Il CEO di Pfizer ha (indirettamente) riconosciuto l’importanza delle cure scartate dai governi

La logica ormai non è più di casa in questo mondo ed in Italia siamo tra i primi a non usare la logica e ci gloriamo di questo. La vaccinazione collettiva oggi è abbracciata dai governi come l’unica soluzione al Covid-19. Questo accade quando Israele comincia a parlare di una quarta dose di vaccino, senza che si siano mitigati i contagi in modo significativo.

Fino ad oggi sono stati i trattamenti farmacologici anti-covid sono letteralmente fuorilegge e abbondantemente denigrati. Anche la prevenzione è completamente ostracizzata. Qui semplicemente queste vie non esistono.

Questa evidenza è molto chiara , ma questo tipo di argomento è esautorato dal dibattito pubblico e non viene divulgato.

Eppure, la stessa Pfizer, nella persona del CEO Albert Bourla, ha recentemente riconosciuto che la sola strategia incentrata sui vaccini non sarà sufficiente per superare la pandemia di COVID-19 ( https://twitter.com/AlbertBourla/status/1433024869168558081 )

E’ da sottolineare che questa dichiarazione non proviene da ‘esitanti’ o ‘no vax’ – come sbrigativamente e grossolanamente i media definiscono chiunque sollevi questioni anche serie sulle somministrazioni di vaccini sperimentali -, ma dall’amministratore delegato del più potente produttore di vaccini COVID-19 al mondo: Pfizer.

Come avete potuto osservare, il CEO di Pfizer Albert Bourla ha recentemente twittato:

“Il successo contro #COVID19 richiederà probabilmente sia vaccini che trattamenti. Siamo lieti di condividere che abbiamo avviato uno studio di fase 2/3 sul nostro candidato antivirale orale, specificamente progettato per combattere la SARS-Cov-2 negli adulti non ospedalizzati e a basso rischio”.

Il tweet di Bourla indica quindi l’avanzamento di un antivirale che affronta gli studi clinici di Fase 2/3.

E’ quindi paradossale che mentre il farmaco della Pfizer è promosso, parallelamente insiste  un intensificarsi di una campagna distruttiva contro il farmaco ivermectina che, a differenza di quello della Pfizer in fase di studio, è già in commercio ed ha mostrato una grande efficienza contro il virus in vari paesi nel mondo (come l’India).

Si capisce che esiste un enorme mercato nascente e per le decisioni giuste occorrerà coraggio. Occorre coraggio per far ritornare al centro la salute pubblica e non il dualismo artificioso in corso tra vax e no vax.

Ma siamo ancora lontani da questo. Si riscontra una forte rigidità in questo senso da parte dei governi spesso influenzati fortemente da interessi terzi e da pressioni enormi.

L’auspicio è che gli uomini di governo scelgano la libertà di intraprendere tutte le strade esistenti per risolvere il problema o per attenuarlo.

Ciò che invece ci viene mostrato è invece una lite sterile e  una realtà molto falsata, dove il sano realismo è estraneo.

Vorrei anche far notare una cosa, esistono tre strategie principali per realizzare un vaccino: utilizzare un virus intero, utilizzare le parti del virus che il sistema immunitario riconosce o utilizzare il materiale genetico che codifica per le parti del microbo che il sistema immunitario riconosce. Ma la scelta prevalente oggi è l’ultima che ho elencato: il vaccino mRNA. Questo viene giustificato perchè ha una più grande capacità di produzione e potenzialità per il futuro per una gran quantità di malattie. Ma ovviamente , essendo nella fase sperimentale rispetto ai tradizionali metodi usati nei vaccini classici, ha più effetti avversi.
Anche in questo caso, la domanda è d’obbligo: la sicurezza di un vaccino che utilizza il virus indebolito come ad esempio il Sinovac, non è più importante dalla velocità di produzione e da considerazioni che non sono centrali rispetto al problema pandemico attuale?

Lascio a voi la risposta. E’ evidente che i vaccini più usati oggi sono molto lontani da un vaccino classico. Allora, perché abbiamo solo una scelta? Ed a fianco a questo quesito, c’è l’altro quesito che rimane insoluto: perchè le cure sono state completamente estromesse dal protocollo domiciliare?

Beh, sembra pazzesco che ora addirittura il CEO della Pfizer si accorga di questa grave omissione e che proprio lui proponga  una alternativa o, se volete, il supporto indispensabile alle campagne vaccinali. Non si può non apprezzare questo, se può servire a facilitare le consequenziali considerazioni .

@vietatoparlare

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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