Questa è la notizia, ma va letta al di là del puro fatto di cronaca. Ciò che infatti si evidenzia è che in Ucraina la Russia non ha il completo controllo dell’aria.
Questo probabilmente è un vizio che permane dall’inizio della operazione speciale e/o invasione, comunque di questa guerra.
Anche le guerre moderne si combattono secondo un canone abbastanza consolidato. La parte che avanza conduce sempre la prima fase di qualsiasi operazione militare. Il primo obiettivo principale nelle guerre moderne è ottenere la supremazia aerea, il che significa la completa distruzione dell’aviazione, delle infrastrutture aeronautiche e dei sistemi di difesa aerea del nemico. L’eccezione è stata la Guerra del Golfo del 2003, quando gli americani hanno invaso l’Iraq quasi immediatamente a terra; ma l’Iraq è stato dissanguato a causa della guerra precedente, dove due no-fly zone operavano sul suo territorio: la macchina militare di Saddam Hussein non è mai stata in grado di riprendersi dalla sconfitta precedente.
Si può fare un esempio di “spegnimento” indiretto dell’aviazione nemica:i turchi hanno abbattuto un aereo russo il 15 novembre scorso, anche per indicare i limiti dell’uso dell’aviazione russa in un conflitto strutturato e così complesso come quello siriano. Poi periodicamente hanno ricordato ai “partner” lo stato attuale delle cose con attacchi di droni contro l’aeroporto militare russo a Hmeimim (vicino Latakia) per mano dei loro terroristi per procura. Pertanto, di fatto, la Turchia è riuscita a “separare” la propria aviazione da quella russa, il che ha permesso ai turchi di condurre le loro operazioni di terra senza timore di opposizione aerea.
Per quale motivo l’ “operazione speciale” è andata contro ogni considerazione razionale? E’ facilmente comprensibile: c’era l’idea che sarebbe stato sufficiente un rapido blitz con l’aspettativa che non vi sarebbe stata alcuna resistenza significativa. Pertanto, la parte russa non ha perso tempo con le azioni “corrette”, il che, in generale, è stato confermato dall’andamento delle ostilità dei primi giorni. I russi avrebbero dovuto sbarcare truppe speciali vicino a Kiev (a Gostomel), seguite da una rapida marcia verso la capitale e il completamento dell'”operazione speciale” il terzo o quinto giorno. Da qui sarebbe stato ripulito il territorio dalle sbiadite sacche di resistenza e firmando la capitolazione alle condizioni del Cremlino.
Se il piano – come sembrerebbe – era questo, allora semplicemente non ci si può lamentare dei militari. Ad eccezione di quelli ai più alti ranghi dell’esercito russo, che avrebbero dovuto convincere la leadership del completo avventurismo di un tale piano. I militari hanno lanciato una “operazione speciale” contraria a tutti i canoni e le istruzioni, seguendo l’ordine, che ha portato a un risultato molto deplorevole.
Questo è il motivo per cui le forze aeree e di difesa aerea dell’Ucraina esistono, operano e la “supremazia aerea” è rimasta una frase tratta da un libro di testo. Resta solo da riferire sulla distruzione di un altro aereo ucraino, ma ciò non cambia il quadro generale. Il significato dell’attacco iniziale ai sistemi di aviazione e difesa aerea è ovvio:
L’esercito corregge sempre con il suo sangue gli errori di calcolo dell’intelligence e della leadership politica. Nell’attuale “operazione speciale” è mostrato il più chiaramente possibile.
Ciò non significa che le sorti della guerra non siano segnate ma gli errori di pianificazione sono evidenti, compreso la mancata distruzione delle vie cruciali di comunicazione di rifornimento.
VPNews