Il piano di salvezza nazionale non deve essere il MES ma la UE ci riprova blandendo con parole più carine e cambiando le parole mentre la sostanza resta- A fine post rilancio l’invito alla sottoscrizione di un piano di salvezza nazionale alternativo al MES
Con una intera pagina ANSA (vedi qui) descrive il prestito di 2770 euro che la UE si dice disposta di concedere ai vari stati europei per la crisi scatenata dal Covid-19.
A tema è la solidarietà europea e sembra che la posizione della UE sia mutata. Non si nomina quasi affatto il MES, né nel titolo , né nel testo. E’ un gran parlare di solidarietà, di emergenza e quant’altro.
Si direbbe un accoglimento delle insistenze italiane. Ma non è così, si tratta solo di apparenza. Infatti, successivamente si coglie una frase che poteva anche sfuggire ad una lettura distratta; essa fa crollare tutte le illusioni. Dice: ” …attivando il Mes senza stigma e con condizionalità light”.
A questo punto – prima di proseguire e ipotizzare altre possibili proposte e soluzioni – fermiamoci un attimo e ricordiamo le parole di San Giovanni Paolo II a cui papa Francesco ha chiesto la intercessione per uscire dalla pandemia coronavirus:
Dal viaggio apostolico in Spagna. 9 novembre 1982
La storia della formazione delle nazioni europee scorre parallela a quella della loro evangelizzazione, fino al punto che le frontiere europee coincidono con quelle della penetrazione del Vangelo. Dopo venti secoli di storia, nonostante i sanguinosi conflitti che hanno contrapposto tra loro i popoli d’Europa, e nonostante le crisi spirituali che hanno segnato la vita del Continente – fino a porre alla coscienza del nostro tempo gravi interrogativi sulle sorti del suo futuro – si deve ancora affermare che l’identità europea è incomprensibile senza il Cristianesimo, e che proprio in esso si ritrovano quelle radici comuni dalle quali è maturata la civiltà del vecchio continente, la sua cultura, il suo dinamismo, la sua operosità, la sua capacità di espansione costruttiva anche negli altri continenti; in una parola, tutto ciò che costituisce la sua gloria.
E ancor oggi, l’anima dell’Europa rimane unita, perché, oltre alle sue origini comuni, vive gli identici valori cristiani e umani, come quelli della dignità della persona umana, del profondo sentimento della giustizia e della libertà, della laboriosità, dello spirito di iniziativa, dell’amore alla famiglia, del rispetto della vita, della tolleranza, del desiderio di cooperazione e di pace, che sono note che la caratterizzano.
Volgo il mio sguardo all’Europa come al Continente che ha più contribuito allo sviluppo del mondo, tanto sul piano delle idee quanto su quello del lavoro, delle scienze e delle arti. E mentre benedico il Signore per averlo illuminato con la sua luce evangelica fin dalle origini della predicazione apostolica, non posso tacere lo stato di crisi in cui esso si dibatte, alle soglie del terzo millennio dell’era cristiana.
(…) io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, da Santiago, grido con amore a te, antica Europa: “Ritrova te stessa. Sii te stessa”. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri continenti. Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima di pieno rispetto verso le altre religioni e le genuine libertà. Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Non inorgoglirti delle tue conquiste fino a dimenticare le loro possibili conseguenze negative; non deprimerti per la perdita quantitativa della tua grandezza nel mondo o per le crisi sociali e culturali che ti percorrono. Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altri continenti guardano a te e da te si attendono la risposta che san Giacomo diede a Cristo: “Lo posso”.
Giovanni Paolo II
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Purtroppo ci stiamo allontanando sempre più dalle accorate esortazioni di S.Giovanni Paolo II. Ma nello stesso tempo tutti ricordano la sua figura sofferente senza conoscere e fare propri i contenuti che contraddistinguono il suo pontificato. Allora se Papa Francesco ha fatto la cosa bella di invocare la sua intercessione, come si può non fare proprie queste sue parole, riproposte qui ? Questo non è il percorso che quella comunità di popoli che si chiama Unione Europea si è data. Come si possono allora prospettare soluzioni che superino le contingenze economiche negative senza affrontare e prendere sul serio le parole di San Giovanni Paolo II , che descrivono potentemente proprio la radice del problema ?
Se siamo realisti ci accorgiamo che ogni cambiamento è precluso dagli stessi trattati fondativi dell’Unione. Perciò per proseguire con altri presupposti e con uno sguardo più ampio, sarebbe necessaria la riformulazione dei trattati ed un cambiamento delle regole economiche e monetarie.