Commento molto interessante di Jens Berger sulle NachDenkSeiten. Cosa c’è dietro il discorso di domenica di Merkel, siamo di fronte ad una svolta storica oppure Merkel sta solo facendo campagna elettorale a spese dell’europeista Schulz? Dietro la narrazione partigiana dei media mainstream tedeschi, stranamente allineati sulla linea Merkeliana, potrebbe nascondersi una svolta storica e la fine della sudditanza tedesca nei confronti degli Stati Uniti. Dalle nachdenkseiten.de
Chiunque in questi giorni abbia seguito i media mainstream, avrà sicuramente assistito ad una interpretazione molto tedesca degli ultimi eventi: un macho un po’ folle ha conquistato la Casa Bianca ed è sul punto di rovinare il mondo. Messa con le spalle al muro, la Cancelliera Merkel riprende con forza la sua leadership e assume il comando delle operazioni per dare vita ad una nuova e forte Europa senza gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Cosi’ ha parlato Angela Merkel durante il suo discorso sotto il tendone della birra in Baviera e cosi’ lo hanno raccontato i media. Come si colloca in questo scenario il “piano segreto di Merkel per l’Europa” di cui la FAS ha parlato nel fine settimana? Un piano segreto chiaramente pronto da tempo e che ora viene proposto come “una reazione spontanea” agli ultimi eventi? Almeno su questo punto dobbiamo porci delle domande. E’ possibile che lo scontro diplomatico con Trump arrivi al momento giusto per trasformare la Germania nella potenza egemone dell’Europa continentale? Questa sarebbe l’altra possibile interpretazione degli ultimi eventi, che qui vorrei discutere.
“Uno dei compiti principali della NATO era quello di inserire la Germania all’interno di un quadro internazionale che le impedisse di trasformarsi ancora una volta in una minaccia per la pace, come era accaduto durante la prima e la seconda guerra mondiale. Nelle parole del primo Segretario Generale, la NATO nasceva “per tenere i russi fuori, gli americani dentro e i tedeschi sotto”. E ora Merkel dà l’impressione che gli americani non siano piu’ veramente dentro e che la Germania e l’Europa intendano avere un ruolo molto piu’ sostanziale e indipendente rispetto a quello avuto negli ultimi 70 anni.” Henry Farrell dal Washington Post di lunedì
Il Washington Post e il New York Times, che parla di uno “spostamento tettonico”, sono sostanzialmente unanimi nella loro valutazione delle recenti dichiarazioni della Cancelliera. Merkel, domenica in un tendone della birra a Monaco di Baviera, avrebbe sepolto le relazioni transatlantiche. “I tempi in cui potevamo fare completo affidamento sugli altri sono finti”. Il riferimento è alle presunte incomprensioni avvenute durante il vertice Nato di Bruxelles e il vertice G-7 di Taormina, rivenduti dai media come un insuccesso.
Perché? Che Trump avrebbe insistito per una maggiore spesa militare degli europei e che in tema di politica climatica non avrebbe approvato una mozione non concordata in precedenza, era chiaro fin dall’inizio: entrambi i temi soprattutto per ragioni di politica interna. Il resto era cosmesi. Prima Trump ha dato uno spintone al presidente di un paese che in Germania nessuno conosce , e poi ha fatto sapere, con un’affermazione dal punto di vista contenutistico ineccepibile, che gli avanzi commerciali tedeschi sono un problema…i nostri media hanno teatralmente trasformato la formulazione riportando che “la Germania sarebbe molto cattiva”, ma anche questo fa parte del copione.
Mentre Merkel annunciava la sua nuova dottrina geostrategica nel tendone della birra a Monaco, usciva contemporaneamente sulla testata principale del conservatorismo tedesco, la „Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung“, l’articolo un po’ strano di un insider, in cui si parlava “della visione di Merkel” per un “piano segreto per l’Europa”. Introdotto dal vertice internazionale apparentemente fallito e dal discorso bavarese di Merkel, la FAS delineava le misure, in parte ancora non concrete, con cui la Cancelliera vorrebbe prendere “nelle proprie mani il destino d’Europa”, come formulato nell’articolo in maniera esageratamente prosaica. Partendo dalla gestione dei rifugiati, passando ad una piu’ stretta cooperazione degli eserciti dell’Europa continentale, fino ad un modello di finanziamento che prevede di utilizzare il denaro proveniente dall’IVA per aiutare quei paesi che faranno le cosiddette “riforme”, o alla presa della BCE da parte dell’uomo fidato di Merkel Jens Weidmann, il documento, apparentemente non cosi’ segreto, contiene diversi punti da considerare in maniera critica, la cui combinazione potrebbe consolidare le suggestive ambizioni egemoniche tedesche nell’Europa continentale.
E questa è anche l’altra interpretazione della storia: dopo che la Gran Bretagna ha preso congedo dall’UE e gli Stati Uniti hanno perduto l’iniziativa con un presidente internamente sotto pressione e sul piano diplomatico internazionale alquanto goffo, la Germania intende sfruttare la situazione per trasformarsi nella potenza egemone del continente. Le probabilità sono buone: l’influenza della Russia è stata marginalizzata ed il paese è stato trasformato in una minaccia comune contro la quale soprattutto i paesi dell’Europa dell’est hanno bisogno di un protettore. L’Europa del sud, per via del debito estero, è già nelle mani della Germania. La Gran Bretagna e gli USA si muovono in maniera incerta nel mondo mentre la Francia – come voluto “dal caso” – ha un nuovo presidente ancora senza esperienza che fa affidamento sulla Germania e che senza dubbio ha un’affinità con la base ideologica neoliberista tedesca. Si tratta di un’occasione storica.
Cosi’ l’ultima settimana si è sviluppata esattamente secondo i piani della Cancelliera. Divide et impera. Stati Uniti e Gran Bretagna si isolano sempre di piu’, la Russia resta là fuori come una presunta minaccia e l’Europa è sempre piu’ tedesca. In verità sarebbe la Germania a dover essere sempre piu’ europea. Mentre i nostri media ogni giorno si lamentano per il motto di Trump “America first”, sotto i nostri occhi prende forma un “Germany first”, che di fatto puo’ essere definito da un punto di vista geo-strategico come uno spostamento tettonico, come una svolta storica, oppure come una cesura. Se si prende per buona questa interpretazione, invece di quella ufficiale, risulta evidente il fallimento di Trump, che sicuramente provoca una grande irritazione nelle elite transatlantiche americane. Donald Trump potrebbe passare alla storia come il presidente degli Stati Uniti che dopo 70 anni di leadership incontrastata ha messo in discussione la supremazia americana in Europa.
Naturalmente un tale scossone politico non deve trasformarsi necessariamente in uno svantaggio. Se l’Europa dovesse liberarsi dalle grinfie della aggressiva politica estera americana, ci sarebbe ovviamente un motivo per festeggiare. Tuttavia appare alquanto problematico il fatto che la nuova egemonia tedesca coincida con un duro scontro con la Russia, la seconda grande potenza sul terreno europeo. E questo è molto preoccupante, soprattutto perché questa costellazione in passato ha portato a crisi e guerre. Inoltre è da considerarsi problematico che l’Europa si avvii verso un nuovo “periodo tedesco” affidandosi ad una ideologia che per la stragrande maggioranza delle persone porta piu’ svantaggi che vantaggi – il neoliberismo.
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