Il vaccino Astrazeneca era pronto, ma ora non è più pronto

Molti politici, l’indomani dell’annuncio del successo del vaccino britannico della Astrazeneca, si sono espressi a favore del vaccino obbligatorio. Tuttavia, pochi giorni dopo la società farmaceutica ha precisato che in realtà il vaccino mostra un’efficienza del 62% e deve ancora proseguire nei test.

Inoltre, i test sono stati effettuati su un campione di individui sotto i 55 anni, La pubblicazione Wired riferisce che “il campione di popolazione su cui è stato testato per errore il dosaggio alternativo è troppo piccoloe che nel ramo della sperimentazione in cui il vaccino ha dato i maggiori risultati “l’età dei partecipanti era inferiore a 55 anni – una categoria che più difficilmente si ammala di Covid-19″,  mentre la fetta della popolazione ad aver più bisogno di essere immunizzata è costituita da ultrasessantacinquenni.

Frattanto che persistono e insistono le contraddizioni, l’agenzia russa Vesti rivela che “gli sviluppatori del vaccino Sputnik V hanno proposto alla società britannica AstraZeneca di combinare la loro iniezione con il vaccino russo Sputnik V per aumentare l’efficacia in caso di nuovi studi clinici. I creatori della medicina vettoriale a due componenti del Centro Gamaleya ritengono che la combinazione di vaccini potrebbe essere importante.

[su_quote cite=”Vesti” url=”https://www.vesti.ru/article/2490932″] Si è saputo che la società britannica potrebbe condurre un’altra fase di test del suo farmaco in diversi paesi. Il capo di AstraZeneca ha richiamato l’attenzione sul fatto che questo potrebbe essere un altro studio internazionale, solo su scala minore.

Gli Scienziati nel Regno Unito hanno concluso che quando ai pazienti veniva somministrata metà della dose del vaccino, era efficace al 90%. Con l’introduzione di due dosi, è sceso al 62 percento.
Il Fondo russo per gli investimenti diretti ha affermato in precedenza che l’efficienza dello Sputnik V ha superato il 95 percento.[/su_quote]

Nei giorni scorsi abbiamo visto come la salute pubblica sia mercificata ed addirittura, a volte, rischia di essere subordinata rispetto ai grandi utili delle case farmaceutiche.

Di tanto in tanto la cronaca fornisce la misura di certe contraddizioni. Alcuni giorni fa la casa farmaceutica Pfizer Inc. (52 miliardi di fatturato) il giorno stesso dell’annuncio che il vaccino era quasi pronto , ha venduto il 62% delle proprie azioni realizzando 5,5 miliardi di dollari.  Una capitalizzazione avvenuta ancor prima della vendita del vaccino stesso.

Naturalmente dovrebbe esistere un ‘giusto guadagno’, oltre il quale il guadagno stesso è amorale.

Al fondo sulla questione vaccini sorge una domanda: perchè per una questione così delicata come quella dei vaccini, l’esclusività di ricerca e produzione non viene riservata ai soli organismi sanitari statali? E’ inevitabile che intorno a certe cifre così astronomiche si creino forti interessi di fronte ai quali la vita dell’uomo passa in second’ordine. In linea, è stupefacente che i governi siano così riottosi ad usare direttamente il vaccino russo Sputnik V (già in distribuzione in Russia ed in uso limitato anche in Italia) che non ha tutte le criticità degli ultra tecnologici Astrazeneca e Pfizer,  perchè basato su un normale adenovirus come vettore.

@vietatoparlare – Vp News blog

 

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