Il prolungamento del lockdown risponde a necessità complessive e non solo sanitarie…

Il paese è in ginocchio, le cautele sanitarie non spiegano quanto sta avvenendo, l’emergenza sanitaria potrebbe essere affrontata con una pluralità di metodologie.

In realtà, i lockdown rispondono ad un progetto di cambiamento sociale ed economico in atto dagli anni 70, che ora ha trovato la sua occasione di accelerazione.. In linea la spiegazione dell’irrigidimento della nostra classe politica rispetto al mantenimento delle restrizioni, è il rispetto di direttive europee che rispecchiano un progetto di trasformazione sociale dettato da motivazioni ideologiche, di profitto e di controllo sociale.

Perciò andiamo avanti solo tramite il trucco tossico della Banca Centrale Europea che stampa denaro fittizio. Questo comporta che siamo del tutto dipendenti non dal lavoro ma alla Banca Centrale e alle autorità.

Quindi più si andrà avanti con le restrizioni, più la popolazione sarà dipendente e questo avrà le sue conseguenze: interi settori economici e merceologici falliranno.

Molti pensano che questa sia segno della inettitudine dei nostri governati altri pensano che il lockdown prolungato sia del tutto giustificato rispetto al pericolo.

Purtroppo non è così, gran parte di ciò che sta accadendo, corrisponde esattamente al progetto di riconfigurazione totale del sistema e comporterà una accresciuta dipendenza delle persone al capitale di altri e non al proprio lavoro. Il lockdown prolungato risponde anche all’esigenza di assorbire l’enorme quantità di denaro messo in circolazione.

Ora, sotto il punto di vista dei pianificatori, finché il denaro rimane accentrato nelle tasche di pochi va bene, ma ovviamente per la crescita del PIL dei paesi questo non è affatto remunerativo. Per questo, ciò che deve succedere,  è un aumento di spesa enorme che assorba tutto l’eccesso di liquidità e azzeri la concorrenza, inglobando le attività in svendita a buon prezzo.

Le dinamiche odierne sono ben descritte nel libro di Naomi Klein, Shock economy e nel libro Confessioni di un sicario dell’economia di John Perkins.

In tema, abbiamo visto ieri davanti a Montecitorio le proteste dei piccoli commercianti. Questa è la reazione all’effetto del fallimento delle piccole e medie aziende che stanno per essere fagocitate da chi ha il capitale. Ciò che succede è un effetto voluto: c’è chi ha chiamato le piccole partite IVA, ‘aziende zombi’, sacrificabili. Se gli italiani fossero più attenti alla politica internazionale avrebbero visto che questo che sta accadendo è ciò che avviene correntemente nel mondo: è lo stesso destino di interi paesi che sono condizionati, privati della loro sovranità, conquistati o acquistati a saldo.

Ovviamente, una delle spiegazioni di quando sta succedendo è reperibile guardando i movimenti di denaro in borsa: le borse crescono come non mai e chi ne beneficia sono soprattutto aziende che non producono praticamente nulla. Queste aziende che hanno più che raddoppiato i loro affari durante la pandemia, sono legate a stretto giro con le case farmaceutiche e hanno asset in tutto il mondo in via di acquisizione.

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Photo by Ramiro Pianarosa on Unsplash

Quindi anche se sembra un paradosso il tutto ha una sua logica: tutto questo flusso enorme di denaro apparentemente ‘ci salva’ ma in realtà è proprio questo che sempre più ci tiene in lockdown prolungato; perché altrimenti il corso della storia non potrebbe continuare in maniera proficua e si ingenererebbe un gigantesco fenomeno inflattivo.

Per evitare questo, l’immensa mole di danaro che si sta continuamente generando dal nulla, confluirà in nuovi settori costosissimi progetti come il green, il digitale e quant’altro: tutto ciò è in agenda  nel Great Reset dell’agenda del WEF presentata  a Davos, alle cui linee guida ha aderito la UE ed il nostro paese.

La successione degli eventi attuali, benché amplificata fino all’inverosimile, in fondo non è cosa nuova: nella storia moderna, questo tipo di scenario ha sempre anticipato grandi Reset economici che in passato trovavano nelle guerre la loro ‘soluzione’. Quindi tutto ciò che succede, con le sue ‘varianti’,  è del tutto coerente con la dottrina ultraliberista della Shock economy che ha fatto da tempo tabula rasa di interi paesi, aumentando le sperequazioni sociali e l’autoritarismo.

