Il Parlamento europeo adotta il portafoglio digitale senza alcuna discussione

Il portafoglio di identità digitale europeo ha superato senza difficoltà la fase di validazione da parte del Parlamento europeo ed è rinviato a fase successiva senza discussione tra Commissione e Consiglio europeo.

Sono passati diversi mesi da quando l’unica Commissione parlamentare competente per l’industria, la ricerca e l’energia -la ITRE- ha assunto i poteri per modificare il testo sull’identità digitale europea.  All’inizio di marzo, la commissione ITRE aveva votato a favore di un mandato che le consentisse di passare questa legge alla fase successiva dei negoziati tra la Commissione e il Consiglio europeo. Pertanto, il testo non sarà presentato all’assemblea plenaria e il suo contenuto non sarà soggetto a modifiche.

L’eurodeputata del gruppo Identità e Democrazia Virginie Joron deplora “una procedura antidemocratica” a fronte di un regolamento che suscita “sincera preoccupazione” e apre la strada alla “sorveglianza generalizzata” dell’uso dei dati personali. La scorsa settimana Virginie Joron aveva firmato un appello lanciato dal deputato conservatore olandese Rob Roos affinché il testo fosse discusso in assemblea plenaria. Senza successo. (fonte Nexus (https://www.nexus.fr/)

L’Unione Europea ha molta fretta di rendere operativo il portafoglio digitale

L’L’identità digitale europea ha lo scopo di fornire una base giuridica per la creazione di un sistema di portafogli digitali nazionali che interagiscano all’interno dell’UE, dove i cittadini possano accedere a tutto: dai certificati di nascita alle patenti di guida. Secondo il Parlamento europeo, il nuovo strumento consentirà ai cittadini dell’UE di identificarsi e autenticarsi su Internet senza dover ricorrere a gestori commerciali (Spid), come avviene ora. Questa pratica solleva preoccupazioni circa la fiducia, la sicurezza e la privacy, mentre si assicura che -in base al nuovo disegno di legge- gli utenti potranno assumere il pieno controllo dei propri dati e decidere quali informazioni condividere e con chi.

“Il voto in plenaria di oggi ci avvicina di un passo a un sistema di identità digitale sicuro che offre agli utenti di portafogli digitali il pieno controllo sui propri dati. La misura della fiducia dei nostri cittadini nel nuovo sistema sarà la misura definitiva del suo successo e continueremo a lavorare sodo per guadagnarci tale fiducia”, ha detto a EURACTIV la relatrice Romana Jerkovich, eurodeputata.

Enormi dubbi su questo strumento

Uno strumento necessariamente basato sulla fiducia, appunto. Non si può far finta di non sapere che si tratta di uno strumento in mano agli stessi governi ed alle stesse istituzioni che hanno imposto restrizioni durante il periodo pandemico, spesso non assolutamente trasparenti e lineari. Proprio in quel periodo in cui tutti noi eravamo più vulnerabili, abbiamo assistito impotenti ad abusi e norme emergenziali spesso finalizzate non solo al lato sanitario ma soprattutto a far passare leggi e norme, altrimenti difficilmente accettabili in una situazione di normale dibattito democratico.

In definitiva, i nostri dati potrebbero essere usati con autoritarismoInoltre, non è detto che con uno strumento accentrato che contiene tutti i dati personali non si sia più esposti a furti di identità, phishing o, addirittura, uso indebito da parte di soggetti pubblici o privati. Infine, non è secondario il fatto che il cittadino dovrebbe essere libero e non discriminato per l’uso di uno strumento che si dice essere a suo esclusivo favore.   Diciamo che la memoria recente ed addirittura, presente, non depone a favore della fiducia.

Lo scrittore saggista Claude Janvier, ha scritto: “A fuoco lento che da due anni avete accettato, in larga maggioranza, e senza batter ciglio, i confinamenti, il coprifuoco, i certificati di uscita, le spiagge dove era vietato sedersi, le birrerie dove era vietato bere, il caffè in piedi che non era consentito sorseggiare seduti e, infine, il pass sanitario. Quindi, a fuoco lento, la stessa salsa è stata riproposta in un pass per il vaccino, tre dosi. Ora, completamente condito, insensibile e sottomesso, sei cotto al punto da accettare la schiavitù definitiva: il passaporto digitale europeo”.
(Claude Janvier – https://www.ideeazione.com)

Il parere dell’eurodeputato Francesca Donato

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