Secondo Ernesto Galli della Loggia che ha firmato l’editoriale “La linea di separazione tra civiltà e barbarie” l’opinione pubblica occidentale ed i governi sono come in uno stato di ‘atonia’ perchè non si contrappongono alla barbarie rappresentata da Putin, Assad, Xi…
A suo giudizio, l’ occidente, avendo perso i valori cristiani, il valore della famiglia etc, sottovaluterebbe il pericolo rappresentato dalla barbarie e peccherebbe di ingenuità.
non riconoscerebbe che “i barbari odierni si chiamano Putin, Lukaschenko, Erdogan, Xi Jinping, Assad , Khamenei, Kim Jong-un, Al-Sisi”
Questi – prosegue Galli della Loggia,
“governano Stati quasi sempre grandi e potenti, e i loro tratti principali sono il cinismo e la spregiudicatezza con cui si muovono sulla scena internazionale all’unico scopo di allargare il proprio potere o di conservarlo a qualsiasi prezzo”.
Il giudizio dell’editorialista del Corriere della Sera è molto interessante perchè rispecchia una opinione sempre più condivisa dai media che hanno abbracciato la ‘mission’ istituzionalizzata di preservarci a distinguere il vero dal falso, con le loro censure e le loro amorevoli premure.
Infatti, dice:
L’opinione pubblica occidentale è perlopiù disarmata di fronte ad azioni e fenomeni del genere (…) si è giunti a concludere che allora anche tra i valori politici non fosse legittimo istituire alcuna reale linea divisoria tra bene e male.
Quindi, due osservazioni:
- in primo luogo, in realtà questa linea di separazione è eretta ed ammette sempre di meno obiezioni, pena essere etichettati come negazionisti, fascisti, disumani o retrogradi, rendendo problematica l’esercizio della democrazia anche dentro i nostri confini.
- in secondo luogo, il dualismo manicheista di Galli della Loggia richiama ( a prestito) un cristianesimo ed i valori occidentali che ne discendono molto ‘all’acqua di rosa’ .
Per il giornalista, gli uomini della “Terra di Mordor”, ovvero
[Putin, Lukaschenko, Erdogan, Xi Jinping, Assad , Khamenei, Kim Jong-un, Al-Sisi] All’interno dei propri Paesi arrestano, deportano, torturano, fanno sparire nel nulla, e non ci pensano un istante ad eliminare chiunque si opponga ai loro voleri. Tutti i mezzi sono buoni: dal campo di concentramento, ai gas asfissianti, ai centri di «rieducazione».
Come si può notare, alla falsificazione della realtà (come ‘dato’) operata in ‘prime time’ sul Corriere, si aggiungono cennidi distorsione del pensiero cristiano.
L’opinione pubblica occidentale ed i governi non difenderebbero abbastanza «libertà», i «diritti umani», e l’«eguaglianza» e quindi non sorreggerebbe il solido confine un tempo costituito dalla” fede religiosa fondata sul lascito giudaico-cristiano, l’istituto della famiglia, un sistema d’istruzione orientata all’umanesimo nutrito dalla tradizione classica”,
In proposito possiamo fare alcune osservazioni. Inanzitutto non si difende così la nostra terra. Perché, come richiama la famosa opera “il Signore degli Anelli” di Tolkien, nessuno è immune al richiamo del male: ciò che è sempre stato puro, si può corrompere (dal momento che l’Anello distrugge e attira a se’ anche gli animi più saldi). Quindi non esiste nessuna “fede religiosa fondata sul lascito giudaico-cristiano, l’istituto della famiglia, un sistema d’istruzione orientata all’umanesimo nutrito dalla tradizione classica” che da soli ci può preservare.
Ciò vuol dire che il Dio che può trasformare “le loro spade in vomeri, le loro lance in falci” – può scegliere la parte opposta anziché la patria della “civiltà”.
