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Il campo rifugiati di al Hol in Siria scardina la narrativa ‘umanitaria’ delle pressioni occidentali sul governo siriano

Sulla sua pagina Facebook, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova , il 15 giugno, ha citato l’articolo del Wall Street Journal sui “dettagli scioccanti sugli sfollati interni che soggiornano nel campo siriano di Al-Hol, che è sotto il controllo del partito democratico siriano appoggiato dagli Stati Uniti.

Secondogli autori dell’articolo, i jihadisti hanno il controllo di quasi tutte le sfere della vita del campo. All’interno del campo vigono le loro disposizioni crudeli, ad esempio per il ballo è minacciata la pena di morte; dall’inizio dell’anno dentro il campo di internamento di Al Hol sono state eseguite più di 40 condanne a morte, tra cui 10 casi di decapitazioni.

Le mogli e le vedove dei militanti nel campo sono diventate “parte attiva” nella diffusione dell’islamismo radicale: entrano in contatto con gli uomini in  clandestinità dell’Isis ed educano le giovani generazioni. Le stesse forze democratiche siriane combattono a malapena contro tendenze pericolose e, nonostante gli arresti e i tentativi di detenere gli estremisti, continuano le uccisioni e l’imposizione del radicalismo.

(…) Le autorità hanno registrato più di 40 omicidi, di cui almeno 10 decapitazioni, nel campo di 736 acri dall’inizio dell’anno. La maggior parte delle vittime è stata accusata dallo Stato Islamico di collaborare con le autorità del campo, secondo il Rojava Information Center, un’organizzazione di ricerca indipendente con personale volontario con sede nel nord-est della Siria.

Alla fine dell’anno scorso, una donna irachena è stata strangolata davanti ai suoi figli con un filo elettrico dopo aver pubblicato un video su Instagram in cui ballava nella sua tenda, un’attività vietata dalla rigida dottrina islamista imposta dal gruppo, affermano le persone in contatto con prigionieri di al-Hol. Il 20 marzo, un’altra donna di 18 anni, anche lei irachena, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dopo essere stata accusata di essere un’informatrice, hanno detto queste persone. (…)

The Wall Street Journal

Seppur nelle immediate vicinanze del contingente militare americano, si è formato un vero e proprio focolaio jihadista, da cui fuggono sistematicamente i radicali per seminare morte e caos in tutto il Paese e non solo.

Nel contesto occidentale, quando si parla della “prospera” regione della Siria in mano alle forze USA che impediscono al governo legittimo di amministrare queste zone, si dipinge il solito quadro: il nord-est appare come una sorta di “isola di sicurezza” della repubblica araba.

Ma questo non risponde a verità: nelle immediate vicinanze del contingente militare americano, infatti, si è formato un vero e proprio focolaio jihadista, dal quale i radicali fuggono sistematicamente per seminare ancora morte e caos in tutto il Paese e oltre.

A proposito, periodicamente i media riportano anche che nel campo ci sono uiguri, di cui l’occidente in generale ama così tanto preoccuparsi nel contesto degli attacchi informativi contro Cina.

L’anno scorso la Mezzaluna Rossa curda ha denunciato  all’AFP che 371 bambini sono stati tra coloro che sono morti nella squallida tendopoli di al Hol.

“Malnutrizione, scarsa assistenza sanitaria per i neonati e ipotermia durante i rigidi mesi invernali sono tra le principali cause di morte tra i bambini”, aveva detto all’AFP il portavoce della Mezzaluna Rossa curda Dalal Ismail. “La situazione è tragica e il fardello è enorme”, ha detto, aggiungendo che tra i bambini morti c’erano stranieri.

Il campo, gestito dalle forze curde, ospita circa 68.000 persone che dipendono dall’assistenza umanitaria.

Ora al problema umanitario, si aggiunge anche la pericolosità sociale.  Ma nessuno sembra curarsene. Dove sarebbe in questo l’umanitarismo? Forse quando non può essere accusato e non si può presentare come clava verso qualcuno, è irrilevante e non più utile per far leva verso i ‘regimi’ indigesti, perchè indipendenti?

patrizioricci by @vietatoparlare

 


sunto dalla fonte: https://eadaily.com/ru/news/2021/06/15/al-hol-kolybel-novogo-halifata-lager-smerti-na-siriyskoy-zemle

commenti: vietato parlare

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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