Ora, non ci vuole molto a capire che un sistema come quello europeo, saldamente fuso con le banche e con la grande finanza, è prioritariamente interessato ad appoggiare chi ha il capitale: la stessa Banca Centrale Europea è una banca privata i cui azionisti sono banche commerciali e di affari. Quindi, il problema in questo ambito è come procedere per mantenere lo status quo e far lucrare gli azionisti. E siccome non si tratta di strutture che sono al servizio delle nazioni, esse hanno i loro ideologi e le loro idee prevalenti da realizzare a livello globale.

Pertanto è abbastanza chiaro che il lockdown non può finire ora. Non può finire non tanto per i grafici, ma perchè secondo le priorità in agenda ministeriale bisogna insistere sui vaccini e sui pass vaccinali. Altrimenti la strategia complessiva pianificata globalmente non potrà essere portata in porto correttamente.

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Photo by Ehimetalor Akhere Unuabona on Unsplash

Dovrebbe essere chiaro che l’idea che i virus respiratori possano essere efficacemente soppressi tramite l’attuale tecnologia, è così ovviamente assurda, che è difficile sapere da dove cominciare quando si discute contro di essa. Ciò che sta accadendo è del tutto incoerente non solo con la scienza ma con tutto ciò che di positivo siamo riusciti a costruire in decenni di vita democratica e nel rispetto delle persone.

Oltre ai dati oggettivi di ciò che succede che non vengono riportati dai media, generando assuefazione, depressione  e confusione, purtroppo esiste l’assoluta inconsapevolezza da parte di chi solo potrebbe fare la differenza e questa è l’autorità religiosa.

Per capire a cosa mi riferisco, ricordo a tal proposito, come la Chiesa si è comportata nel ‘Risorgimento’ (eppure i pericoli allora non erano inferiori ed il nemico era sempre lo stesso).

Papa Pio IX –  di fronte ad un attacco in armi che in realtà era un attacco ideologico alla cristianità (iniziato con Cavour prima dell’Unità d’Italia), impose ai fedeli resistenza all’unificazione d’Italia ed diede ai cattolici le ragioni per non collaborare al ‘progresso’ , come concepito dal nuovo Stato.

Cito dall’enciclica “ Iandum cernimus del 18 marzo 1861 :

“… Ma la battaglia che si fa contro il Pontificato Romano non tende solamente a privare questa Santa Sede e il Romano Pontefice di ogni suo civile Principato, ma cerca anche di indebolire e, se fosse possibile, di togliere totalmente di mezzo ogni salutare efficacia della Religione Cattolica: e perciò anche l’opera stessa di Dio, il frutto della redenzione, e quella santissima fede che è la preziosissima eredità a noi pervenuta dall’ineffabile sacrificio consumato sul Golgota. …” .

In realtà, solo la Chiesa potrebbe porre un argine di fronte ad un cambiamento che mira al disfacimento della religiosità per rendere l’uomo sempre più ‘biocompatibile’ alla mercificazione globalistica. La Chiesa per quanto è depositaria, ha in sé la forza di percepire il motivo per cui l’autorità risponde in maniera abnorme ed opportunistica ad una epidemia, toccando ambiti che riguardano non la preoccupazione sanitaria ma la sfera del lavoro, dell’istruzione, dell’arte, della socialità, della bioetica, della famiglia, della vita, della dignità umana.

Questo argine si chiama giudizio morale, giudizio critico, e corrisponde dell’adesione alla verità. Purtroppo la reazione è di tipo subalterno; solo piccoli gruppi di persone o singoli non hanno sposato i dati offerti dalla narrativa corrente di guerra con annesso il suo nuovo lessico coniato ad hoc, come coprifuoco, negazionismo etc.

E quindi? E quindi, non serve lamentarsi, questa è una sfida che va raccolta ed i vuoti bisogna riempirli. Ciò richiede soprattutto una accresciuta coscienza personale ed è questo la prima cosa che il potere teme.

patrizioricci by @vietatoparlare

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