Infatti – contrariamente a quanto crede della Loggia che ha stilato la lista di capi di stato che diffondono peste – non è certo l’assenza di barbarie che ha fatto grande l’occidente ma la coscienza di un Destino buono intervenuto nella storia.
Si nota che tanti opinionisti hanno del tutto rimosso dal loro orizzonte di giudizio il senso del limite ed il desiderio di compimento di ogni uomo, ovvero il desiderio di bellezza, di vero di significato, innato in ogni uomo e quella inclinazione al male che tutto tende a corrompere, che si chiama peccato originale.
Di quella ferita mortale che ci dovrebbe fare tutti più umili e meno presuntuosi, ce ne parlava don Giussani nel 91′ in una conversazione con studenti universitari, quando diceva “noi nasciamo con una ferita mortale”
Lo diceva rileggendo questo brano di Peguy:
Cristo non incriminò il mondo e non mise nessun confine tra civiltà e barbarie, anzi tutta la nostra storia ne è percorsa.
E don Giussani ricordava anche: “…erano cattivi anche i primi cristiani: basta leggere le lettere di San Paolo, gli Atti degli Apostoli.; San Paolo è stato tradito da cristiani, ha avuto la morte per delazione da cristiani. La grande questione è che l’uomo è originariamente ferito. Che le miserie siano cristiane significa , fondamentalmente, che le nostre miserie abbiano coscienza di sé stesse come nativamente scaturite dal peccato originale, da questa ferita mortale.
Quindi, porre un confine con le barbarie vuol dire vivere in una cultura della responsabilità in cui è il desiderio a sorreggere i valori.
Più chiaramente: “Una cultura della responsabilità – diceva Giussani – non può che spingere a mettersi insieme non nella provvisorietà di un tornaconto ma sostanzialmente a mettersi insieme secondo una interezza e una libertà sorprendenti (la Chiesa ne è un esempio)”.
Questa interezza di libertà non sono i valori ma l’avvenimento di Cristo vivo nella storia.
Quindi la soluzione non sta nel porre ulteriore inimicizia – con la Russia, con la Siria, con l’ Egitto o con qualsiasi paese al mondo, supplendo alla mancanza di visione cristiana e inasprendo divisioni econfini.
Tra l’altro in paesi come la Siria, la fede (il sommo bene) si è è conservata in maniera più potente che in occidente (con tutti i suoi valori e diritti).
Per contro, è l’occidente che sta sradicando i cristiani dai luoghi della fede portando distruzioni e guerre e povertà in quelle terre. Si tenga quindi l’occidente la propria civiltà e lasci vivere gli altri popoli che mai hanno insidiato i confini occidentali.
Allo stesso modo, non si preoccupi della Loggia dell’apatia dei popoli occidentali nel non abbracciare l’anti-putinismo o l’anti-assadismo (a favore rispettivamente dell’ordoliberismo o dello jihadismo) che forse hanno un po’ più di ragione di lui.
Per quando riguarda la fede, non c’è condizione, per quanto drammatica o negativa, in cui il cristiano non possa riaffermare la propria certezza: il male ed il peccato, la violenza e la menzogna non possono essere l’ultima parola perché Gesù, il Dio-fatto-uomo, è venuto, non ha disdegnato la nostra condizione di fragilità, anzi l’ha condivisa fino alla morte per redimerla.
Quindi, ogni istante della vita possiamo scegliere di guardare ciò che non va, lamentarci, accusare, incriminare, oppure scegliere di collaborare, con responsabilità e libertà, nella vita di tutti i giorni, all’azione buona di Gesù che, incarnandosi nella storia, attraverso la Sua Morte e Resurrezione, ci salva.
Nessuno è immune al richiamo del male, ma questo non preoccupa se si ha certezza del proprio destino.
Al di fuori di questo orizzonte, lasciamo stare questioni come ‘valori cristiani’ e ‘cristianesimo’, che sono vere e proprie bestemmie e sono usate in questa maniera solo per meglio introdurre propri concetti.
@vietatoparlare