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I pipistrelli sopravvivono a una gran quantità di virus, noi sempre di meno

Un  interessante articolo del New York Times risponde alla domanda “Come vivono i pipistrelli con così tanti virus?“: ovviamente è particolarmente interessante visto che in questi giorni una molteplicità di fonti ha attribuito la diretta responsabilità di questi mammiferi volanti alla diffusione del virus coronavirus.

Il ragionamento è infatti molto semplice: “Se i precedenti focolai di coronavirus sono scoppiati sempre a causa di un passaggio dall’animale all’uomo, allora  anche l’epidemia scoppiata nella città cinese di Wuhan – “apparentemente in un mercato che vendeva pollame vivo, frutti di mare e animali selvatici” -,  è direttamente connessa con l’evento.

Attualmente l’ipotesi più accreditata  è che il cosiddetto ‘salto’ sia stato compiuto dai pipistrelli all’uomo. Ne è convinto il dottor Peter Dashak, presidente dell’EcoHealth Alliance, “che lavora in Cina da 15 anni studiando malattie che vengono trasmesse dagli animali alle persone”. Lo studioso al New York Times, ha dichiarato: ”

Non conosciamo ancora la fonte dell’infezione, ma ci sono prove abbastanza valide [che l’infezione sia stata portata dal pipistrello]  ferro di cavallo cinese“, una specie comune che pesa un’oncia.

 Il coronavirus dei pipistrelli  ha causato anche le  “epidemie di SARS e MERS epidemiche … nonché le epidemie  virali nei suini con elevata distruttività’. Il pipistrello quindi è il maggior  indiziato ad aver portato il virus alle persone. Ma se anche questa volta  sarà  dimostrato che i pipistrelli hanno dato inizio all’epidemia di coronovarirus, vuol dire solo che questa  varietà si unirà a molti altri virus portati dai pipistrelli.

Il punto rilevante è infatti che non si tratta di un fatto episodico, ma sistemico.
Per capire bene la dinamica occorre conoscere la fisiologia del pipistrello. In proposito, dice il New York Times:
Un pipistrello può contenere molti virus diversi senza ammalarsi. Sono un serbatoio naturale del virus Marburg, così come i virus Nip e Hendra, che hanno causato malattie e focolai umani in Africa, Malesia, Bangladesh e Australia. Si ritiene che siano un serbatoio naturale del virus Ebola. Sono portatori anche del virus della rabbia, ma in questo caso i pipistrelli soffrono di questa malattia. La loro tolleranza ai virus, che è superiore a quella di altri mammiferi, è una delle loro molte qualità distintive. Sono gli unici mammiferi volanti, si nutrono di tonnellate di insetti patogeni e sono necessari per l’impollinazione di molti frutti, come banane, avocado e mango. Sono anche un gruppo incredibilmente diversificato, che rappresenta circa un quarto di tutte le specie di mammiferi.
Ma la loro capacità di coesistere con virus che possono diffondersi ad altri animali – in particolare all’uomo – può avere effetti devastanti quando li mangiamo, li scambiamo nei mercati di bestiame o invadiamo il loro territorio.

I pipistrelli quindi sono portatori ma non si ammalano per ”l’adattamento evolutivo che ha cambiato il loro sistema immunitario”.

Le ricerche per scoprire come i pipistrelli trasportano e sopravvivono a così tanti virus è una domanda antica per la scienza, e nuove ricerche mostrano che l’adattamento evolutivo dei pipistrelli al volo ha cambiato il loro sistema immunitario. Questi processi che avvengono nell’organismo sono conosciuti e sono stati oggetto di un articolo scientifico  nel 2018 pubblicato su Cell Host e Microbe  , ove alcuni scienziati provenienti da Cina e Singapore hanno riferito del loro studio indirizzato a scoprire  come i pipistrelli gestiscono quello che viene chiamato ‘sondaggio del DNA’.

A ragione di certe loro caratteristiche i pipistrelli sono capaci di mantenere uno “stato equilibrato di una” risposta efficace “ma non una” risposta eccessiva “contro i virus” (New York Times ).

Perciò lo studio di questi meccanismi è di fondamentale importanza per lo studio di sistemi efficaci per capire “come controllare  l’attuale scoppio del virus, ufficialmente noto come nCoV-201.

Altrimenti – dice il presidente dell’EcoHealth Alliance – anche l’attuale focolaio può essere controllato  “ma a lungo termine se non ne conosciamo l’origine , questo virus può continuare a diffondersi.”

Dello stesso avviso sono anche un gruppo di ricercatori cinesi che – nel mese di febbraio dello scorso – hanno pubblicato l’articoloBat Coronaviruses in China in cui dicono che è probabile che verifichi ancora nel futuro un focolaio come quello attuale:

Si ritiene generalmente che i pipistrelli riappariranno ad innescare la prossima infezione epidemica. A questo proposito, la Cina è probabilmente un punto caldo. Questa non era chiaroveggenza, ma semplicemente una questione di ragionevolezza.
Naturalmente, roditori, primati e uccelli portano anche malattie che possono saltare agli uomini; i pipistrelli sono tutt’altro che soli in questo senso. Ma ci sono ragioni per cui sono stati implicati in diversi focolai di malattia e sono probabilmente coinvolti in un numero maggiore.

