La verità rafforza l’unità: il giornale dell’assedio di Gaeta

Per le modalità con cui avvenne, l’assedio a Gaeta rappresenta  una delle pagine più tristi di quella guerra di conquista che porterà il Regno di Sardegna  all’annessione  con la forza del Regno delle due Sicilie, stato sovrano e di gran lunga più ricco e democratico dell’aggressore .
Da quel momento in poi per  tutta l’Italia peserà  il macigno di questa Unità fatta a mano armata , specialmente  per il popolo del Sud  incomincerà  un’epoca di oppressione,  di povertà  e di umiliazione. Per non parlare dell’opera di scientifica rimozione della memoria storica che ancor oggi si mette in atto , così che col tempo il falso storico diventerà vero.
Quest’anno per anniversario dell’Unità d’Italia sono stati stanziati  800 milioni di euro, lo scopo è  rievocare le gesta di ladri , opportunisti e massoni.
E’ come una la rievocazione  di un matrimonio che si fece contro la volontà dei due,  della sposa, in cui questa viene raggirata, viene poi  picchiata e costretta  costringetta ad acconsentire alle nozze non volute,  infine  sedata per fargli dire sì, poi  anni dopo la morte  si vuol dire ai figli di quella unione  che fù un bel matrimonio e che la madre era una pazza. Ma non è così, certo i figli sono grati per la vita e solidali tra di loro, ma penso che vorrebbero sapere la verità. Non si può e non è giusto fare simili alchimie. Invece a nulla valgono i numerosissimi documenti storici che dicono il contrario,   tutto ciò che avvenne deve essere ricordato con orgoglio, tutto ciò che avvenne deve essere detto giusto, qualunque evento, se legato all’epopea dell’Unità d’Italia . Ci si ostina ancora a non giudicarli per quello che furono , ma  invece si glorificano, e chi non lofà si fà nemico dell’Italia, antidemocratico, “revisionista” dimenticando infine che la storia per sua natura è revisionista.
Questo” tipo d’intimidazione, ideologica appunto, non critica gli argomenti o i documenti dei nuovi storici, ma le loro intenzioni; e da questo metodo è difficile difendersi. Quando si viene accusati, per una ricerca storica, di voler restaurare il potere temporale, o di voler riabilitare il fascismo, si è subito sul banco degli imputati”.(Ernesto Galli della Loggia)

L’Unità d’Italia, da effetto secondario   e romantico dell’annessione diventa invece  il paravento e la motivazione che non è stata, perchè fù guerra di conquista e guerra della massoneria e delle menti illuminate contro la Chiesa.  Solo con la verità storica rafforzeremmo l’Unità attuale, Unità effettiva e oggettiva che non vuole dipendere da quell’epoca brutale, da quegli episodi meschini.

il 4 novembre del 1860 iniziò l’assedio di Gaeta da parte dei piemontesi, guidati dal “sanguinario” Generale Cialdini, che durò fino al 13 febbraio del 1861.
In quei lunghi mesi si scrisse una delle pagine più oscure del Risorgimento italiano, raccontate lucidamente dallo scienziato francese Charles Garnier nel suo celebre Journal du siège de Gaëte Dentu, (Parigi, 1861).
Nelle pagine del suo “giornale”, Garnier racconta una storia inedita e ripulita dalla retorica risorgimentale, parla di feroci crudeltà che vennero perpetrate nei confronti dei civili come l’avvelenamento dell’acquedotto e il bombardamento indiscriminato della città.
Ma parla anche del dopo assedio, quando i bersaglieri entrarono nella città e si dedicarono alle più efferate violenze.
Dell’argomento, ultimamente, si è occupato anche lo storico Gigi De Fiore, premio Saint Vincent per il giornalismo nel 2001, con il libro dal titolo: Gli ultimi giorni di Gaeta – l’assedio che condannò l’Italia all’unità, edito da Rizzoli.  (Maurizio Blondet / Fonte: effedieffe.com)
I massacri, le esecuzioni sommarie da quel momento in poi saranno pratica usuale tanto che persino Napoleone dirà così:
«Ho scritto a Torino le mie rimostranze; i dettagli di cui veniamo a conoscenza sono tali da alienare tutti gli onesti alla causa italiana. Non solo la miseria e l’anarchia sono al culmine, ma gli atti più indegni sono considerati normali espedienti: un generale di cui non ricordo il nome, avendo proibito ai contadini di portare scorte di cibo quando si recano al lavoro dei campi, ha decretato che siano fucilati tutti coloro che vengono trovati in possesso di un pezzo di pane. I Borboni non hanno mai fatto cose simili – Napoleone»