Il 15 gennaio 2019 è stato tentato il lancio del satellite Iraniano Payam, purtroppo non andato a buon fine.
Il razzo Simorgh usato come vettore (sempre di costruzione Iraniana, chiamato anche Safir-2) si è comportato in maniera nominale per le prime fasi di volo. Sia il primo che il secondo stadio hanno funzionato senza problemi, il terzo stadio invece non ha fornito la spinta necessaria al carico utile per raggiungere la velocità orbitale.
Oltre l’individuazione del problema al terzo stadio del vettore, Il ministro delle comunicazioni Iraniane Mohammad Javad Azari Jahromi non ha fornito ulteriori dettagli tecnici, ma ha garantito che gli scienziati Iraniani continueranno nel loro lavoro di individuazione del problema.
Intanto è stato dichiarato dal rettore della Amirkabir University, Mr. Ahmad Motamed che il satellite ha comunque inviato dati nei primi sei minuti di volo e che grazie a questi (tra cui un segnale di posizionamento GPS) si è potuto confermare che il satellite è rientrato in atmosfera all’altezza dell’Oceano Indiano
Il satellite Payam (ed il suo “amico” Doosti)
Payam il lingua Farsi significa messaggio. Questo satellite di 90 chili era equipaggiato con sistemi per le telecomunicazioni ed il monitoraggio del territorio. Con un focus di missione dedicato alle produzioni agricole avrebbe dovuto operare ad un orbita di circa 500km.
In appoggio a Payam è stato costruito anche Doosti (che significa amicizia), un micro satellite di 50 chili che dovrebbe invece orbitare tra i 250 e i 300 chilometri dalla superficie. Attualmente non è stato dichiarato se il lancio programmato di Doosti verrà ritardato o cancellato a causa di questo fallimento.
La Amirkabir University of Technology (responsabile della progettazione e costruzione di Payman) ha nel frattempo inviato una lettera al presidente Iraniano Rouhani, dichiarando di essere pronta a mettersi subito al lavoro per costruire un secondo satellite identico entro un solo anno.
Il programma spaziale Iraniano e le preoccupazioni dell’occidente
Oltre ad una presunta collaborazione con la Russia dal 2014, L’Iran da tempo muove passi verso le operazioni spaziali, dalla produzione di razzi e satelliti alla messa in opera di un sistema di tracking satellitare, passando per la volontà di sviluppare una capsula manned.
In passato poi ha già effettuato alcune operazioni tese più a mostrare la propria capacità tecnologica al mondo, tra cui il lancio di alcune scimmie.
Il blocco occidentale (in primis USA e Israele) però ha sempre ventilato il sospetto che questo programma in realtà abbia come obiettivo principale lo sviluppo di missili a lungo raggio (o quantomeno dimostrare la capacità di poterlo fare), nonostante le autorità Iraniane abbiano sempre dichiarato la natura pacifica dei loro sforzi tecnologici.
Fonti: Mehr News; The Iran Project
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