Il progetto delle elite: azzerare la realtà per fare un mondo nuovo

Guerre in medioriente, crisi economica, profughi e migranti come esodi biblici: questi eventi accadono in una certa maniera deteriore e violenta  non perché è in corso una catastrofe naturale ma perché si inducono catastrofi artificiali , volute.

di Patrizio Ricci

Di fronte a questi ‘shock collettivi’ in cui siamo portati da queste continue ‘emergenze’,  è necessario almeno prendere una posizione che impegni la propria libertà. Le guerre, le donne curde bruciate nelle gabbie, le immagini delle teste mozzate dai terroristi islamici portate dai media fin dentro le nostre abitazioni, sono eventi che congelano la nostra capacità di comprensione e ci rendono incapaci di reagire; siamo tentati allora a cercare sicurezza nel quotidiano, in un ambito in cui amare vuol dire qualcosa, in cui la propria volontà vuol dire qualcosa, un ambito in cui più immediatamente ci possiamo giocare.  Per questo, bisognerebbe rendersi conto che proiettare le cause dei problemi sull’impersonale, sulla corruzione dei politici, sull’incapacità dell’Europa, sulla  tirannide non è cosa vera. Tutto questo conduce solo alla propria assenza, quindi alla propria disaffezione ed al proprio disinteresse, inevitabilmente al senso di impotenza per ‘saturazione’.

E’ giusto che si faccia così? Non si tratta di ‘giustezza’ e non è questo il punto: purtroppo anche se la sensazione di rifugiarsi  sempre più
nel ‘privato’ è gradevole  e rassicurante, le quattro mura di casa forse presto non basteranno a difenderci dall’ ‘aggressione ’ che presto o tardi , inesorabilmente arriverà. Bisognerebbe allora chiedersi se è credibile che mentre tutto decade  e si corrompe, rimanga invece indenne la fede smisurata che le istituzioni hanno sullo ‘status quo’, sulle decisioni prese, sulle scelte fatte. Bisognerebbe chiedersi come mai non vengono sollevati dubbi verso un certo sistema, come mai certi ambiti non vengono mai scalfiti. Ci dicono che il problema sono gli errori, le formule economiche, i sistemi non virtuosi, la mancanza di democrazia dei paesi vicini… Gli esperti sostengono che eliminando ‘gli errori’ tutto funzionerà bene: si esclude  che il disastro provenga proprio da tutto quell’armamentario ideologico che ci viene imposto continuamente.

Se parliamo di potere,  molti di noi pensano subito ad Hitler,  al Bildeberg, alle ideologie totalitarie del secolo scorso o a complotti vari. Vuol dire che non lo si prende sul serio: non è niente di tutto questo, il vero potere è democratico, le sue dottrine si studiano nelle università, propone i suoi argomenti in modo accettabile, presenta le sue proposte come conquiste dell’umanità: sono le dottrine ‘liberiste’ che si vanno sempre più imponendo , si giudicano queste dottrine più efficienti , portatrici di progresso e di libertà, più della stessa fede cattolica.

 Nell’ambito della realtà compresa da queste dottrine c’è la necessità di ‘azzerare tutto’, tutto ciò che è di ostacolo per ‘ricominciare meglio’(comprese gran parte delle conquiste sociali faticosamente raggiunte dal dopoguerra ad oggi) . Un sacrificio necessario dicono: il mondo va cancellato ed al suo posto ne va fatto uno nuovo e perfetto , verso questo punto finale l’ evoluzione ideologica dell’umanità compie la sua opera. E’ l’ideologia del ‘foglio bianco’: si basa sulla convinzione che le crisi siano uno strumento formidabile di cambiamento perché ‘grazie ad esse la popolazione accetta una cessione di sovranità, di propria libertà che porterà ad un “New Deal”. In definitiva, la politica non avrebbe più il compito di organizzare le nazioni per meglio soddisfare i bisogni della collettività ma di cambiare la realtà (anche in modo violento) perchè diventi più efficiente e più rispondente al profitto ed ai nuovi diritti.

Questa nuova ideologia totalitaria ha circoli di pensiero che ormai sono istituzionalizzati a livello Europeo. E’ cronaca: i leader politici e gli esperti legiferano perchè il progetto europeo vada avanti e richiedono sacrifici e restrizioni di libertà sempre più grandi. Chi non abbraccia questo ‘nuovo vento di libertà’ si chiama ‘reazionario’, si forgiano nuovi vocaboli (‘populista’, ‘anti-Assad’…etc).

Non è solo un progetto economico ma anche antropologico: è evidente che questo azzeramento dell’umanità, questo estromettere da ogni ambito sociale le domande stringenti della vita, questo accomunare il senso religioso a pura crisi depressiva, è una chiara inimicizia verso  l’unica ‘intelligenza della vita’, verso l’unica vera scelta che un uomo fa nel suo rapporto storico con il Mistero.

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