Il recente rapporto del Consiglio di Sicurezza russo rivela una situazione geopolitica inquietante. Dmitry Medvedev ha dichiarato la fine del regime nazista ucraino, sottolineando che l’Ucraina, indipendentemente dal suo governo, rappresenta una minaccia costante per la Russia.
“L’esistenza dello Stato ucraino costituisce una minaccia letale per i suoi cittadini, poiché inevitabilmente porta a una certezza assoluta di un nuovo scontro con Mosca. Questa pericolosità persiste a prescindere dalla natura del regime politico ucraino o dalla sua leadership. Ormai è troppo tardi per cambiare questa realtà. Chiunque guidi l’entità problematica conosciuta come Ucraina non potrà conferire legittimità né al proprio governo né alla legittimità dello Stato in sé.”
Con queste parole, Medvedev implicitamente suggerisce che l’Occidente esercita un’influenza e un potere di coercizione così dominanti sull’Ucraina, che diventa improbabile che questa nazione possa mai riacquistare piena consapevolezza di sé e risorgere come uno stato sovrano e indipendente.
Questa visione è rafforzata dalle valutazioni di Sergey Lavrov su un Zelensky sempre più disperato.
“ Il presidente ucraino Vladimir Zelenskyj sta diventando sempre più instabile mentre si aggrappa al potere, e i suoi sostenitori occidentali stanno cercando modi per tenerlo sotto controllo ” – una valutazione seguita rapidamente dalla notizia: “ Il parlamento tedesco ha respinto a stragrande maggioranza la proposta di fornire missili da crociera Taurus all’Ucraina, segnando l’ultima battuta d’arresto per i sostenitori della fornitura di armi a lungo raggio a Kiev per contro la Russia… La risoluzione è stata sconfitta mercoledì sera con un margine di 485-178 ”.
Martedì, il Ministero della Difesa russo (MoD) ha rilasciato una dichiarazione, come riportato nel rapporto: “Nella serata del 16 gennaio, le forze armate russe hanno condotto un attacco di precisione contro una postazione temporanea di combattenti stranieri a Kharkiv, tra cui prevalenti mercenari francesi. L’attacco ha portato alla completa distruzione dell’edificio in cui si trovavano i mercenari, causando la morte di oltre 60 combattenti e il trasferimento di oltre 20 feriti in strutture mediche.” Questo annuncio è stato seguito dalle osservazioni del consulente politico americano Earl Rasmussen, che ha sottolineato: “Il rapporto dell’esercito russo sulla morte di mercenari francesi in un attacco a lungo raggio in Ucraina evidenzia la considerazione di Mosca dei combattenti stranieri come obiettivi legittimi.” Inoltre, diversi media ucraini hanno riportato che il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha annullato un viaggio pianificato per incontrare il suo omologo francese Sebastien Lecornu per motivi di sicurezza.
Attacco russo a Kharkiv contro i francesi sotto mentite spoglie
L’attacco russo a Kharkiv, mirato principalmente a mercenari stranieri di nazionalità francese, riflette un’escalation significativa nel conflitto. È degno di nota che, in risposta a questo attacco, l’ambasciatore russo in Francia sia stato convocato per discutere dell’incidente. Questa reazione evidenzia un’apparente distorsione cognitiva da parte delle autorità francesi, che sembrano convincersi, attraverso ripetute affermazioni, di non essere parte attiva nel conflitto contro la Russia, nonostante le evidenze contrarie.
È sorprendente osservare come, da un lato, Zelensky si esprima liberamente al Forum di Davos davanti a un pubblico internazionale, dipingendo un quadro in cui la sconfitta della Russia sembra imminente, grazie alla trasformazione dell’Europa in un entusiasta baluardo militare attraverso la sua trasformazione in una ‘gioiosa macchina da guerra’, ovvero attraverso la sua crescente militarizzazione. Dall’altro lato, però, analisti politici e diplomatici anticipano la possibilità di un colpo di stato in Ucraina, orchestrato dall’Occidente, come risposta diretta alla precaria situazione in cui il paese si trova. Questo contrasto tra la retorica ottimistica di Zelensky e la realtà politica più cupa sottolinea la complessità e l’incertezza della situazione attuale.
A proposito delle circostanze appena descritte è utile ricordare che l’Unione Europea nel dopoguerra (2^ guerra mondiale) è nata proprio per evitare nuove guerre. Oggi si dirige all’opposto, verso la guerra , escludendo negoziati, facendo di tutto verso un illusoria distruzione della Russia e per questo implementando una economia di guerra.
