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Il debito pubblico …riescono a far denaro sul disastro che loro stessi hanno creato

Diceva Joseph Stiglitz il premio Nobel per l’economia a Roma in un’intervista: «E’ un paradosso assurdo, da voi in Europa , una ironia della storia. Non lo vede? I governi hanno contratto molti debiti per salvare il sistema finanziario, le banche centrali tengono i tassi bassi per aiutarlo a riprendersi oltre che per favorire la ripresa. E la grande finanza che cosa fa? Usa i bassi tassi di interesse per speculare contro i governi indebitati. Riescono a far denaro sul disastro che loro stessi hanno creato».

E qui in Italia cosa si discute ? Su come tirare ulteriormente la cinghia, su come mettere altre imposte, “bisogna ridurre il debito pubbblico- così, bisogna fare per assicurare un avvenire ai vostri figli..” dicono così,  senza mai decidersi di cambiare radicalmente  le regole .

Il debito pubblico non è dovuto solo da un debito ” ereditato”, o dal welfare come vogliono farci credere , ma dalla cattiva amministrazione e dalle operazioni pazze delle borse e delle Banche Centrali europee (i cui azionisti sono privati), dalle loro decisioni e dal non regolamentare dove si deve regolamentare. E’ prodotto da meccanismi e mentalità distorte che mettono come priorità operazioni speculative e che accrescono il potere di pochi e non della gente, del benessere generale dei popoli.  Il debito viene generato anche dal lavoro che viene spostato all’estero e dalle merci che produciamo ma che importiamo. Il debito viene  generato da una mentalità che mette al centro il profitto e il potere  e non la persona umana.

Le banche centrali europee per “salvare l’euro” ,  per tenere la stabilità della moneta , preferiscono farci pagare il debito che si genera fittiziamente e in periodo di crisi ad esempio, non permettono di immettere più liquidità e far riprendere le economia ed il consumo. Invece “prestano ” denaro che i vari paesi dovranno pagare indebitandosi per restituirlo. Lo abbiamo visto con alcuni paesi europei e specialmente  nei paesi africani , abbiamo visto cosa sono ridotti con le nostre “amorevoli” cure, produttori di materie prime che acquistiamo per quattro soldi, destinatari di elargizioni che fanno arricchire governi oligarchici , questo tipo di interventi non danno possibilità di emancipazione alla società civile.

La mentalità speculativa non cambia , è così anche nel nostro paese: il primo posto nella mente di queste persone non è  generare lavoro e posti di lavoro , educando alla propria tradizione, responsabilizzando la gente, facendola partecipare con una prospettiva di miglioramento ma si pongono  sempre obiettivi di breve termine,  sopratutto conoscono una cosa : prestare. Prestare per poi farsi restituire con gli interessi, finché intere economie si troveranno a pagare per gran parte del prodotto lordo , il debito di quel prestito. La nostra è un’economia basata sul debito invece deve essere un’economia che si deve basare sul lavoro.  Perché le banche alle grandi aziende (vedi Alitalia) fa tassi bassi e alle piccole imprese (vera ricchezza del paese) fa tassi enormi? In che modo lo Stato ha incentivato in questi anni le famiglie? Le famiglie sono invece state le più colpite dall’interno e dal di fuori, scoraggiandole.  Su cosa si pensa si basi l’economia?

Mentre in economia è il lavoro la vera ricchezza, e non solo in economia ma nella vita reale mentre nella ricchezza da rapina non è evidentemente il lavoro che fa arricchire , semmai è il lavoro di altri.

Il  lavoro deve ritornare la vera ricchezza del paese. E ognuno deve avere la possibilità di vedere il frutto delle proprie mani. Invece sono in atto meccanismi perversi che neanche la politica sembra voler arrestare o regolamentare, più facile chiedere sacrifici a tutti “se no che ne saranno dei vostri figli, che futuro gli darete” dicono…

La loro buona fede la vediamo: fin quanto ci saranno le speculazioni finanziarie anche sul prezzo del grano , dei cereali, come è accaduto in Tunisia o in Egitto, facendo esplodere rivolte popolari,  non basterà solamente diminuire il debito pubblico.

Non è la carestia di alcuni paesi ad aver triplicato in 15 anni i prezzi dei cereali, ma dalle grandi catene agricole dei paesi ricchi che sottraggono per mesi il prodotto al mercato globale per  far impennare  surrettiziamente i prezzi, tutto  perché hanno scommesso al rialzo in borsa. Tutto questo è criminale. Perchè su queste cose note ad un ignorante come , i grandi della finanza e della politica non intervengono? Perché non si regolamenta su una materia così delicata?  Perché il G20 o chi di dovere non interviene? Chi ci guadagna? Cosa serve allora chiedere sacrifici se il lavoro non è reale o meglio è reale solo per i poveri!

Occorre riguardare tutto guardando all’uomo, l’uomo che non si può spiegare da se, per fare questo si devono ripensare le nostre istituzioni.
La responsabilità è la sola cosa che può salvare  l’economia del nostro paese. Troppe cose si fanno sulle spalle dei cittadini. Sprechi enormi e irresponsabili. E sono sotto gli occhi di tutti, sprechi inammissibili e non parlo di quello dei politici ma di opere inutili, di operazioni non economiche, di scelte sbagliate.

Sopratutto bisogna fissare nuove regole perché si è voluta la globalizzazione ma le regole non sono cambiate ed è il caos, i poveri sono aumentati.  Occorrono riforme e le nuove sfide non si possono affrontare con la mentalità di ieri. Bisogna avere il coraggio di cambiare. E certi poteri resisteranno, e non accetteranno di morire in un altro paese, (come dice Mubarak in questi giorni), non lasceranno fare. Il federalismo si doveva fare sin dall’inizio dell’Unità d’Italia, fatta solo perché l’Italia è a forma di stivale. Oggi la parola d’ordine è integrarsi e uniformarsi senza chiedersi su che cosa.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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