Il punto è questo: Lukashenko ha molto seguito nel paese, i brogli non si possono fare costruendo cifre astronomiche. Mentre nel senso degli ‘aiutini’, gli aiutini sono avvenuti anche negli Stati Uniti.
In fondo, quello di trovare escamotage formalmente corretti, è un metodo diffuso ampiamente nelle democrazie attuali, nel nuovo senso del termine che si va sempre più diffondendo. D’altra parte se un DPCM può snaturare la Costituzione, ognuno può arrangiarsi come può per rimanere in sella e quindi qui in occidente c’è poco sa discutere e da richiamare.
Ovviamente, il punto è che l’interessamento occidentale verso la situazione politica bielorussa è funzionale all’accerchiamento nei confronti Mosca, altrimenti la Bielorussia non sarebbe attenzionata. Tant’è che la situazione bielorussa è così da decine di anni, ma i rilievi sono iniziati con l’irrigidimento verso la Russia.
Inoltre, l’economia bielorussa è migliore di quella russa ed in fondo Lukashenko non ha agito male sul piano economico, direi che questo è rilevante, visto che in fondo ormai anche da noi gira tutto su questo sugli stessi paradigmi, forse con meno riferimenti e più cinismo. Per quando riguarda la democrazia, credo che, al momento, non siamo nelle migliori condizioni per giudicare quella di altri paesi, visto che in Italia vige il coprifuoco e misure restrittive non dissimili a quelle di un regime totalitario. Con la differenza che qui il capo del governo è imposto da elite sovranazionali e così pure la linea politica estera e tutto il resto.
Ormai l’impalcatura della narrativa corrente rimane in piedi solo in virtù di una informazione completamente subordinata ai governi occidentali, non più autonomi e liberi.
In linea, un recente report di Keith Clarenberg Il Ron Paul Institute for Peace and Prosperity rivela che la NED [La National Endowment for Democracy (NED), un’agenzia statunitense fondata nel 1983 con l’obiettivo dichiarato di ‘promuovere la democrazia’ all’estero, ovvero effettuare i ‘cambi di regimi’] “riconosce il suo ruolo nel conflitto in Bielorussia“, mentre documenti trapelati indicano anche “il coinvolgimento del Ministero degli esteri del Regno Unito”.
E’ da notare che laddove si parla di ammissione del NED si tratta dell’ammissione di funzionari del NED di un tentativo di regime change, ciò è frutto di un raggiro che una trasmissione russa ha compiuto fingendosi dello staff di una oppositore bielorussa , dando vita ad uno spettacolare ammissione.
Nel report si fa notare che:
(…) i contorni degli sforzi esteri su larga scala per destabilizzare il governo bielorusso stanno diventando più chiari. Nina Ognyanova, che supervisiona il lavoro della NED con i gruppi locali nel paese, ha suggerito che “molte persone” che sono state “formate” e “istruite” attraverso i vari sforzi dell’organizzazione, hanno giocato un ruolo fondamentale negli “eventi. o preparazione per gli eventi della scorsa estate ”.
Il capo di lunga data del NED Carl Gershman – che nel settembre 2013, meno di sei mesi prima del colpo di stato che ha cambiato l’orientamento politico di Kiev, ha definito l’ Ucraina “la più grande premio” per Washington – ha aggiunto che la sua organizzazione stava lavorando con la controversa figura dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya e la sua squadra “molto, molto da vicino”. In tutto, l’agenzia ha finanziato almeno 159 iniziative della società civile in Bielorussia, per un costo di 7.690.689 dollari, solo dal 2016 al 2020.
(…)
Nel 2017, l’allora primo ministro Theresa May ha svelato un progetto da 100 milioni di sterline, apparentemente implementato per combattere la disinformazione del Cremlino. In pratica, i file interni della FCDO trapelati dal collettivo di hacktivisti Anonymous hanno reso chiaro che lo sforzo era principalmente interessato con “l’indebolimento dell’influenza dello stato russo”, in particolare nel suo “vicino estero”. In qualità di vicino vicino e probabilmente il più importante alleato di Mosca, la Bielorussia era ovviamente molto nel mirino dell’FCDO.
Nel gennaio di quell’anno, Whitehall [ la sede del governo inglese si trova nell’antico complesso di Whitehall ] ha commissionato un’ampia analisi delle percezioni, delle motivazioni e delle abitudini dei cittadini bielorussi, al fine di fare approcci mirati per “identificare opportunità” e per “comunicare adeguatamente” con loro. In particolare. Londra era interessata a “rimostranze esistenti o potenziali contro il loro governo nazionale” che potessero essere sfruttate e “canali e messaggi” con cui il governo del Regno Unito potesse “impegnarsi in modo appropriato con diversi sottogruppi”.
L’analisi è stata condotta molto discretamente dall’appaltatore FCDO Albany Associates, che negli ultimi anni ha anche condotto numerose operazioni di guerra dell’informazione negli Stati baltici, al fine di “sviluppare una maggiore affinità” tra la minoranza di lingua russa della regione per il Regno Unito, l’Unione Europea e la NATO. Durante la realizzazione di un altro progetto finanziato da Whitehall destinato a Mosca, l’azienda ha collaborato strettamente con l’ONG francese IREX Europe collegata al NED .
Nella biografia di IREX si nota che l’azienda lavora in Bielorussia dal 2006 “avvalendosi di punti di stampa, online e radio”, per “migliorare la qualità della propria copertura” e per far “aumentare la comprensione dell’UE e degli Stati membri dell’UE” ai bielorussi. Come parte della sua offerta di pubblico giovanile nel paese, si dice che l’organizzazione abbia fondato l’Euroradio con sede a Varsavia, insieme al magazine online ‘34mag ‘.
