Il Papa incontra Nancy Pelosi che si trovava a passare per caso a Roma

Nancy Pelosi, presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha incontrato sabato a Roma papa Francesco perchè ‘si trovava a passare da quelle parti ‘. In realtà la circostanza è strettamente legata ad una imminente riunione dei vescovi americani che discuteranno quando privare della comunione chi non è in una situazione di poterlo fare.
Cattolica, la Pelosi è stata criticata da alcuni vescovi statunitensi per il suo sostegno all’aborto. La Pelosi ha approvato il Women’s Health Protection Act, un disegno di legge volto a preservare l’accesso all’aborto a livello nazionale, poiché i diritti all’aborto sono minacciati in tutto il paese dai legislatori statali guidati dai repubblicani. La stessa aveva affermato che non aver bloccato una legge antiabortista in Texas è stata per la Corte Suprema come una fonte di “vergogna per la Corte Suprema degli Stati Uniti”. Cosicché è stata promulgata la legge per impedire che altri stati seguissero l’esempio del Texas. Molti vescovi cattolici avevano criticato la speaker della Camera per questo.

Interessante è l’articolo di  Catholic Culture ripreso da Sabino Paciolla sul suo sito:

Papa Francesco, Nancy Pelosi, l’accesa sostenitrice dell’aborto su richiesta, e i vescovi americani

Il Vaticano ha certamente steso il tappeto rosso per Nancy Pelosi (Speaker della Camera USA, ndr). Il tappeto rosso sangue, si potrebbe dire.

Proprio mentre l’arcivescovo Salvatore Cordileone esortava i fedeli cattolici a pregare per la Speaker ribelle, affinché potesse avere una “conversione del cuore”, un sorridente Papa Francesco la salutava al palazzo apostolico, dando al mondo indicazione di essere per nulla turbato dalla sua esplicita promozione dell’aborto su richiesta.

L’arcivescovo Cordileone, l’arcivescovo della [diocesi di] Pelosi, ha detto al mondo che il sostegno all’aborto della Speaker è incompatibile con la sua fede cattolica. Ma la foto di posa con il Sommo Pontefice probabilmente cancellerà qualsiasi impressione che l’appello dell’arcivescovo abbia fatto sul grande pubblico.

Meno di un mese fa il Papa ha detto ai giornalisti che “l’aborto è un omicidio”. Ora ha salutato uno dei principali sostenitori americani di questa pratica. Il suo incontro con Pelosi è stato nettamente più caloroso del suo incontro, alcuni mesi prima, con l’ex presidente Trump. Del resto, ha dedicato più tempo alla presidente della Camera di quanto ne abbia dedicato ai cardinali che incalzavano con domande su questioni dottrinali urgenti, nei dubia. Ovviamente Papa Francesco è in grado di trasmettere disapprovazione, sia rifiutando di incontrare individui di spicco o inviando un messaggio inequivocabile con il suo linguaggio del corpo durante la foto obbligatoria. Nessun accenno di tale disapprovazione è stato mostrato con Pelosi.

Prima del suo incontro con il Papa, la presidente Pelosi aveva fatto un salto dal cardinale Peter Turkson, il cui ufficio ha annunciato che era felice di parlare con lei di ambiente, assistenza sanitaria, migrazione e diritti umani. Beh, alcuni dei diritti umani. Il cardinale Turkson presiede il nuovo dipartimento vaticano dal nome sgraziato: il dicastero per lo sviluppo umano integrale. Ma a quanto pare non ha trovato il tempo di parlare con la politica americana dello sviluppo umano che avviene nel grembo materno.

Poi, dopo il suo incontro con il Papa, Pelosi ha preso la via per la chiesa di San Patrizio a Roma, dove un rettore servizievole le ha programmato la seconda lettura. (“Infatti la Parola di Dio è viva ed efficace… tutto è nudo ed esposto agli occhi di Colui al quale dobbiamo rendere conto”). Sfortunatamente l’oratrice ha lasciato la chiesa non molto tempo dopo l’inizio della messa, e il rettore ha detto alla assemblea che se n’era andata a causa di un “incidente di sicurezza”, dando ai simpatizzanti [della Speaker] l’opportunità di insinuare che gli intemperanti pro-life avevano minacciato la sua sicurezza. (In realtà l’”incidente di sicurezza” era una dimostrazione degli oppositori del Covid-lockdown – del green pass, ndr -, che stavano marciando vicino alla chiesa per ragioni non legate alla presenza della Pelosi).

La tempistica della visita della Pelosi non è stata casuale. Oh, sì, stava partecipando a una riunione di legislatori a Roma. Ma avete visto qualche resoconto di quella riunione? Qualche foto da prima pagina, di quelle che ha raccolto in Vaticano? No; i suoi affari con la Santa Sede erano più importanti della riunione internazionale.

Tra poche settimane, i vescovi statunitensi si incontreranno a Baltimora, per discutere una dichiarazione sulla “coerenza eucaristica” (cioè, se sostieni, ad esempio l’aborto, non puoi presentarti per ricevere la Comunione, ndr). La domanda più significativa su questa dichiarazione è come gestirà il problema creato da politici cattolici come Pelosi e il presidente Biden, che continuano a sostenere che il loro sostegno all’aborto può essere conciliato con il loro cattolicesimo professato. La missione di Pelosi a Roma era di persuadere i prelati americani che non dovrebbero prendere una posizione schietta su questa questione. E ammettiamolo: il Vaticano ha dato una spinta enorme a questa missione.

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Nancy Pelosi

Ironicamente, il giorno dopo aver salutato Pelosi, Papa Francesco ha aperto un nuovo Sinodo dei Vescovi, inserendo un processo che ha pubblicizzato come una “sessione di ascolto” mondiale senza precedenti, raccogliendo suggerimenti dalle parti interessate in tutto il mondo su come la Chiesa potrebbe essere riformata. Perché, allora, il Vaticano non sta ascoltando le suppliche del movimento pro-vita – suppliche di onestà e coerenza?

Papa Francesco ha chiesto una Chiesa “sinodale”, caratterizzata da una leadership decentralizzata. Perché, allora, non rispetta i leader della gerarchia americana, permettendo loro di parlare al proprio gregge su una questione morale critica (l’aborto, ndr)? Perché ha sminuito l’iniziativa presa dallo stesso arcivescovo di Pelosi?

Tre anni fa, quando la conferenza episcopale statunitense aveva programmato una dichiarazione sullo scandalo McCarrick, il Vaticano inviò una “richiesta” dell’ultimo minuto di rinviare la discussione, e i vescovi americani si sentirono obbligati [a rinviare]. Se i segnali inviati dalla visita di Pelosi a Roma sono un’indicazione, il Vaticano ora spera che i vescovi americani non insistano sulla questione della coerenza eucaristica. Speriamo e preghiamo che, nell’interesse della “sinodalità”, i vescovi americani ignorino questo messaggio e prendano una posizione coraggiosa: per la verità e per la vita.

dal blog di Sabino Paciolla

Papa Francesco, Nancy Pelosi, l’accesa sostenitrice dell’aborto su richiesta, e i vescovi americani

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