Intervista a Toncar della FDP sull'unione di trasferimento

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Deutschlandfunk.de intervista Toncar della FDP sull’unione di trasferimento e sul discorso di Macron: il deputato ribadisce la contrarietà della FDP “alla creazione di un meccanismo europeo per la redistribuzione automatica delle risorse”. Da deutschlandfunk.de

toncar

DLF: Herr Toncar, lei è un avvocato. Di fronte alle paure del presidente Macron, ci tiene davvero tanto ad essere considerato l’affossatore?

Toncar: io credo che si possa rassicurare il sig. Macron. La FDP è un partito europeo, chiaramente, e vogliamo contribuire al progetto, come lui del resto. Condividiamo con lui i principi fondamentali delle riforme,  come sempre ci saranno delle discussioni e resteranno sempre delle differenze. Ma ci stiamo avvicinando con un atteggiamento simile, con la volontà di cambiare le cose e affrontare i problemi.

DLF: quanto c’è in Macron che puo’ andare d’accordo con la FDP?

Toncar: abbiamo ovviamente delle aree in cui la pensiamo in maniera molto simile, sulla politica di sicurezza, nell’ambito dell’asilo politico, nel controllo delle frontiere, nella difesa dei confini, nel mercato interno digitale. In quello che ha suggerito c’è davvero molto su cui la possiamo pensare allo stesso modo. La differenza principale è sicuramente nel futuro dell’Eurozona. Nei fatti siamo contrari alla creazione di un meccanismo europeo per la redistribuzione automatica delle risorse.

DLF: il suo compagno di partito Wolfgang Kubicki lo ha espresso in maniera molto vivida: “l’idea che possa essere la Germania a dover pagare per tutti, se fossi stato un politico francese l’avrei avuta anche io”, dice Wolfgang Kubicki. Quindi la domanda è: per Macron si tratta solo di fare piu’ trasferimenti?

Toncar: beh, il bilancio dell’area euro che egli propone è esattamente questo. Per noi si tratta di mettere nelle mani dello stesso soggetto l’azione e la responsabilità, e cioè’ gli investitori dovranno assumersi il rischio derivante dai loro investimenti, mentre gli stati che spendono piu’ soldi dovranno essere anche responsabili, senza fare il passo piu’ lungo della gamba. Questo è un programma che dice: chi agisce, deve anche essere responsabile delle sue azioni

DLF: si tratta del rifiuto a livello europeo della nozione di solidarietà?

Toncar: non è affatto cosi’. Se la solidarietà consiste nel fatto che un investitore sia esentato dal rischio per il suo investimento, allora direi che il concetto di solidarietà è stato stravolto. Solidarietà deve significare: chi investe del denaro, chi presta soldi ad uno stato, deve anche essere responsabile per quel rischio. Chi ha preso una decisione sbagliata, deve anche sopportare delle perdite. Se puoi investire senza rischi, allora dove è la solidarietà.

DLF: che cosa intende quando parla di investimenti senza rischi? Non l’ho ancora capito.

Toncar: un investitore, una banca, una grande assicurazione che prestano denaro ad uno stato e che possono sperare che ci sarà sempre qualcuno a ripagargli il denaro prestato, questo significa investire senza rischi. Avere un profitto garantito senza pero’ assumersi alcun rischio. Non esiste in nessun altro luogo del mondo e non si tratta di solidarietà, almeno non la solidarietà che io mi immagino.

DLF: per Macron non si tratta delle banche. Si tratta ad esempio dell’alta disoccupazione e questo è un problema con cui molti paesi devono combattere, soprattutto con un’alta disoccupazione giovanile. Ancora: in questi casi non è necessario praticare la solidarietà?

Toncar: ci sono già oggi molti programmi europei, basta guardare ai fondi strutturali dell’UE o al piano Junker, attraverso i quali le istituzioni europee promuovono le attività economiche nei paesi membri dell’UE. Non mancano i programmi pubblici e non manca certo la volontà degli stati. Mancano piuttosto le strutture che in seguito possano portare alla creazione di posti di lavoro. I posti di lavoro non possono essere decretati per legge, devono crescere sul posto.

DLF: ma manca la conseguenza…

Toncar: sì! Bisogna naturalmente parlare del modo in cui l’Europa puo’ essere resa economicamente piu’ competitiva. C’è ad esempio il tema del mercato digitale interno, una chiara regolamentazione ad esempio dell’economia di internet, una delle proposte di Herr Macron, interessante in quanto potrebbe generare crescita in futuro. Ma una redistribuzione del denaro che naturalmente porta gli investitori a trovarsi in una condizione di immunità – e questo è l’obiettivo – non servirà certo a creare nuovi posti di lavoro. In questo modo invece di ridurle, le differenze dell’Eurozona sarebbero invece mantenute, approfondite e cementate.

DLF: Herr Toncar, quali sono le proposte di Macron che potrebbero gravare sui negoziati della coalizione, e che forse potrebbero portare anche ad un fallimento definitivo?

Toncar: non c’è nulla che minacci i negoziati, piuttosto ci sono approcci diversi. Io credo che per l’Eurozona dobbiamo trovare una soluzione che sia anche ragionevole e in grado di funzionare. Come Freie Demokraten durante la nostra conferenza programmatica tenutasi dieci giorni prima delle elezioni abbiamo adottato dieci decisioni, e una di queste riguarda l’Eurozona e il principio dell’azione e della responsabilità. Un principio che riguarda il meccanismo di insolvenza per gli stati membri ed è in grado di chiudere le lacune nel processo bancario. Lo abbiamo deciso, e ci crediamo seriamente.

DLF: Bütikofer dei Verdi, sostiene che Juncker e Macron abbiano detto: piu’ soldi, piu’ Europa. Se vogliamo essere onesti, dopo il discorso di Bruxelles e Parigi, non pensa che sarebbe necessario un discorso di Varsavia o Budapest, e cioè una visione completamente diversa dell’Europa?

Toncar: è giusto. Io credo che in Europa sia necessario discutere apertamente i nuovi approcci, e naturalmente c’è un punto di vista dell’Europa orientale, anche se siamo irritati da cio’ che è accaduto nei due paesi citati negli ultimi anni. Sicuramente è necessario condurre una discussione.

DLF: Macron è sulla strada giusto o sta andando fuori carreggiata?

Toncar: Macron vuole modellare l’Europa, la vuole portare avanti, e io la vedo come una possibilità. Naturalmente le diversità nell’approccio non scompariranno immediatamente. Penso che le proposte per l’Eurozona non siano adatte a risolvere i problemi strutturali, abbiamo bisogno invece di approcci diversi in grado di mettere una maggiore enfasi sulle iniziative imprenditoriali. 

DLF: cosi’ ha parlato il parlamentare della FDP Florian Toncar. 

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