Oleg Blokhin, uno dei giornalisti al seguito delle pattuglie russe sull’autostrada M4 Latakia- Aleppo è riuscito a trovare il luogo esatto dove cadde nel 2018 il magg. Roman Filipov, pilota russo del Sukoy 25 abbattuto a 4 mila metri da un manpads.
Il pilota cercò di tener in volo l’aereo e lo abbandonò all’ultimo minuto espellendosi con il seggiolino eiettabile. L’altro S25 con cui volava in coppia, gli fornì fuoco di copertura aerea. Il gregario cercando di tener lontani i terroristi dal luogo di atterraggio del maggiore riuscì a distruggere due pick_up – poi dopo un po’ – dovette allontanarsi e rientrare alla base.
Dopo aver toccato terra con il paracadute, il magg Roman Filipov resistette ai terroristi accorsi per finirlo: con la sua arma individuale riuscì prima ad ucciderne due. Poi, fu ferito – quando già gli erano addosso – si fece esplodere con una bomba a mano RGD-5, uccidendone altri con lui (video).
Così allora si leggeva sul Messaggero :
Abbattuto da un missile terra-aria mentre volava a quattromila metri d’altezza su Idlib, in Siria, ed espulso dal suo jet da combattimento Sukhoy 25SM, una volta a terra il 33enne maggiore dell’aeronautica militare russa Roman Filipov è stato circondato dai ribelli jihadisti che lo avevano colpito e contro i quali stava effettuando una missione.
Rimanendo in contatto radio con la base aerea russa a Khmeimim, in Siria, ha cominciato a sparare, uccidendo due jihadisti, ma ben presto, vedendosi accerchiato, ha capito di non avere più speranze.
A quel punto, come riferisce il Cremlino, ha impugnato una granata, ha urlato ai nemici “Questo è per i nostri ragazzi!” e si è fatto esplodere per non cadere prigioniero, uccidendo così altri ribelli vicini a lui. Alcune scene di quei momenti sono state filmate in un video girato dai militanti del gruppo Al-Nusra di Al-Qaeda. In altre immagini si vedono i ribelli festeggiare accanto al relitto dell’aereo in fiamme.
Il sacrificio del maggiore Filipov, che lascia la moglie e una figlia di quattro anni, è valso all’ufficiale il riconoscimento postumo della più alta onorificenza del Cremlino: la medaglia “Eroe della Russia”.
Nella foto che segue, scattata sempre vicino al luogo della morte di Roman Filipov , l’altro giornalista russo – Sergey Shilov – mostra un pezzo di drone turco abbattuto dall’esercito siriano, durante le recenti battaglie.
Se all’epoca la Russia disse che non sapeva chi avesse fornito i manpads ai terroristi, oggi lo sappiamo ampiamente. A volte però bisogna stringere i denti per un bene superiore. E questo bene è la liberazione del popolo siriano dall’aggressore.
E’ interessante sapere che sulle teste di entrambi di questi due grandi inviati di guerra che vedete (uno nel tweet e l’altro nella foto di apertura che tiene il relitto di drone) pendono due taglie di 25.000 dollari offerte dai ‘gentili ribelli’ di Idlib che li vogliono vivi o morti.
Secondo le voci delle fonti siriane, attualmente, i turchi hanno avuto il tempo fino all’inizio di aprile (una settimana e mezza) per risolvere il problema sulla autostrada M4. Tuttavia, i terroristi di al Qaeda non vogliono ancora rilasciarla, come invece previsto dagli accordi russo-turchi.
Perciò i rinforzi dell’esercito siriano si stanno già preparando in zona di operazione per ogni evenienza. Parte delle forze speciali siriane Tigri non ha lasciato il fronte, in particolare il reggimento Khaidar.
Anche prima del cessate il fuoco, come rinforzo alle forze siriane sono arrivate dalla Russia diverse navi mercantili. In questi giorni “Sparta 2” ha recentemente superato il Bosforo, di cui le fonti jihadiste hanno scritto con tristezza. La preparazione è iniziata.
La M4 e questa zona tornerà al popolo siriano, la terra di tanti caduti potrà finalmente riposare.
@vietatoparlare
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