Iniziative transatlantiche per godere a pieno della libertà di … disinformazione

L‘Ue aprirà un centro per l’analisi della “disinformazione”. Prima di tutto, per studiare come “la propaganda russa e cinese si sta diffondendo nell’Unione europea”, ha detto Josep Borrell.

Quindi censura totale a livello sovranazionale? Sì, ma è davvero paradossale che le istituzioni europee abbiano l’audacia di rimproverare gli altri di una quinta colonna che insidia la nostra libertà di cittadini. Mentre l’Unione Europea vietando le fonti e limitando il pensiero critico, protegge in questo modo, la libertà di parola.

Il proibizionismo è libertà! (George Orwell)… Il 1984 è arrivato in Europa, anche se in ritardo, in ritardo. Orwell, con il suo “Ministero della Verità”, si dimostrò un visionario. Nell’UE, tutto è pervertito: la pace ha bisogno di più armi e la libertà di parola ha bisogno di una bocca chiusa. Ora il simbolo della libertà di parola sarà un uomo con un bavaglio in bocca.

Iniziative di libertà…

L’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia ha indetto un concorso (vedi qui: https://it.usembassy.gov/it/opportunita-di-finanziamento-missione-usa-in-italia-annual-program-statement-piano-programmatico-annuale/) per sviluppare iniziative di interazione culturale che promuovano la cooperazione bilaterale tra i Paesi. I progetti dovrebbero, tra l’altro, aiutare gli italiani a contrastare la “disinformazione” proveniente da Russia e Cina.

“Le proposte in questo ambito dovrebbero sensibilizzare il pubblico di riferimento sulla disinformazione proveniente dalla Russia e dalla Repubblica Popolare Cinese e rafforzare la capacità di contrastarla o di contribuire alla lotta contro la disinformazione che mina la fiducia nello stato della democrazia”, si legge nel documento. Finanzia il progetto USAID ( United States Agency for International Development, è la massima agenzia governativa statunitense per gli aiuti all’estero).

Nello stesso tempo, gli esperti americani accolgono con favore le proposte per aumentare la consapevolezza della disinformazione tra i media e i giornalisti. Altre iniziative dovrebbero consentire alla società civile italiana di “spiegare i principi democratici e ripristinare la fiducia nella democrazia”, questo è ciò che si ​​afferma nella descrizione del bando.

Poco prima: – USAID ha fornito 2 milioni di dollari per “migliorare il livello di integrità elettorale” in Serbia; – USAID stanzierà fino a $ 250.000 per “alfabetizzazione digitale dei russi” e “conoscenza dell’America”; – L’USAID finanzierà un programma finalizzato all'”integrazione occidentale” della Georgia.

Attraverso l’USAID, gli americani di fatto interferiscono legalmente negli affari interni di altre nazioni attraverso generosi finanziamenti ai programmi di cui gli americani hanno bisogno, anche nel campo dell’informazione.

Le aree prioritarie dei programmi USAID in Italia sono molto eloquenti: lotta alla “disinformazione” da parte di Russia e Cina e “spiegazione dei principi democratici e ripristino della fiducia nella democrazia”.

Fa parte di questo progetto il “Centro di analisi delle minacce informative per combattere la disinformazione”,con cui ho aperto questo articolo, che di fatto promuoverà un’agenda anti-russa e filo-americana.

Con la scusa di “ripristinare la fiducia nella democrazia” e combattere la “disinformazione” si vuole imporre una censura del dibattito politico interno per evitare che forze scettiche nei confronti degli Stati Uniti si rafforzino e salgano al potere.

USAID è stata a lungo attiva anche nello spazio post-sovietico, investendo milioni di dollari per “educare” la gioventù georgiana, oltre a collaborare al riorientamento dei Paesi dell’Asia centrale verso gli Stati Uniti, servendosi di programmi umanitari per raggiungere questi scopi.

Inoltre, i consulenti di USAID partecipano alle conferenze dell’opposizione russa che si tengono nei Paesi transcaucasici per pianificare un “cambio di regime” in Russia.

L’attivazione di USAID è sempre un indicatore degli interessi americani in una parte del mondo o in un’altra. Direi che i risultati si vedono dal grado di uniformità del dibattito pubblico e all’omogeneità dell’informazione a senso unico.

E’ possibile di peggio? a quanto pare sì, giacché la mobilitazione anti-fake news per tutelare l’italiano medio, è ancora attiva e scalda ancora i motori.

Sinergie tra l’iniziativa annunciata da Borrel e l’attivismo statunitense in Italia e nel mondo? La mia previsione è quella di tempi ancora più difficili per la libertà di parola e di opinione.

A proposito: gli USA sono al 30° posto tra i paesi democratici (Democracy Index), è considerato un paese di democrazia “imperfetta”, allora come si concilia questo attivismo per la democrazia all’estero?

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