Il prof. Marcel Fratzscher è uno stimato economista nonché il direttore del prestigioso Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (DIW). Nel suo ultimo libro analizza la distribuzione dei redditi e dei patrimoni in Germania e giunge ad una conclusione netta: la Germania del 2017 è il paese della disuguaglianza sociale in cui il sogno del “benessere per tutti” di Ludwig Erhard ormai è solo uno slogan vuoto e privo di senso. L’economia sociale di mercato tedesca ormai da tempo non è piu’ sociale. Dall’Huffington Post
Il motto di Ludwig Erhard, creare “benessere per tutti”, oggi puo’ essere considerato solo un’illusione. L’economia sociale di mercato tedesca, almeno per come l’abbiamo conosciuta nei decenni durante i quali era garantita la protezione di tutti i gruppi sociali, oggi non esiste piu’.
Nell’economia tedesca si gioca con le carte truccate – di concorrenza e di mercato nell’economia reale ce n’é sempre meno.
La nuova economia di mercato tedesca mostra il suo vero volto in una disuguaglianza sociale sempre piu’ forte. In nessun’altro paese industrializzato le opportunità, ma anche i patrimoni e i redditi, sono distribuiti in maniera cosi’ disuguale.
Questa disuguaglianza non è solo un problema sociale ma anche economico: rallenta la crescita economica, impedisce l’aumento degli investimenti e la creazione di posti di lavoro migliori. Si tratta di danni reali, che pongono la Germania davanti a una grande sfida.
La Germania è il paese della disuguaglianza
Nel mondo industrializzato la Germania di oggi è uno dei paesi con le piu’ grandi disuguaglianze sociali. Le ragioni non sono immediatamente evidenti. I fatti sono come le tessere di un puzzle che ad un primo sguardo non sembrano incastrarsi.
Il primo esempio è il “puzzle patrimoniale”: la Germania è un paese ricco con un reddito pro-capite che è fra i piu’ elevati al mondo. Ed è anche un campione di risparmio – in nessun’altro paese industriale i cittadini e le imprese risparmiano una quota cosi’ elevata del loro reddito.
Sarebbe quindi logico aspettarsi che i tedeschi grazie ad un alto reddito e ad una elevata quota di risparmi possano accumulare dei grandi patrimoni privati per potersi assicurare una certa prosperità in vecchiaia e fare quindi della previdenza pensionistica. La realtà tuttavia sembra essere diversa: la ricchezza di molti tedeschi è notevolmente inferiore rispetto a quella dei loro vicini. E’ fra le piu’ basse in Europa ed è meno della metà rispetto a quella di molti europei.
Fanno parte della ricchezza le attività finanziarie e monetarie, gli immobili, gli oggetti di valore, le assicurazioni e le immobilizzazioni. Il loro valore nel portafoglio di molti tedeschi negli ultimi 15 anni è chiaramente sceso. Come è possibile che questi fatti possano andare d’accordo? Come è possibile che in un paese economicamente cosi’ di successo e forte le persone abbiano cosi’ poca ricchezza privata?
Come è possibile che le persone in Germania guadagnino e risparmino piu’ dei loro vicini e tuttavia abbiano dei patrimoni inferiori? Allo stesso tempo la ricchezza è suddivisa in maniera profondamente diseguale. In nessun’altro paese della zona Euro la disuguaglianza dei redditi è superiore. La metà piu’ povera della nostra popolazione praticamente non ha alcun patrimonio netto. Se le persone hanno dei beni, i loro debiti hanno un valore almeno uguale o superiore.
Nel 20% piu’ povero, i debiti sono superiori ai patrimoni. Questi cittadini hanno una posizione debitoria netta. Ma anche al vertice della piramide della ricchezza la situazione tedesca è piu’ estrema rispetto a quella dei suoi vicini: in nessun’altro paese in Europa il 10% piu’ ricco della popolazione dispone di patrimoni maggiori.
Lo stato cerca di bilanciare l’elevata disuguaglianza attraverso la fiscalità e la redistribuzione finanziaria
La disuguaglianza nella distribuzione dei patrimoni in Germania è simile al livello registrato negli Stati uniti. Il secondo puzzle è il “puzzle del reddito”: non solo per quanto riguarda i patrimoni, ma anche per quanto riguarda i salari e i redditi, l’aggettivo “sociale” nell’economia tedesca da tempo è stato messo in secondo piano.
Il divario fra i redditi piu’ alti e quelli piu’ bassi nel nostro paese continua ad ampliarsi. Quasi la metà dei lavoratori tedeschi negli ultimi 15 anni ha dovuto fare i conti con salari che hanno perso un parte del loro potere d’acquisto. La perdita di potere d’acquisto è stata accusata soprattutto dai lavoratori con i salari piu’ bassi.
