Come riportano i quotidiani turchi, il presidente azero Ilham Aliyev ha visitato con la moglie Mihriban Aliyeva le province di Fuzuli e Cebrail nel Karabah.
A seguito della visita Aliyev ha affermato che l’Armenia “sarà responsabile davanti ai tribunali internazionali per i 30 anni di distruzione che ha commesso nei territori azeri occupati”.
Durante il sopralluogo nei territori conquistati Aliyev ha visitato anche la zona di confine che collega l’Azerbaigian con l’Iran.
Dopo questa visita la ‘sorpresa’. Sui social sono apparse una serie di foto che ritraggono il presidente dell’Azeirgagian Ilham Aliyev nel mirino di un obiettivo di un fucile di un cecchino iraniano. La notizia è stata ripresa dai giornali turchi (vedi qui, qui e qui).
La circostanza è la visita del ponte Khodaafarin nella zona di confine che collega il Karabakh con l’ Iran.
Come interpretare queste foto? Sono autentiche?
Sembrerebbe proprio di sì. Secondo una fonte il fucile potrebbe essere un Druganov. Le immagini sono subito apparse sui social network iraniani. Data la censura piuttosto severa, ciò non è stato fatto per caso. Così, Teheran chiarisce non gli piace il clamore turco-azero ai suoi confini. Le foto sono un promemoria molto chiaro.
[su_quote]Sui social network iraniani è apparsa simultaneamente una serie di scatti effettuati attraverso l’ottica. E nei social network iraniani, dove anche L’IRGC deve essere loggato tramite un anonimizzatore, e gli amministratori del gruppo Facebook dell’Islamic Beauty Contest sono lì da tre anni … niente appare per caso.
Questo è un suggerimento molto audace e forte all’Azerbaigian. L’Iran non ama davvero il polverone turco-NATO vicino ai suoi confini. (…)”, commenta il corrispondente di guerra russo Dmitry Steshin sull’evento.[/su_quote]
Ovviamente non c’è nulla di ‘strabiliante’. In una situazione così tesa e delicata è normale che il confine sia monitorato costantemente dalle forze iraniane, visto che in ottobre durante gli scontri tra i belligeranti, razzi e colpi di mortaio hanno colpito i villaggi della provincia iraniana di Khoda Afarin, confinante con il Nagoro-Karabakh. Non parliamo poi della presenza di jaihdisti siriani al seguito delle truppe azere che l’Iran combatte attivamente in Siria.
L’Iran non ha riscontrato nessun cambiamento rispetto ai suoi confini nordoccidentali.
Il 16 novembre il portavoce del Il ministro degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh ha affermato che Teheran sta monitorando attentamente la situazione e che non accetterà mai qualcosa di diverso da quanto previsto negli accordi fatti tramite mediazione russa. Egli ha anche detto che il suo paese accoglie qualsiasi soluzione pacifica, come del resto ha fatto nei passati 30 anni.
L’unico punto dolente, è la questione della partecipazione di miliziani jihadisti che la Turchia ha portato dalla Siria in Azeirbaigian per combattere contro gli armeni. La Turchia voleva lasciarli stabilire nella parte del Karabakh conquistata, ma Russia ed Iran hanno ritenuto questo inaccettabile.
Comunque la questione sembra ormai superata: al ministero degli esteri iraniano risulterebbe che i militanti siriani abbiano già lasciato la regione. Ma prevedendo eventuali ripensamenti, l’Iran ha chiarito che anche per il futuro non tollererà la presenza di elementi stranieri nella regione.
Anche un alto consigliere del leader della rivoluzione islamica, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha affermato che non c’è posto per i militanti siriani vicino ai confini settentrionali dell’Iran.
[su_quote]”Non c’è posto per i terroristi wahhabiti e takfiri tra le persone dell’Azerbaigian che sono conosciute per il loro amore per la progenie del Profeta Muhammad (PBUH), e la storia di tali gruppi è molto desolante”, ha detto Ali Akbar Velayati in un discorso a un webinar tenuto per discutere le opinioni dell’Ayatollah Khamenei sulla regione del Karabakh. “Il popolo dell’Azerbaigian è in grado di liberare la propria terra e la presenza di terroristi wahhabiti a nord dei confini dell’Iran [con l’Azerbaigian] sarà inutile”.[/su_quote]
Intanto al Senato degli Stati Uniti il senatore Menedez ha proposto di cessare la vendita di armi alla Turchia e all’Azeirbaigian e dal lato armeno, l’invio di aiuti umanitari:
.@SenatorMenendez calls on US to:
– Suspend US arms sales to Turkey & Azerbaijan
– Investigate violations of US law
– Enforce Section 907 sanctions on Azerbaijan
– Pass S.Res.754 and S.Res.755
– Deliver humanitarian aid to Armenians pic.twitter.com/4CPpXiTPJl— ANCA (@ANCA_DC) November 18, 2020
Credo che questa sia una iniziativa isolata. La presenza della Russia in Armenia è l’ossessione degli Stati Uniti e ogni cosa che può essere utile per minare la sicurezza dei confini russi nel Caucaso, per Washington è oro.
Possiamo tranquillamente scommettere che anche gli USA come ha fatto recentemente la Gran Bretagna, scenderà a patti con Ankara per stabilire una presenza più consistente nella regione attraverso le strutture della Nato.
Inoltre, è noto che l’Armenia da tempo è corteggiata dagli USA in funzione anti russa.
Insomma, ancora una situazione molto tesa e il presidente azero nel mirino di Teheran è una metafora molto efficace.
@vietatoparlare