Dal 9 di luglio avrà inizio una nuova tregua nel sud-est della Siria. L’accordo è avvenuto durante il colloqui tra Trump e Putin ed era stato discusso poco prima – in via preliminare – dal capo del Dipartimento di Stato Rex Tillerson e dal ministro degli esteri russo Lavrov.
Che dire di questo incontro? E’ inutile nascondere che il tentativo di distensione – almeno in Siria – ha scarsissime possibilità di riuscita. Le differenze tra le controparti sono sostanziali: da un lato c’è la Russia che ha rispetto per la sovranità della Siria e vuole lasciare la discussione sul suo futuro alla popolazione; dall’altro lato ci sono gli Stati Uniti il cui compito prefissato è la decostruzione della Siria come un unico stato. Di conseguenza, ogni altra visione della situazione , è solo un ‘pio proposito’.
Le ragioni di un annunciato fallimento sono semplici. Il primo, quello di fondo, è che Russia e Stati Uniti perseguono obiettivi diametralmente opposti; il secondo è che anche se gli Stati Uniti riuscissero ad a imporre il cessate il fuoco alle milizie filo-USA del Syrian Democratic Force (SDF), di diverso avviso sarebbero gli altri gruppi armati presenti nell’area, nello specifico: Hayat Tahrir al-Sham e al Nusra.
Queste formazioni terroristiche sono state trovate spesso in possesso di armi USA sofisticate e per quando riguarda Tahrir al-Sham , gli Usa hanno deciso di toglierla dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
La presenza di queste formazioni terroristiche è problematica: sono esse che hanno violato il cessate il fuoco unilaterale decretato dalla Siria per facilitare l’incontro Putin- Trump e le trattative di Astana. Non c’è niente per cui questa volta dovrebbe andare diversamente.
Se vogliamo essere realistici, in prospettiva l’unico risultato pagante per gli USA sarebbe una competenza più estesa delle truppe USA per ostacolare i movimenti delle truppe siriane nel proprio territorio.
Sembra chiaro che alla luce di queste premesse, la partecipazione degli Stati Uniti al processo di pace o a qualsiasi altro tipo di accordo con gli stessi, è impossibile.
Al di là della mimica facciale positiva di Trump, delle sue possibili buone intenzioni e di quant’altro di positivo, resta il dato di fatto della sua debolezza politica e della sua scarsa libertà e capacità di autonomia decisionale. E’ sotto gli occhi di tutti che Trump è continuamente ‘sotto tiro proprio’ con il Russia-gate, la falsa storiella – sconfessata dalla stessa CNN – degli hacker russi etc…. . La dura campagna di discredito ancora è ancora in corso: vasti ambiti del Congresso lo accusano di fare ‘accordi segreti con Mosca’. C’è da scommettere che in questa prospettiva, anche la durata prevista dall’incontro al G20 di Amburgo – inizialmente prevista per 30 minuti – poi aumentata a due ore e 15, sarà letta negativamente dai suoi detrattori e di conseguenza, sarà usata strumentalmente contro Trump e la Russia..