(…)
I filmati di violente repressioni contro i manifestanti a Minsk prodotti da Euroradio , sono stati regolarmente trasmessi dai media occidentali, inclusa la BBC, durante il conflitto. La pubblicazione ha persino amplificato specificamente la portata dell’emittente statale britannica per inviare agli attivisti immagini e video da utilizzare nella copertura dei notiziari. Franak Viačorka – un Senior Fellow del Consiglio Atlantico, ed ora prominente Senior Advisor di Svetlana Tikhanovskaya, ha effettuato il report della sollevazione.
Euroradio affiora ripetutamente anche nei documenti relativi all’Open Information Partnership (OIP), che è il filone “fiore all’occhiello” all’interno dell’attacco propagandistico effettuato su vari fronti di Whitehall alla Russia. Finanziato dalla FCDO per un importo di £ 10 milioni, l’organizzazione mantiene una rete di 44 partner in tutta l’Europa centrale e orientale, tra cui “giornalisti, enti di beneficenza, think tank, accademici, ONG, attivisti e factcheckers”. Uno degli obiettivi primari e segreti del collettivo è influenzare “le elezioni che si svolgono in paesi di particolare interesse” per l’FCDO.
I file classificati chiariscono che l’OIP si è impegnata in numerose iniziative di astroturfing in tutta la regione, aiutando le organizzazioni e gli individui a produrre propaganda astuta mascherata da giornalismo cittadino indipendente, che viene poi amplificata a livello globale tramite la sua rete.
Ad esempio, in Ucraina, l’OIP ha lavorato con un gruppo di 12 “influencer” online “per contrastare la messaggistica sostenuta dal Cremlino attraverso strategie editoriali innovative, segmentazione del pubblico e modelli di produzione che riflettevano l’ambiente politico complesso e sensibile”, nel processo che consente loro di “raggiungere un pubblico più ampio con contenuti accattivanti che hanno ricevuto oltre quattro milioni di visualizzazioni”.
In Russia e in Asia centrale, l’OIP ha istituito una rete segreta di YouTuber, aiutandoli a creare video “che promuovono l’integrità dei media e i valori democratici”. Ai partecipanti è stato anche insegnato come “effettuare e ricevere pagamenti internazionali senza essere registrati come fonti di finanziamento esterne” e “sviluppare strategie editoriali per fornire messaggi chiave”, mentre il consorzio ha ridotto al minimo il loro “rischio di azione penale” e gestito “comunicazioni di progetto” per garantire l’esistenza della rete, e in effetti il ruolo dell’OIP, sono stati mantenuti “riservati”.
(…)
Inoltre MEMO 98 , un membro dell’OIP finanziato casualmente anche dalla NED, ha tenuto d’occhio i procedimenti finalizzati a tener alta la tensione, pubblicando diverse analisi sulla copertura mediatica e sull’attività dei social media relativa alle proteste. Ha attirato particolare attenzione sull’uscita di Belsat TV, un canale con sede a Varsavia – fondato nel dicembre 2007 dal ministero degli Affari esteri polacco, cerca influenzare il cambiamento politico in Bielorussia. MEMO 98 ha elogiato “l’ampia copertura delle proteste e le relative intimidazioni nei confronti degli attivisti”.
Sorprendentemente, i file FCDO trapelati indicano che Belsat TV ha ricevuto un intenso sostegno finanziato da Whitehall dalla Thomson Reuters Foundation, l’ala internazionale “di beneficenza” del newswire, inclusa una consulenza di 150 giorni per migliorare la “qualità dell’output televisivo e la portata del pubblico”.
Mentre le proteste sono in gran parte svanite negli ultimi mesi e gli appelli di Svetlana Tikhanovskaya ai leader occidentali di riconoscerla come legittimo presidente della Bielorussia continuano a cadere nel vuoto, ci sono chiari segni che molte altre piattaforme mediatiche in Bielorussia ricevono la sponsorizzazione di Londra.
Nel marzo 2021, il Foreign Office britannico ha pubblicato un aggiornamento sui progressi della propria “Campagna per la libertà globale dei media”, che ha rivelato che, nell’ultimo anno, il Parlamento britannicoha stanziato 950.000 sterline in finanziamenti per i notiziari bielorussi, consentendo loro di “rimanere aperti e mantenere un livello funzionale di attrezzature. ”
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Conclusione
In definitiva, ‘influenzare la percezione’ , è un eufemismo laddove questo significa una vasta campagna di manipolazione della percezione, ovvero di stravolgimento della realtà. In questo caso, tutto ciò è realizzato al fine di trasformare il sentiment dell’opinione pubblica da favorevole al governo a sfavorevole al governo. Questo tentativo è implementato non solo in Bielorussia, ma anche in Russia.
A questo punto dirottamenti di aerei ed arresti di giornalisti/ blogger sono del tutto pretestuosi, perchè trattasi di governi stranieri che agiscono in altri stati per delegittimare le istituzioni e modificare la percezione della popolazione. Quindi non si tratta di un occidente che va incontro alla popolazione di altri stati per sostenerla nelle rivendicazione di diritti legittimi e attinenti alla carta universale dei diritti dell’uomo, ma trattasi del tentativo di trasformare di sana pianta una situazione per portare destabilizzazione e realizzare regime change e la creazione di governi fantoccio, utili solo all’esterno.
patrizioricci by @vietatoparlare