Per mia ignoranza, mi sono meravigliato quando ho letto i dati relativi alla straordinaria diffusione dei pipistrelli sul pianeta:  i pipistrelli costituiscono un quarto delle specie di mammiferi, i roditori rappresentano il 50 percento, (poi ci siamo noi umani).

Questo può sembrare incredibile ma invece è tutto vero. Proprio in un articolo del Foglio di 3 anni fa ho letto che di topi ” …in tutta Italia ce ne sarebbero 500 milioni con punta massima a Napoli (12 per ogni abitante). A New York tra 28 e 100 milioni. In Gran Bretagna in dieci anni i ratti sono quasi raddoppiati, arrivando a 80 milioni”.

In particolare, “i pipistrelli vivono in tutti i continenti tranne l’Antartide, nelle immediate vicinanze di persone e fattorie. La capacità di volare li rende diffusi, il che contribuisce alla diffusione di virus e le loro feci possono diffondere malattie. Le persone in molte parti del mondo mangiano pipistrelli e li vendono nei mercati di animali vivi. Questi mercati sono stati la fonte della SARS e forse dell’ultimo focolaio di coronavirus iniziato a Wuhan. Spesso vivono anche in enormi colonie nelle caverne, dove le condizioni affollate sono ideali per trasmettersi i virus l’uno all’altro”.

Il NYT cita inoltre uno studio del dott Daszak , Kevin J. Olivel e altri colleghi dell’EcoHealth Alliance dove hanno dichiarato di aver creato un database di 754 specie di mammiferi e 586 specie di virus e hanno analizzato di quali di quei virus le specie erano portatrici sane. Lo studio ha potuto confermare che “I pipistrelli sono padroni di una percentuale significativamente maggiore di zoonosi rispetto a tutti gli altri ordini di mammiferi”.
Secondo  Wikipedia con il termine ‘zoonosi’ si intende una qualsiasi malattia infettiva che può essere trasmessa dagli animali (escluso l’uomo) all’uomo (o viceversa), direttamente (contatto con la pelle, peli, uova, sangue o secrezioni) o indirettamente (tramite altri organismi vettori o ingestione di alimenti infetti .

Infine  due le conclusioni dell’articolo del NYT (la prima è molto opinabile…).

La prima è infatti che i pipistrelli non sono responsabili in quando sono gli uomini che si mangiano i pipistrelli e non viceversa…:

Mentre i pipistrelli devono essere studiati, la loro fisiologia è comprensibile e i virus in essi contenuti sono tracciati per la salute pubblica, ciò non significa che i pipistrelli debbano essere responsabili dell’epidemia. Come altri hanno notato le Come altri hanno notato, le persone hanno tentato di uccidere i pipistrelli e non viceversa.

La seconda è che non si devono fare più mercati con gli animali vivi e specialmente con quelli che portano notoriamente agenti patogeni ( e questa cosa degli animali vivi – per me che sono contrario anche agli allevamenti in batteria intensivi – è fin troppo lontana da me per essere compresa).

Probabilmente noi storicamente abbiamo fatto peggio in altre cose e certe cose hanno origini culturali e storiche ma come il dott. Dashak ha sottolineato,

 (…) arrestare la vendita di animali selvatici nei mercati è fondamentale per ridurre i futuri focolai. Ma poiché tali focolai [per adesso] sono inevitabili il monitoraggio e lo studio di animali selvatici come i pipistrelli sono ugualmente importanti.

Infine il Dashak ha paragonato la situazione della diffusione del coronavirus con il terrorismo. Egli considera che i focolai di malattie sembrano inevitabili come gli attacchi terroristici . Perciò – dice – per vincere su di loro, è necessaria intelligenza. Beh, non concordo con questa sua ultima affermazione: non è vero che oggi contro il terrorismo si sia usata poi molta intelligenza: tant’è che il terrorismo spesso gli stati lo alimentano, pensando di usarlo a proprio favore.

Dio ci aiuti a non dar prova di imbecillità nel fare lo stesso con i virus! In entrambi i casi – sia nella sfida contro il terrorismo che in quella contro il virus –   è messa in gioco in gioco la libertà nel fare le scelte. La libertà di dirsi portatrici del sistema migliore , della strategia migliore per prevalere sull’altro, la libertà di essere antagonisti l’uno all’altro, non è ancora una gran bella libertà. Il problema è quindi l’uomo davanti al proprio destino, lì è vista in opera  la sua intelligenza.

Il dott. Dashak  – più o meno coscientemente –   nelle sue ricerche, lascia intravedere proprio questo: la prospettiva comunque di un bene. Proprio tramite le sfide odierne potrebbero provenire scoperte decisive per le cure delle nuove infezioni. Dove oggi il pericolo maggiore è l’inefficacia degli antibiotici nel trattamento delle infezioni virali. I progressi saranno però ritardati tanto più non capiremmo la sfida ultima dell’esistenza ed il suo fine ultimo.

E per i pipistrelli? Come vedete nella foto di apertura, c’è chi – come il comune di Bolzano – incoraggia i propri cittadini ad usarli i pipistrelli contro le zanzare posizionando apposite casette sui muri degli edifici. Se domani i pipistrelli stessi ci daranno una risposta per fronteggiare i virus, oggi non posiamo saperlo. Per ora – a quando ho capito –  è meglio lasciar mangiare loro le zanzare (senza mangiarli) e continuare a studiarli…

@vietatoparlare

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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