Axios riferisce di un episodio non trattato diffusamente da parte dei media mainstream. Il presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed (MBZ), ha rifiutato la richiesta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di finanziare gli stipendi dei lavoratori palestinesi disoccupati della Cisgiordania occupata. A questi lavoratori è stato impedito di entrare in Israele a seguito dell’attacco di Hamas avvenuto il 7 ottobre.
Alla richiesta di Netanyahu di fornire finanziamenti per coprire le spese degli stipendi dei lavoratori palestinesi Mohammed bin Zayed ha risposto sarcasticamente “Chiedi soldi a Zelenskyj”.
Questo rifiuto di MBZ evidenzia la posizione di molti paesi arabi, che hanno dichiarato di non voler coprire i costi per mantenere lo status quo in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza dopo la guerra. Un funzionario degli Emirati Arabi Uniti ha espresso a Axios che l’idea che i paesi arabi debbano finanziare la ricostruzione e pagare per le conseguenze della situazione attuale è irrealistica.
Dopo l’attacco di Hamas, il governo israeliano ha imposto restrizioni di sicurezza sulla Cisgiordania, impedendo a oltre 100.000 palestinesi che lavoravano in Israele di entrare nel paese. Questo ha aggravato la situazione economica palestinese e aumentato la disoccupazione, sollevando preoccupazioni di un’escalation di violenza in Cisgiordania. Il gabinetto economico israeliano, guidato dal ministro delle Finanze ultranazionalista Bezalel Smotrich, ha respinto una proposta del Ministero della Difesa israeliano di consentire l’ingresso dei lavoratori palestinesi.
Netanyahu ha cercato di trovare una soluzione senza affrontare i membri della sua coalizione, rivolgendosi a MBZ e ad altri paesi per assistenza finanziaria. Tuttavia, MBZ ha rifiutato di pagare direttamente i lavoratori palestinesi, rimanendo sorpreso dalla richiesta di Netanyahu e suggerendo ironicamente di rivolgersi a Zelensky, che riceve sostegno finanziario da molti paesi.
Netanyahu ha dichiarato pubblicamente e in privato che non permetterà all’Autorità Palestinese di avere un ruolo nella Striscia di Gaza dopo la guerra e ha respinto l’idea di uno Stato palestinese. Invece, propone una gestione degli affari civili di Gaza da parte di “forze locali” non ostili a Israele, mentre l’IDF (Israeli Defense Forces) mantiene il controllo della sicurezza.
Gli Emirati Arabi Uniti, insieme ad altri paesi arabi come l’Arabia Saudita, sono stati sollecitati da Israele e dagli Stati Uniti a farsi carico della ricostruzione della Striscia di Gaza dopo la guerra. Tuttavia, gli Emirati hanno dichiarato che non contribuiranno finanziariamente a meno che non sia parte di un accordo che includa la ripresa del processo di pace guidato dagli Stati Uniti verso una soluzione a due Stati.
Lana Nusseibeh, ambasciatore degli Emirati presso le Nazioni Unite, ha affermato che prima di discutere di ricostruzione, è necessario un piano credibile per una soluzione a due Stati. La ricostruzione della Striscia di Gaza rappresenta una sfida enorme, con distruzioni massicce causate dai bombardamenti israeliani e la stima dell’ufficio umanitario delle Nazioni Unite che mezzo milione di palestinesi potrebbero non avere una casa al termine della guerra.