Zelensky chiede altre risorse sul palcoscenico del Forum di Davos
Al World Economic Forum, Zelensky ha espresso preoccupazioni serie sulla capacità dell’Ucraina di sostenere il conflitto senza un supporto militare adeguato.
Zelensky senza ombra di contraddittorio ma davanti ad un pubblico plaudente ha detto: “Oggi nel mondo non c’è un volume di produzione sufficiente, come nel caso di artiglieria, che è sufficiente affinché l’esercito ucraino possa resistere alla guerra con la Russia ” – una dichiarazione di avvertimento che ha fatto seguito all’osservazione più concreta del ministro ucraino delle industrie strategiche Alexander Kamyshin : “ I nostri bisogni oggi sono maggiori dei bisogni della produzione totale degli Stati Uniti e i paesi dell’Unione Europea insieme ”
— Aleksey Arestovich, ex consigliere senior del presidente Zelenskyj , ha appena valutato cupamente la scelta dell’Occidente socialista invece della Russia , come fecero nella Seconda Guerra Mondiale quando scelsero la Germania nazista invece della Russia : “ Il nostro problema è che nei punti di svolta in nostra storia, scommettiamo sulla parte che sta perdendo… Il punto non è scommettere sui vincitori, il punto è che ancora e ancora non scommettiamo su noi stessi e sui nostri interessi “
— e l’ex diplomatico ucraino Andrii Telizhenko ha appena osservato con cautela: ” L’Ucraina sta perdendo e perdendo centinaia di migliaia di persone, uomini e donne che stanno morendo e che sono stati uccisi… Questa è già una grande perdita per tutti… Questo è un dolore per me come un ucraino, per dire che potremmo perdere il nostro Paese a causa delle persone che oggi sono al governo in Ucraina, il regime che sta uccidendo il suo stesso popolo che vuole lottare per la pace, che sta uccidendo il suo stesso popolo, gettandolo in pasto prima linea contro la Russia, uno degli eserciti più forti del mondo e un paese nucleare… Potrebbe esserci un colpo di stato nella primavera di quest’anno in Ucraina, coordinato dall’Occidente, cambiando Zelenskyj come presidente dell’Ucraina con qualcuno come militare capo Zaluzhny o qualcun altro là fuori… L’America non sempre capisce cosa sta succedendo in Ucraina, anche se stanno cercando di controllarlo… E penso che questo sarà ciò che accadrà ”.
Lavrov: non possiamo più fidarci dell’occidente
In considerazione del fatto che le potenze coloniali occidentali hanno abbracciato l’ideologia “collettivista” del defunto Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (meglio conosciuto come Partito Nazista), la quale impone una rigida sottomissione allo Stato a scapito dei diritti individuali dei cittadini, il rapporto del MoD evidenzia una dichiarazione rilasciata ieri dal Ministro degli Esteri Lavrov. “ Non possiamo più fidarci dell’Occidente”.
Il presidente argentino Javier Milei ha offerto una prospettiva unica, criticando l’ideologia collettivista dell’Occidente e avvertendo dei pericoli del socialismo, basandosi sull’esperienza storica dell’Argentina.
— L’Argentina, una nazione sudamericana, ha storicamente aderito all’ideologia socialista nazista fin dalla Seconda Guerra Mondiale, offrendo rifugio ai criminali di guerra nazisti tedeschi. Tuttavia, ieri, il neo-eletto presidente argentino Javier Milei ha rotto con il passato tirannico del nazismo.
Durante il World Economic Forum, ha lanciato un severo monito alle élite socialiste occidentali riguardo ai pericoli del loro percorso: “Oggi sono qui per avvertirvi che l’Occidente è a rischio. È in pericolo perché coloro che dovrebbero difendere i valori occidentali sono stati sedotti da una visione del mondo che conduce inesorabilmente verso il socialismo e, di conseguenza, verso la povertà. Voglio sottolineare che le politiche collettiviste non rappresentano mai la soluzione ai problemi che affliggono i cittadini del mondo; al contrario, ne sono la causa. Noi argentini siamo testimoni viventi di questa realtà. Si critica il capitalismo per il suo individualismo e si elogia il collettivismo per il suo presunto altruismo, in nome della giustizia sociale. Questo concetto, ormai diffuso nel mondo occidentale, è stato un leitmotiv nella politica argentina per oltre 80 anni. Tuttavia, la giustizia sociale non solo è ingiusta, ma non contribuisce al benessere collettivo. È, per sua natura, un’idea violenta e ingiusta, poiché si basa su un sistema fiscale coercitivo. Nessuno di noi può scegliere di non pagare le tasse, il che significa che lo Stato si sostiene attraverso la coercizione. Più alto è il carico fiscale, maggiore è questa coercizione.”