La Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić pochi giorni fa ha ravvisato una pericolosa regressione negli stati membri, talmente grave da mettere in discussione il fatto che ancora vige la democrazia.
Si tratta di parole di incredibile durezza, ancor più gravi se pensiamo che né il nostro presidente della Repubblica, né la Corte Costituzionale, né la magistratura – salvo alcune denunce dei TAR -, ha ravvisato problemi.
La Burić ha detto: “I nostri Stati membri devono ora fare una scelta. Possono continuare a consentire o facilitare questo regresso democratico oppure possono collaborare per invertire questa tendenza, rafforzare e rinnovare la democrazia europea e creare un ambiente in cui prosperano i diritti umani e lo Stato di diritto.”.
Tra i punti che la Buric ha evidenziato, questi a mio avviso, di particolare importanza:
- Le autorità nazionali dovrebbero tornare ai principi democratici fondamentali e riconsiderare gli standard legali del Consiglio d’Europa, compresa l’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo;
- Gli Stati membri dovrebbero abbracciare pienamente il multilateralismo incarnato dal Consiglio d’Europa da più di 70 anni;
- Le restrizioni e le misure relative a covid devono essere non solo necessarie e proporzionate, ma anche di durata limitata;
- Le autorità nazionali dovrebbero abbracciare la cultura democratica, riconoscendo dove le loro parole, attività o legislazione hanno diminuito quella cultura riducendo lo spazio civico, intimidendo o impedendo a individui, organizzazioni e ONG di esercitare la loro libertà di parola o di riunione, o escludendo le persone dalla partecipazione piena società.
( Consiglio d’EUROPA)
Ovviamente, nessuno di noi che sta seguendo come l’Italia e gli altri paesi si muovono sinergicamente all’Europa , si aspettava parole come quelle pronunciate da un organo della UE, ma ancora esistono meccanismi che permettono di muoversi. Inoltre, in un certo senso, in questo modo la UE prende le distanze da certe derive eccessivamente autoritarie, ma senza che gli organi di informazione sottolineino la cosa eccessivamente. Si tratta di una tecnica comune e collaudata nel blocco occidentale.
Siamo all’interno di una situazione che tutti pensano che sia sotto controllo. La gente si fida di Draghi e preoccupata si mette nelle mani di un esperto di acclarata fama e competenza. Inoltre, la gente si sente protetta dal vaccino ed accoglie gli open day e ogni cosa. In questo contesto, può darsi che una macchina intelligente vada in una palude e non so a che cosa servirà essere intelligente in una palude , mentre affonda.
In particolare, nella relazione, sarebbero particolarmente lesi:
Libertà di espressione – La piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti l’anno scorso ha registrato 118 attacchi all’integrità fisica dei giornalisti in tutta Europa; la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riscontrato violazioni della convenzione sui diritti umani in 237 dei 263 casi di libertà di espressione tra il 2018 e il 2020; ci sono stati anche diversi casi di blocco su larga scala di siti web in diversi paesi.
Libertà di riunione – Molti Stati membri hanno posto restrizioni alla libertà di riunione come parte delle misure eccezionali adottate per limitare la diffusione del Covid-19. Tali restrizioni sono consentite dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo nella misura in cui sono legali, proporzionate alla necessità di proteggere la salute e la sicurezza pubbliche e non discriminatorie. Tuttavia, alcuni gruppi, in particolare gli attivisti LGBTI, continuano a subire restrizioni più generali alla libertà di riunione in alcuni paesi.
Corruzione e buon governo – In alcuni paesi, l’indipendenza della magistratura e la sua autorità come arbitro equo e imparziale per tutti i cittadini non sono state ancora pienamente riconosciute e garantite.
Le denunce e le manifestazioni che arrivano da tanti gruppi e movimenti di persone, non solo in Italia, come le marce che vengono organizzate in nome della libertà, trovano dunque riscontro nelle parole della Segretario generale del Consiglio d’Europa.
Consiglio d’Europa: Regresso democratico negli Stati membri. Situazione aggravata dal Covid
Marija Pejcinovic Buric, sottolinea” un declino evidente e preoccupante nella democrazia “nella sua relazione annuale sulla situazione della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto nei 47 Stati membri dell’Organizzazione.
“In molti casi, i problemi a cui stiamo assistendo sono anteriori alla pandemia di coronavirus, ma non c’è dubbio che le azioni legittime intraprese dalle autorità nazionali per affrontare il covid-19 abbiano peggiorato le cose. Il pericolo è che la nostra cultura democratica non si riprenda mai completamente ”, ha dichiarato il Segretario generale ”, anticipa il comunicato dell’organizzazione.
Con questa particolarità di un Consiglio d’Europa che ha paesi extraeuropei come membri, il rapporto assicura che dà il tono per un’area che comprende 830 milioni di persone. Vale a dire una parte importante del pianeta. “ Sulla base dei risultati di vari organi del Consiglio d’Europa, inclusa la Corte europea dei diritti dell’uomo, il rapporto del Segretario generale esamina l’evoluzione della situazione in settori quali le istituzioni politiche e l’indipendenza della giustizia, la libertà di espressione e associazione, dignità umana, lotta alla discriminazione e partecipazione democratica. “
Il documento suggerisce quindi possibili soluzioni che coinvolgono solo coloro che vorrebbero prenderle in considerazione. Tra questi, “ le autorità nazionali dovrebbero unirsi alla cultura democratica e riconoscere i casi in cui le loro dichiarazioni, atti o leggi hanno minato questa cultura riducendo lo spazio civico, dissuadendo o impedendo a individui, associazioni e ONG di esercitare la loro libertà di espressione o di riunione, o escludendo le persone dalla piena partecipazione alla società . “
patrizioricci by@vietatoparlare
fonti:
https://www.coe.int/en/web/secretary-general/report-2021#page-0
https://rm.coe.int/annual-report-sg-2021/1680a264a2
https://www.coe.int/en/web/secretary-general/home
aggiornato 18/05/2021 ore 00:27