Una unità governativa britannica istituita per “combattere la disinformazione sul Covid”, ora conduce una propria selezione negativa e ha effettivamente stabilito la propria censura sui social.
Ovviamente è assai plausibile che unità simili, siano operative anche in Italia, visto la lista con corredo di foto, pubblicata recentemente sul Corriere della Sera. Il testo che riporto qui di seguito dal titolo “L’oscura “unità di contro-disinformazione” del Regno Unito è passata dal Covid alla guerra“ è di Cindy Harper:
di Cindy Harper | Recuperare la rete | 23 giugno 2022
Uno dei “regali” indesiderati che la pandemia ha lasciato nel Regno Unito è qualcosa chiamato “l’unità di contro-disinformazione”, istituita dal Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport.
Il compito di questa unità, secondo i legislatori del Paese, è identificare la “disinformazione” e quindi “lavorare” con le società di social media per assicurarsi che il contenuto venga rimosso.
L’unità esiste da due anni. Inizialmente era focalizzata sul monitoraggio e sull’eliminazione delle informazioni relative al Covid che disapprova, ma con lo scoppio della guerra in Ucraina (e il calo dell’interesse per Covid), il conflitto ucraino è ora al centro dell’attività del gruppo.
E’ da notare che l’esistenza e le modalità operative dell’unità sono state segnate da controversie, dalla mancanza di trasparenza circa l’ interpretazione di ciò che costituisce disinformazione.
Sembra che tutto ciò che serva alle autorità del Regno Unito per bollare un parere o dati discordanti come disinformazione, e poi costringere le aziende tecnologiche a censurare ciò che l’unità giudica “inappropriato”, ovvero non collimante con la verità sponsorizzata dal governo.
Il deputato Chris Philp lo ha rivelato durante un’audizione , facendo luce anche sull’aspetto del modo di “lavorare” dell’unità con le società di social media.
“In alcuni casi, i funzionari del ministero si sono impegnati direttamente con le società di social media per incoraggiarle a rimuovere contenuti chiaramente inappropriati”, ha detto il deputato durante una audizione sulla proposta di legge sulla sicurezza online , l’altra grande minaccia del Regno Unito alla libertà di parola.
Tutto ciò messo insieme significa che il governo sta censurando il discorso dei cittadini a sua discrezione, come era già stato suggerito dal ministro del governo britannico Nadine Dorries.
Dorries – che è responsabile del dipartimento che aveva istituito l'”unità contro la disinformazione” – all’inizio di quest’anno ha spiegato a coloro che pensavano che siccome la pandemia ha lasciato il posto alla guerra, l’unità fosse stata sciolta.
🚩🚩🚩A member of the Cabinet (@NadineDorries), boasting about the existence of an opaque Whitehall Unit that forces the censorship of citizens’ online speech, at its own discretion.
This is devastating for the rule of law and free speech in the UK. It cannot be tolerated. pic.twitter.com/mQBSW0jlqy
— Big Brother Watch (@BigBrotherWatch) January 6, 2022
Ma come ha detto la stessa Dorries, l’unità non è stata sciolta. “Non è vero”, ha detto Dorries, aggiungendo che il loro lavoro si svolge “ogni giorno e ogni giorno lavoriamo per rimuovere i contenuti online” [contrari alla narrativa dominante]. Dorries ha descritto il contenuto che è considerato offensivo e dannoso o classificato come disinformazione.
Nessuno di questi termini, incluso “inappropriato“, non ha nulla di specifico, per cui il lavoro dell’unità stessa si può definire definito “opaco“, il che ha portato i critici a temere che potrebbe si tratta esclusivamente di censura statale.