Nel Corno d’Africa sono 11 milioni le persone al limite della sussistenza, in tre mesi sono morti 29 mila bambini e per le Nazioni unite il rischio è che questa carestia si protragga fino al prossimo dicembre.
Madri costrette a scegliere quali figli lasciar morire per riuscire a portare gli altri all’interno del perimetro del campo profughi. Uomini, donne e bambini che dopo settimane di marcia senza acqua e cibo diventano carne per gli animali selvatici ugualmente affamati. Sono le immagini della “più grande carestia planetaria” come la definisce Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati . (Fatto Quotidiano)
Perchè la TV italiana non parla della tragedia che si sta consumando nel Corno d’Africa?
La motivazione è che la TV è media di intrattenimento e sta seguendo ormai solo logiche di mercato non dell’informazione.
Lo denuncia anche Laura Boldrini portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (fonte il Fatto Quotidiano) : “Di questi tempi non è facile raccontare ciò che accade senza rischiare di apparire quelli che fanno sensazionalismo a tutti i costi. Peggio è riuscire ad avere spazi sui giornali e nei programmi televisivi perché le priorità sono altre. Così quelle persone rischiano di essere invisibili. Mai come in questo momento l’aiuto di ognuno di noi può servire”.
Parlarne sarebbe estremamente necessario: l’intervento messo in atto in questo momento non è sufficiente neanche a superare l’emergenza. Per fornire protezione e soddisfare le prime necessità dell’intero Corno d’Africa – almeno fino alla fine dell’anno – le Nazioni Unite hanno chiesto oltre 144 milioni di dollari ma ne hanno ricevuti 65 milioni, pari solo al 45% del necessario. Portare aiuti in Somalia, poi, è un’impresa perchè è zona di anarchia e di guerra. “ Non esistono buoni o cattivi tra chi ruba beni di prima necessità, perché tutti sono ugualmente disperati mentre i militari sparano sulla folla. Uomini e donne, le cui vite valgono meno di un pugno di grano, il cui prezzo ormai è centuplicato e diventato inaccessibile”.
Le motivazioni di queste conseguenze catastrofiche sono in una visione più ampia da ritrovarsi nello sfruttamento generalizzato dell’Africa:
L’intervento armato in Somalia (1993 Restore Hope) e le politiche occidentali hanno sempre mirato al massimo profitto e sono state connotate dalla massima incongruenza (es. fornire armi a regimi assoluti come in Libia o Somalia appunto – mettere in atto azioni per rendere questi paesi sempre dipendenti senza volontà di emanciparli ma di mantenerli invece eternamente legati e sfruttati . L’intervento occidentale alle crisi internazionali appare di fatto sempre più “suscitare il caos” per poter poi penetrare secondo i propri interessi geostrategici oppure momentanei aiuti di “elemosina” incapaci di emancipare i popoli, peggio a volte non tengono conto della struttura delle società tribali e le snaturano scatenando sanguinosi conflitti .
Altre volte per poter avere carta bianca e condizioni fortemente favorevoli i nostri governi si sono legati a regimi fantoccio che si sono fortemente sostenuti e finanziati alimentando violazione dei diritti umani e corruzione. A d esempio non tutti sanno che la bandiera Libica della nuova Libia è quella del Re Idris che nel dopoguerra ha governato la Libia fortemente inflenzato dagli stati vincitori della II guerra mondiale (es.il petrolio esportato, unica risorsa del paese era venduto a prezzi stracciatissimi anche per quell’epoca).
Dice Laura Boldrini UNCHR (fonte il Fatto Quotidiano) :
“La siccità è un flagello naturale ma le responsabilità di tutto questo, da oltre venti anni, sono da ricercare altrove – attacca Boldrini – e fino a quando il grano verrà utilizzato come energia combustibile non ci sarà alcuna possibilità per quelle persone. Sono loro a pagare il prezzo più alto delle speculazioni finanziarie globali. Ed è su questo che bisogna intervenire a tutto campo ”.
Questa visione negli ultimi anni oltre a rappresentare dei veri fallimenti sotto tutti i punti di vista , hanno causato la morte di migliaia di uomini ed il peggioramento della qualità di vita di milioni di persone nei vari paesi interessati. Solo mettendo in pratica una politica che parti dall’uomo si potrà correggere questo stato di cose. In realtà convivono varie realtà che dicono di mirare agli stessi obiettivi di aiuto ma in realtà si ostacolano: l’intervento delle Ong non serve (se non provvisoriamente come intervento di emergenza) se non c’è una visione politica globale dell’Onu realmente onesta. Invece agli interventi umanitari anche quando momentaneamente efficaci manca una visione di un progetto di miglioramento delle popolazioni che si aiutano che li porti ad una loro autonomia ed emancipazione. Perchè il grande progetto realizzato (GMR ) da Gheddafi (ricercato in tutto il mondo dall’Interpol ) non è riproposto nelle regioni in cui la siccità è endemica?
Non sono un esperto, ma come dice il Papa il problema è etico, si dovrebbe prendere sul serio la dottrina sociale della Chiesa ( Caritas in Veritate – cap III ) nel governo, nel rapporto tra i dei popoli e nell’economia. Una visione realista sull’uomo cosa genera? Genera cambiamenti reali. Vi propongo qui un tipo di intervento (AVSI – Brasile) che dimostra come è possibile intervenire positivamente, un’esperienza in atto da cui si dovrebbe trarre ispirazione e insegnamento: