i relativi link
L’autore cita numerosi articoli comparsi su The New York Times, The Wall Street Journal, CNN e altri media. Tali articoli vengono presentati come esempio di una copertura spesso parziale: accentuano le atrocità attribuite al governo siriano e alla famiglia Assad, ma non menzionano le esecuzioni sommarie e gli atti di violenza commessi dai nuovi governanti islamisti o dai gruppi jihadisti. Riporto qui i link e riferimenti principali come appaiono nell’articolo:
- Thomas L. Friedman, “Qualunque cosa accada in Siria non rimarrà in Siria”, The New York Times, 15 dicembre 2024, B4.
[Fonte nel testo, nota [1]] - Mike Whitney, “Black Flag Over Damascus,” The Unz Review, 8 dicembre 2024,
https://www.unz.com/mwhitney/black-flag-over-damascus/Jonathan Cook, “Assad in Siria è caduto, proprio come il Pentagono aveva pianificato 23 anni fa”, jonathancook.substack.com, 11 dicembre 2024,
https://jonathancook.substack.com/p/syrias-assad-has-fallen-just-as-the - Mostafa Salem, “Come il leader ribelle siriano è passato da jihadista radicale a ‘rivoluzionario’ che indossa un blazer”, CNN, 6 dicembre 2024,
https://edition.cnn.com/2024/12/06/middleeast/syria-hts-al-jolani-profile-intl/index.html - Edward Wong, Michael Crowley e Helene Cooper, “Gli Stati Uniti si affannano per affrontare i pericoli di una nuova Siria”, The New York Times, 9 dicembre 2024.
- Raja Abdulrahim, “La vita sotto i ribelli siriani: regole severe, strade asfaltate e pragmatismo”, The New York Times, 18 dicembre 2024, A4.
- John Browden, “Biden promette di riportare a casa il giornalista statunitense Austin Tice mentre definisce la caduta di Assad ‘un momento di opportunità storica per la Siria’”, The Independent, 8 dicembre 2024,
https://www.yahoo.com/news/biden-promises-bring-us-journalist-190304775. - Jared Malsin, “Eseguito, eseguito, morto per malattia: i tristi precedenti della famigerata prigione siriana”, The Wall Street Journal, 12 dicembre 2024,
https://www.wsj.com/news/author/jared-malsinJared Downing, “La flotta privata di auto di lusso di Bashar al-Assad rivelata…”, The New York Post, 8 dicembre 2024,
https://www.msn.com/en-us/news/world/bashar-al-assad-s-private-fleet-of-luxury-cars-revealed-as-syrians-loot-his-palaces-after-dictator-was-forced-to-flee-the-country/ar-AA1vuqiQ - Al Mayadeen, “Le nuove forze del regime in Siria effettuano esecuzioni sommarie a Latakia”, 10 dicembre 2024,
https://english.almayadeen.net/news/politics/armed-groups-in-syria-carry-out-summary-esecuzioni
e “HTS, gruppi armati, assalto al Santuario Sayyeda Zeinab, chiesa di San Giorgio”, 11 dicembre 2024,
https://english.almayadeen.net/news/politics/hts–armed-groups-assault-sayyeda-zeinab-santuario–st–georges - Neil MacFarquhar, “L’eredità della famiglia Assad è una di feroce oppressione”, The New York Times, 8 dicembre 2024,
https://www.nytimes.com/2024/12/08/world/middleeast/assad-family-legacy-syria.html?auth=linked-google1tap - Sune Engel Rasmussen, “L’Iran subisce un colpo di ‘proporzioni storiche’ con la caduta di Assad”, The Wall Street Journal, 10 dicembre 2024.
- Jeremy Kuzmarov, “I media tradizionali colludono con il governo degli Stati Uniti per nascondere la fonte della straziante crisi umanitaria in Siria”, CovertAction Magazine, 30 giugno 2023,
https://covertactionmagazine.com/2023/06/30/mainstream-media-colludes-with-us-government-to-conceal-source-of-syrias-heartbreaking-humanitarian-crisis/ - Caitlin Johnstone, “La Siria è assorbita nell’Impero”, Consortium News, 9 dicembre 2024,
https://consortiumnews.com/2024/12/09/syria-is-absorbed-into-the-empire/ - Robert F. Kennedy, Jr., “Perché gli arabi non ci vogliono in Siria”, Politico Magazine, 22 febbraio 2016,
https://www.politico.com/magazine/story/2016/02/rfk-jr-why-arabs-dont-trust-america-213601/ - Seymour M. Hersh, “The Red Line and the Rat Line”, London Review of Books, 17 aprile 2014.
3. Parte I: La narrazione trionfalista e l’occultamento delle violenze dei ribelli
- L’autore sottolinea che, dopo la fuga di Assad, i media USA hanno celebrato quello che definiscono un grande successo della “rivoluzione siriana”, mentre il nuovo leader, Abu Mohammed al-Jolani, in passato era collegato ad al-Qaeda ed era ricercato con una taglia di 10 milioni di dollari.
- Thomas L. Friedman (The New York Times) e Sune Engel Rasmussen (Wall Street Journal) vengono presentati come esempi di analisti che enfatizzano la caduta di Assad senza però evidenziare la natura jihadista di alcune delle milizie ribelli vittoriose.
- Vengono inoltre denunciati casi di esecuzioni sul campo, pulizia settaria, profanazioni di siti religiosi e vendette contro i sostenitori di Assad, taciuti o minimizzati.
Punto cruciale: I media avrebbero preferito concentrarsi su presunte ricchezze di Assad e paralleli con la mafia (la famiglia Corleone, citazione di Neil MacFarquhar [9]) anziché raccontare l’azione brutale dei vincitori.
