Come abbiamo visto in un articolo pubblicato qualche giorno fa (quattro parlamentari EU rischiano il carcere per un “mi piace” su Twitter) , prendono sempre più piede in Europa e nei singoli paesi membri i reati di opinione, che si manifestano anche con l’apposizione di un ‘mi piace’ sui social.
Ma di fronte ad una furia repressiva verso le opinioni sempre più manifesta, emergono figure che non temono di prendere posizione. Tra queste, spicca il nome di Geraldine Hilaire, rinomata attrice francese, che recentemente ha firmato un manifesto che si oppone alla dissoluzione della libertà di opinione. Questo gesto, che ha suscitato ampio interesse e dibattito, pone in primo piano la questione della libertà espressiva nell’arte e nella società contemporanea.
Il manifesto, come riportato da sul sito https://liberte-d-opinion.fr/, è un appello vibrante alla salvaguardia delle libertà fondamentali.
L’appello che ha raccolto firme da diverse personalità del mondo della cultura, della scienza e della politica, si pone come un baluardo contro la tendenza a limitare la libertà di espressione in nome di una presunta protezione della sensibilità individuale o collettiva.
– inizio citazione –
Le procedure di scioglimento avviate contro movimenti politici che non hanno nulla a che vedere tra loro, vale a dire il movimento “Le Rivolte della Terra” e Civitas, sottolineano la manifesta incapacità della squadra dirigente al potere in Francia di rispondere alle aspettative di i suoi concittadini su temi di reale attualità (inflazione, sicurezza, ecologia, uguaglianza, politica estera, ecc.).
La crescente impossibilità di ottenere consensi spinge il potere manageriale a compensare la sua crescente impotenza con misure autoritarie. Questi mirano, con il pretesto della “democrazia”, a limitare, o addirittura a sopprimere, qualsiasi espressione indipendente di questo regime che, come sappiamo, batte oggi record di impopolarità anche tra il suo elettorato. Queste misure si ispirano direttamente alla stupefacente legge “Legge Avia” (24 giugno 2020), volta a vietare l’odio, a suo tempo giustamente ritenuta incostituzionale.
La leadership al potere cerca di reintrodurre questa legge incostituzionale attraverso una politica frammentaria, stabilendo una giurisprudenza che presto consentirà tutti gli abusi.
Sembra che nella vicenda delle Rivolte della Terra il Consiglio di Stato, almeno inizialmente, non si sia sbagliato. La protesta di questo movimento, che non sta a noi giudicare in questa sede, mirava a rallentare la politica di appropriazione delle risorse – in particolare quella dell’acqua, grande questione del secolo – da parte delle multinazionali. Una politica favorita dal governo francese, in palese contraddizione con la sua “svolta ecologica” annunciata con tante altisonanti dichiarazioni.
A livello internazionale, la situazione esplosiva del continente africano testimonia il rifiuto che provoca e il suo evidente fallimento. Il movimento Civitas , che non giudicheremo ulteriormente, è attaccato ai valori tradizionali, al buon senso e ad idee che ancora, appena una generazione fa, erano condivise da un gran numero di nostri concittadini. In questo senso, qualunque sia l’isteria contemporanea, essa è parte integrante della pluralità delle opinioni. La sua posizione d’avanguardia nella recente lotta contro le politiche Covid – le cui assurdità e abusi sono oggetto di rivelazioni quotidiane in questi giorni – non gli è valsa il favore del potere manageriale. Inoltre, Civitas ha lo status ufficiale di partito politico. Il suo scioglimento sarebbe il primo nella storia francese. (…)
Tutto l’appello al link: https://liberte-d-opinion.fr/