I turchi si preparano alla guerra contro Haftar e l’Egitto ma non sono ancora pronti

La leadership turca ha un immenso bisogno  di trovare fonti di guadagno e per questo incentiva la sua aggressività all’estero. Infatti l’amministrazione fiscale statale di Tripoli ha dichiarato che avrebbe depositato $ 8 miliardi in una banca turca. Evidentemente i servizi di Erdogan a sostegno del Gna di Serraj si pagano.
Evidentemente il governo turco cerca  di salvare la lira turca e ripagare i debiti dei turchi. Per questo si comincia a spremere la ‘colonia’ della GNA di Tripoli che del resto non ha alternative.  Ma in Libia, sul territorio del GNA, sussiste un disastro completo in termini di denaro, carburante, elettricità, acqua. Tuttavia la colonia compie compie la sua missione, salva la Turchia.
Se i turchi avessero ricevuto Sirte e Jafra ricche di petrolio , le cose sarebbero migliorate. Ma per ora ne sono lontani. Da qui l’insistenza di conquistare queste località.

LIBIA - LNA - mezzi russi Kamaz
LIBIA – LNA – mezzi russi Kamaz

I turchi hanno bisogno di ben oltre 8 miliardi per salvare l’economia, questo anticipo è un regalo insperato ma non sarà sufficiente a lungo.
La fonte addirittura  si chiede dove il governo di Tripoli abbia incassato 8 miliardi, perché i porti petroliferi sono bloccati dall’inverno, forse questi soldi sono il guadagno della vendita di gas all’Italia, ma si tratta comunque di raschiare il fondo.
L’LNA ha già bombardato le posizioni di GNA a Vashka e nell’area ad ovest di Sirte il 27 luglio. Tutto può iniziare in qualsiasi momento. Ma i turchi e i delegati non sono ancora pronti per continuare con operazione ‘Volcano of Rage‘ contro Haftar con successo e perciò aspettano.

Intanto in preparazione, la Turchia ha firmato un accordo militare con il Niger per stabilirsi nella regione al confine con la Libia. La notizia è stata riferita dal Middle East Monitor.
Secondo il giornale, Ankara è interessata alla cooperazione militare al fine di avere una testa di ponte di terra in caso di attesi scontri con l’Egitto in Libia. L’accordo è stato firmato tra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu  e il presidente nigeriano Mahamad Issoufu durante una discussione sullo stato di tensione nella regione.
Chavosoglu, in una conversazione con il leader della repubblica africana, ha anche espresso le intenzioni della Turchia di aiutare il Niger nello sviluppo di trasporti, edilizia, energia, estrazioni minerarie e agricoltura.

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Il segretario stampa del presidente turco Ibrahim Kalin ha affermato che qualsiasi accordo di cessate il fuoco duraturo in Libia richiede il ritiro delle forze di Haftar da Sirte e al-Jufra e il loro ritiro alle posizioni ricoperte dal 2015. Kalyn ha anche osservato che la Turchia non percepisce Haftar in alcun modo , tuttavia, riconosce che esiste un altro parlamento a Tobruk e altri attori a Bengasi. Sono loro che dovrebbero partecipare ai negoziati.

Da parte loro, gli europei sono interessati solo al petrolio mentre Trump focalizza tutta l’attenzione su Covid ed elezioni presidenziali.

Il 12 luglio, su iniziativa dell’Italia, è stato organizzato un incontro tecnico internazionale per discutere la continua chiusura di impianti e campi petroliferi e la sospensione delle esportazioni di petrolio e il suo impatto sull’economia del paese.

Numerose fonti dell’agenzia italiana Adnkronos International (AKI) riferiscono che all’incontro hanno partecipato rappresentanti di Germania, Italia, Francia, Stati Uniti, Egitto e Emirati Arabi Uniti. All’incontro hanno partecipato anche il capo della Libyan National Oil and Gas Company (NOC) Mustafa Sanalla. I partecipanti hanno anche discusso di problemi di sicurezza, aspetti economici e politici della crisi libica.

Un membro della Camera dei rappresentanti (Tobruk) Idris al-Maghribi ha detto ad al-Hadath che in una riunione del vice ambasciatore degli Stati Uniti in Libia e quattro membri della Camera dei rappresentanti LNA, si sono svolte discussioni su come porre fine all’escalation militare sulla prima linea costituita dall’asse Sirte-al-Jufra e aprire canali per trovare una soluzione politica. Il membro della Camera dei rappresentanti ha aggiunto che la parte libica ha chiesto di spostare la capitale nella città da Tripoli a Sirte , perchè Tripoli sarebbe “occupata da forze straniere”. Lo stesso ha detto che è stato deciso “di incentivare le esportazioni di petrolio e creare un conto speciale  che con la vendita dello stesso riceverà entrate dalle esportazioni di petrolio che saranno organizzate e dirette da un unico organo esecutivo”.

Intanto, Gregory L. Aftandilian, un esperto di politica estera americana, ha affermato che è previsto un cambiamento nella politica americana nei confronti del dossier libico se il candidato democratico americano Joe Biden vincesse le elezioni del 2020. Secondo Gregory L. Aftandilian gli USA avrebbero concesso alla Turchia e ai militanti siriani di entrare in Libia ma solo in funzione antirussa. Ma l’esperto prevede che in caso di sconfitta del presidente Trump, tutte le forze straniere dovrebbero lasciare la Libia.

Infine, il segretario stampa dell’LDF , Ahmed al-Mismari, il 30 luglio ha affermato che il cessate il fuoco in Libia può essere stabilito solo dopo che la Turchia avrà lasciato completamente la Libia.
Al-Mismari ha anche accusato la Turchia di usare il cessate il fuoco per contrabbandare armi e mercenari in Libia su navi mercantili. Ha anche detto che la Turchia sta usando carri armati americani e sistemi di difesa aerea Hawk in Libia.
In conclusione, ha osservato che l’LNA ha rafforzato le sue posizioni a Sirte, al-Jufra e nella regione della “mezzaluna petrolifera”.

Un nuovo incontro di diplomatici turchi e russi sulla Libia si svolgerà nel prossimo futuro a Mosca, compreso lo spiegamento delle forze opposte al momento dell’annuncio del cessate il fuoco, ha dichiarato Alexei Zaitsev, vicedirettore del dipartimento e stampa del ministero degli Esteri russo.

In questa fase le unica diplomazia che si confronta con la Turchia mettendo giù continuamente rospi , è la Russia di Putin.

Ankara è sempre più in preda di una leadership ideologizzata. Alla fine degli anni ’90 e nei primi anni 2000, la popolazione turca voleva qualcosa di nuovo, i duri pragmatici dai militari e il partito al potere li stancavano, volevano grandezza, imprese, conquiste, come gli antenati degli ottomani è così che il partito di Erdogan è salito al potere.
Ma ora è ovvio per tutti che il paese è in crisi. Questa crisi potrebbe avere esisti ancora più disastrosi per i turchi e specialmente per gli stati vicini  se il corso attuale non cambia, o continua sotto i fratelli musulmani.
La Turchia ha bisogno di un governo pragmatico sobrio che valuti davvero la forza e le capacità della Turchia, e non appoggiarsi a uomini che sono pronti a iniziare una guerra con i vicini per un pezzo di terra o per impadronirsi si risorse di altre persone solo per sentirsi conquistatori come gli antichi sultani.

@vpnews

 

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