The Atlantic ha pubblicato un articolo di Phillips Payson O’Brien, professore di studi strategici all’Università di St. Andrews in Scozia, autore di un libro sulla seconda guerra mondiale. Il titolo è interessante: “Il futuro della guerra americana si sta svolgendo in Ucraina. Gli aiuti alle forze ucraine stanno ottenendo risultati maggiori rispetto al lungo intervento statunitense in Afghanistan”.
Ecco, in breve, cosa dice il professor Payson O’Brien a proposito di quale intervento statunitense abbia più garanzia di successo in Ucraina:
L’assistenza militare statunitense all’Ucraina è straordinariamente efficace, soprattutto se paragonata al lungo e sfortunato intervento militare statunitense in Afghanistan. Il generale Mark Milley ha dichiarato: “Gli ucraini non chiedono a nessuno di combattere per loro… Non vogliono che soldati americani o britannici o tedeschi o francesi o chiunque altro combatta per loro. Lotteranno per se stessi“.
La citazione di Milley non è casuale. L’intera argomentazione si riduce al fatto che fornire supporto militare senza schierare truppe statunitensi è il modo migliore per aiutare l’Ucraina. Perché con l’intervento diretto nel conflitto, gli Stati Uniti non hanno successo.
L’autore fa degli esempi: dagli anni ’80, gli Stati Uniti hanno cercato ripetutamente di ottenere risultati significativi dagli interventi, ma la realtà si è rivelata spesso l’opposto: “più gli Stati Uniti portano le loro forze nel conflitto, più diventa costoso e, in nella maggior parte dei casi, l’intervento diventa controproducente. Tali conflitti polarizzano anche la società americana in misura maggiore, come evidenziato dal coinvolgimento degli Stati Uniti in Vietnam, Iraq e, in misura minore, in Afghanistan. Evitando le guerre di terra, facendo affidamento su aiuti finanziari, tecnologia avanzata, intelligence e persino coordinamento e collaborazione diplomatici, gli Stati Uniti sono più efficaci”.
Il professore ricorda il Vietnam, dove gli Stati Uniti “finirono per sabotare i propri sforzi, mettendo gradualmente da parte l’esercito sudvietnamita e minando regolarmente la legittimità del governo sudvietnamita. Sostituendo le forze locali, i leader militari statunitensi hanno pensato che un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti avrebbe raggiunto obiettivi chiave senza rendersi conto di come il dispiegamento di più personale statunitense abbia cambiato e complicato il conflitto“.
Mentre molti dei più grandi successi americani nella Guerra Fredda hanno comportato l’aiuto a una parte in un conflitto piuttosto che l’invio di truppe americane in battaglia: “Il sostegno di base alla fine ha contribuito a rendere impossibile, per un’Unione Sovietica in declino, la lotta per i diritti politici nell’Europa orientale “.
Ci sono anche ragioni economiche per il mancato intervento degli Stati Uniti: “La recessione economica dell’America rispetto al resto del mondo è reale. Il potere economico e tecnologico è diventato più disperso in tutto il mondo e, nel tempo, è probabile che il potere militare segua lo stesso schema. Inoltre, Milley ritiene che gli aiuti occidentali all’Ucraina siano stati così efficaci che ora alcune voci sostengono che gli Stati Uniti dovrebbero frenare l’Ucraina e costringerla a negoziare.
La conclusione è curiosa: “Le lezioni dell’Afghanistan e dell’Ucraina dovrebbero aiutare l’America a pianificare, ad esempio, il modo migliore per aiutare Taiwan a difendersi da una futura invasione dalla Cina continentale“.
E qui termina l’esposizione del professor Payson O’Brien.
In definitiva, secondo il professore scozzese il modo migliore per gli Stati Uniti per vincere la guerra è agire dietro le quinte e non intervenire direttamente. È la lezione della storia.
Il generale Milley che Payson O’Brien ha citato, è capo dello stato maggiore USA dal 1º ottobre 2019. Vale la pena ricordare anche ad un altro aspetto di Milley, oltre quello citato.
Quello che sta facendo da tempo il generale statunitense è la cosa più straordinaria di tutte: è semplicemente dire le cose come stanno. C’è però un altro aspetto che come militare non può considerare. Ciò che non può modificare è il fatto che in Ucraina si sta svolgendo una inutile guerra, una guerra nel cuore d’Europa che avrebbe potuta essere evitata, se non fosse prevalsa la sete di egemonia degli Stati Uniti, o meglio della nuova classe dirigente che Biden rappresenta.
Ovviamente, c’è un particolare dimenticato in tutti questi scenari, strategie e previsioni: è che per vincere occorre avere delle buone ragioni e non essere compartecipi di una situazione di distruzione e sofferenza indotta artificialmente. Altrimenti entreremmo non più nel campo delle strategie, ma nel capo della moralità. Perché gli interventi esterni si possono rivelare distruttivi e forse non è la strategia che è mancata nelle guerre disastrose citate dal professore, ma le motivazioni.
Possiamo esaminare la questione ucraina da diverse latitudini, ma si può procedere ancora nella strada intrapresa, solo a patto di mentire. C’è qualcosa di più prioritario ed urgente che la decarbonizzazione per il mondo. E’ che stiamo perdendo terreno su un piano fondamentale per il progresso reale che è quello spirituale ed umano.
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