Solo chi aveva salari piu’ alti ha potuto approfittare di un aumento reale delle retribuzioni. A scendere non è stato solo il potere d’acquisto, anche i redditi per la maggior parte dei lavoratori sono cresciuti lentamente; soprattutto perché in Germania c’è un numero insolitamente elevato di persone con un’occupazione precaria o che – spesso involontariamente – hanno un lavoro a tempo. La Germania è uno dei paesi industrializzati con le piu’ alte disparità di reddito.
Lo stato tedesco cerca di compensare questo elevato livello di disuguaglianza attraverso la fiscalità e la redistribuzione finanziaria – anche se i suoi sforzi hanno un successo molto limitato. La disuguaglianza dei salari e dei redditi disponibili negli ultimi anni è aumentata notevolmente. Dopo il 2005 questo aumento è stato in parte rallentato dal forte incremento dell’occupazione.
E cosi’ la disuguaglianza crescente si riflette anche in un forte aumento del tasso di povertà – soprattutto i piu’ anziani e i piu’ giovani sono sempre piu’ minacciati dalla povertà – così come accade per la diminuzione della giustizia sociale intergenerazionale. Proprio all’ingresso nel mondo del lavoro la disuguaglianza nelle attuali giovani generazioni, per quanto riguarda i patrimoni e i redditi, è chiaramente piu’ alta rispetto a quanto accadeva in passato.
La mobilità sociale in Germania resta molto bassa
Il terzo puzzle è il “puzzle della mobilità”. Le persone con un basso reddito e una bassa ricchezza raramente sono in grado di migliorare significativamente la loro situazione ed avere quindi “un’ascesa sociale”. Una simile situazione di immobilità la si puo’ riscontrare anche fra i redditi piu’ alti e fra i patrimoni piu’ grandi: chi ce l’ha fatta ad ottenere un buon reddito e ad accumulare un buon patrimonio, in Germania ha molte piu’ opportunità di mantenere questa posizione rispetto a quanto accade in molti altri paesi.
Il rischio di un declino sociale è molto inferiore rispetto alla media dei paesi OCSE. La ridotta mobilità delle condizioni sociali è particolarmente evidente nel 10% piu’ alto e nel 10% piu’ basso, cioè nel decile piu’ ricco e in quello piu’ povero della popolazione. Nel confronto internazionale risulta eccezionale anche la forte interazione fra i valori del reddito e del patrimonio: i cittadini piu’ ricchi sono anche quelli con un reddito piu’ elevato. Chi ha già molto, riceve anche di piu’.
Questo basso livello di mobilità sociale interessa anche le generazioni successive: in nessun’altro paese l’origine sociale influenza il proprio reddito come in Germania. In nessun’altro paese il povero resta cosi’ spesso povero e il ricco cosi’ spesso ricco – per generazioni.
In Germania la metà del reddito di un lavoratore è determinata dal reddito e dal livello di istruzione dei genitori. I figli di genitori ricchi non solo possono sperare in una grande eredità o in donazioni, ma hanno significativamente anche maggiori possibilità di raggiungere un reddito superiore alla media.
I bambini provenienti da famiglie a basso reddito e con un basso patrimonio raramente riescono a raggiungere una posizione sociale migliore rispetto a quella dei genitori. Questa ridotta mobilità negli ultimi decenni è persino diminuita. La classe media tedesca è sicuramente fra i grandi perdenti di questo sviluppo. Si tratta delle persone al centro della società, il cui lavoro spesso è a rischio, i cui salari stanno diminuendo e che hanno poche possibilità di fare della previdenza per la vecchiaia e di costruirsi un patrimonio.
Proprio le persone che fino ad ora sono state la spina dorsale di ogni economia e società – anche della nostra. La disuguaglianza in Germania ha molti volti. Le donne, gli abitanti delle regioni rurali, i tedeschi dell’est, i migranti, le persone appartenenti a famiglie socialmente deboli con un basso livello di istruzione, i genitori single, gli anziani e i bambini – tutti si trovano in una posizione chiaramente peggiore.
E’ soprattutto lo stato tedesco ad avere sul lavoro un carico fiscale decisamente piu’ forte rispetto a quello che ha sul capitale – il confronto internazionale lo mostra chiaramente. Già da tempo ormai la Germania non è piu’ il paese che offre “benessere per tutti”. Il “benessere per tutti” si è trasformato in benessere per pochi.
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