Le scorse ore Nena News aveva ripreso indiscrezioni – pubblicate sul quotidiano al Watan e sul canale televisivo saudita Ikhbariya – secondo le quali sarebbe in corso in Siria una crisi di carburante per i veicoli privati. In particolare si riferiva che la carenza fosse causata dal divieto di passaggio delle petroliere iraniane attraverso il canale di Suez, disposto dal Cairo (che però – come riferisce anche Almasdarnews -, smentisce la notizia.)
In proposito tali circostanze sono ridimensionate dall’agenzia di stampa RIA. Non si nega infatti una crisi energetica dovuta alle difficoltà delle importazioni causate dalle sanzioni, ma questo era noto da mesi.
Invece, le difficoltà odierne riscontrate per i rifornimenti di carburante sembrano essere in relazione alla diffusione di false notizie provenienti da media esteri. La prospettiva di una scarsità di combustibile e di aumento dei prezzi ha causato il panico ed una corsa all’approvvigionamento. Ciò ha rotto la già precaria situazione che il governo sta tenendo sotto controllo con prezzi calmierati e con la la razionalizzazione di risorse, data la guerra in corso e le sanzioni.
Si segnala comunque che numerose aziende russe stanno lavorando per ottimizzare la produzione interna . Ciò nel prossimo futuro dovrebbe migliorare sensibilmente la situazione anche grazie ai giacimenti posti di fronte alla costa della Siria, ancora non sfruttati.
La stessa RIA inoltre, documenta che il petrolio siriano – nelle regioni petrolifere più produttive situate al nord della Siria e occupate dagli Stati Uniti – è esportato illegalmente in Turchia , sottraendo preziose risorse economiche al paese in guerra contro i terroristi. Nello stesso tempo però – secondo il Wall Street Journal – l’amministrazione curda esporta comunque petrolio estratto nei giacimenti del nord nella parte della Siria controllata dal governo di Damasco attraverso la società siriana Qatirji Group (sotto sanzione da parte degli USA e della UE).
La Russia nel 2017 con la società petrolifera Evro Polis ha sottoscritto un accordo con il governo siriano per ricevere una quota del 25 percento nella produzione di petrolio e gas siriani, localizzata nelle aree vicino a Palmyra.
Aggiornamento: un nuovo articolo di almasdarnews che riferisce ”fonti militari” non meglio precisate annuncia che il blocco effettivamente è in essere ma che Iran e Turchia stanno prendendo accordi per avviare una nuova linea di rifornimento terrestre.
[su_spacer]Damasco , 15 aprile – Fonte RIA:[su_spacer]
Il ministero siriano del petrolio ha imposto lunedì ulteriori restrizioni al rifornimento di auto a causa della “crisi della benzina” che ha formato code colossali alle stazioni di servizio: le auto private possono essere riempite con 20 litri ogni cinque giorni, secondo al-Watan .
La crisi della benzina in Siria dura da più di una settimana: le code alle stazioni di servizio di Damasco raggiungono il numero di 150-200 auto, una situazione simile sta avvenendo in altre città, dove le code per il rifornimento salgono analogamente. Le autorità siriane affermano che la ragione della corsa all’approvvigionamento è il panico generato da “false notizie” sui piani delle autorità per aumentare il prezzo del carburante.
Il ministero ha smentito la notizia, ma le file non sono diminuite, [per questo] le autorità hanno affermato che ogni vettura sarebbe stata autorizzata a fare rifornimento con solo 20 litri di benzina ogni 48 ore.
Molti dei proprietari di auto intervistati da RIA Novosti hanno riferito che la fila per la benzina dura in media 3-4 ore.[Mentre] un giornale ha citato che “Come misura temporanea per l’equa distribuzione della benzina per i proprietari di automobili, vengono introdotte le seguenti quote: le auto private possono ottenere 20 litri per cinque giorni, motocicli – tre litri per cinque giorni, taxi – 20 litri per 48 ore”.
Il governo siriano ha annunciato oggi una serie di nuove misure per combattere la crisi della benzina, compreso il dispiegamento di stazioni mobili di gas e la riapertura di stazioni di rifornimento chiuse. Il direttore della compagnia petrolifera statale, Mustafa Hasvia, ha detto sabato al canale televisivo di stato di Ikhbariya [Al Ekhbariya è un canale televisivo satellitare di notizie e attualità in arabo con sede a Riyadh, in Arabia Saudita] che, a causa delle sanzioni imposte alla Siria, non una sola nave potrebbe arrivare nel paese da ottobre.
Nello stesso tempo, il paese consuma circa 100 mila barili di petrolio al giorno e ne produce solo 24 mila. Secondo lui, in precedenza il paese era rifornito di carburante da petroliere iraniane che consegnavano circa 2-3 milioni di barili al mese.
Ha anche sottolineato che molti dei depositi sono stati distrutti o sono fuori dal controllo del governo del paese.Ha anche detto che a Damasco, dove circolano più di mezzo milione di auto, ci sono solo 21 stazioni di servizio.
Il primo ministro siriano Imad Khamis ha detto la scorsa settimana che l’Egitto non consente [di passare il canale di Suez] alle petroliere che trasportano petrolio per la Siria attraverso il Canale di Suez, ma le autorità egiziane negano questo.
Da gennaio in Siria i rifornimento presso le stazioni di servizio si effettuano previo il ritiro dagli uffici governativi di schede di plastica elettroniche. A chi non era in grado per mancanza di tempo di ritirare la card il carburante massimo con cui poteva riempire il serbatoio della propria auto era di 30 litri di benzina al giorno.
Più tardi, il Ministero del Petrolio ha limitato le possibilità dei proprietari di auto che non avevano ricevuto la carta: ora si può fare rifornimento solo presso le stazioni di servizio statali, e il volume di carburante acquistato non può superare i 20 litri alla volta. In un comunicato stampa, il ministero ha dichiarato in precedenza che lo scopo di introdurre questo sistema è quello di prevenire la distribuzione non uniforme della benzina e combattere il mercato nero, nonché le code alle stazioni di servizio.
Il prezzo della benzina in Siria è fissato a 225 lire siriane per litro (circa 37 rubli).
fonte: agenzia di stampa Ria