4. Parte II: Il costo umanitario e le sanzioni
- L’articolo documenta il disastro umanitario in Siria, con centinaia di migliaia di bambini malnutriti, milioni di persone senza cibo adeguato e l’80-90% della popolazione finita in povertà.
- Sottolinea che le sanzioni statunitensi imposte dal 2011 in poi – e intensificate negli anni successivi – abbiano paralizzato l’economia siriana e reso ancora più devastanti gli effetti della guerra civile.
Punto cruciale: Secondo l’autore, i media statunitensi ignorano sistematicamente come queste misure – mirate a rovesciare Assad – danneggino soprattutto i civili.
5. Parte III: Operazione Timber Sycamore
Questa è la parte centrale del pezzo, in cui si illustra come l’amministrazione Obama (su suggerimento iniziale del generale David Petraeus) abbia avviato, nel 2013, l’operazione segreta denominata Timber Sycamore.
- Scopo principale: fornire denaro, armi e addestramento ai ribelli siriani per rovesciare Assad.
- Attori coinvolti: CIA, regno saudita, Qatar, Turchia e Giordania.
- Conseguenze: armi sofisticate (lanciarazzi, Kalashnikov, missili anticarro) finite nelle mani di formazioni riconosciute come terroristiche (al-Qaeda, IS).
- Finanziamento: l’operazione è costata oltre 1 miliardo di dollari, la più grande operazione segreta dai tempi del sostegno della CIA ai mujahidin in Afghanistan negli anni ’80.
L’articolo cita:
- La “rat line” dalla Libia (dopo la caduta di Gheddafi) alla Siria, spiegata da Seymour Hersh ([14]).
- La testimonianza dell’ex generale Wesley Clark sull’elenco di sette Paesi da rovesciare (“Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran”).
- Le analisi di Robert F. Kennedy, Jr. sul gasdotto del Qatar come motivazione geostrategica (contesa con l’Iran per rifornire l’Europa, isolare la Russia e rafforzare l’influenza statunitense).
Punto cruciale: A differenza di quanto sostenuto dai media mainstream – che parlano di una rivolta “popolare” improvvisa – l’autore dimostra che la regia statunitense era attiva e pianificata da anni, sia per motivi geopolitici (contenimento dell’Iran e della Russia) sia energetici (la costruzione del gasdotto del Qatar).
6. Parte IV: Critica al ruolo dei media
- L’articolo denuncia come The New York Times, The Wall Street Journal e persino alcuni media alternativi (come Democracy Now!) abbiano spesso sottaciuto Timber Sycamore, nonché la natura jihadista di molte milizie finanziate.
- Secondo l’autore, la narrativa ufficiale è stata quella di un Assad “macellaio” (con accuse su uso di armi chimiche, poi smentite da analisti come il professore del MIT Theodore Postol e il giornalista Seymour Hersh) contrapposto a un fronte ribelle democratico e legittimo.
- In realtà, la guerra civile siriana viene presentata come un conflitto per procura (proxy war), in cui gli Stati Uniti hanno sfruttato milizie islamiste e curde per rovesciare il governo.
Punto cruciale: L’articolo rimarca che l’opinione pubblica occidentale è stata manipolata attraverso una narrazione selettiva, mentre i veri obiettivi di Washington erano e rimangono geopolitici: contenere l’influenza di Iran, Russia e ostacolare Hezbollah e altri gruppi appoggiati da Teheran.
7. Conclusioni dell’autore
- Il crollo finale del regime di Assad (descritto come un fatto “storico” e “rivoluzionario”) viene letto dall’articolo come l’ultimo tassello di una guerra segreta durata oltre 13 anni, in cui le potenze esterne hanno giocato un ruolo chiave nel sostenere, armare e incoraggiare i ribelli.
- Le conseguenze umanitarie sono state catastrofiche per la popolazione siriana, peggiorate dall’isolamento e dalle sanzioni occidentali.
- Il “nuovo ordine” in Siria, governato da ex qaedisti, potrebbe essere più repressivo e instabile di quello di Assad, senza prospettive di pace o ricostruzione a breve termine.
- Infine, la narrazione mediatica – secondo l’autore – continua a insistere su una lettura semplicistica del conflitto, ignorando gli aspetti più compromettenti per le potenze occidentali.
Osservazioni finali
L’articolo offre un quadro alternativo rispetto alla narrazione dominante sulla guerra in Siria e sulla fuga di Bashar al-Assad, evidenziando:
- L’esistenza di un piano di cambio di regime di lunga data (accennato dallo stesso generale Wesley Clark).
- La complicità dei media, accusati di alimentare una versione unilaterale dei fatti.
- L’importanza dei fattori geopolitici ed energetici (gasdotto, alleanze regionali) che avrebbero spinto gli Stati Uniti e i loro alleati a investire miliardi di dollari in un’operazione segreta.
La parte più rilevante per comprendere la visione dell’autore è senza dubbio la sezione relativa a Operazione Timber Sycamore, dove si concentra l’argomento che confuta la presunta “spontaneità” della rivoluzione siriana.
In definitiva, l’articolo invita il lettore a valutare con spirito critico la copertura dei media statunitensi e a considerare elementi quali:
- Il ruolo effettivo degli Stati Uniti e dei loro alleati nella caduta di Assad.
- L’impatto delle politiche estere e delle sanzioni sulla popolazione siriana.
- La continuità storica di alcuni metodi (armi ai ribelli, “rat line”) già visti durante gli anni ‘80 in Afghanistan.
La chiave di lettura resta la consapevolezza che il conflitto siriano sia stato, in larga misura, un conflitto per procura, con molteplici potenze interessate a ridisegnare gli equilibri in Medio Oriente.