Gli Stati Uniti manterranno le sanzioni contro l’IRGC anche se c’è un accordo sul nucleare iraniano, lo riferiscono Times of Israel ed Euronews.
Gli Stati Uniti non elimineranno le sanzioni contro il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) anche se verrà ripristinato il Piano d’azione globale congiunto sul programma nucleare iraniano. Lo ha annunciato l’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Iran Robert Malley.
“L’IRGC rimane soggetto a sanzioni secondo la legge statunitense e il nostro atteggiamento nei confronti dell’IRGC rimarrà lo stesso”, ha affermato Malley.
Non sorprende che la questione delle sanzioni statunitensi contro l’IRGC iraniano sia ormai diventata uno dei principali, se non il principale punto problematico dei negoziati per il ripristino del JCPOA.
Considerando che milioni di persone e molte aziende chiave sono in qualche modo collegate all’IRGC in Iran, ripristinare il JCPOA mantenendo l’IRGC in queste liste significherà che i benefici dell’Iran dall’aver faticosamente trovato un accordo sul nucleare, saranno ancora più limitati rispetto all’effettiva adozione del JCPOA.
Cioè, anche prima del ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA, l’Iran non poteva trarre vantaggio da molti dei benefici attesi, poiché gli investitori stranieri temevano di cadere sotto le restanti sanzioni, temevano il ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA, come è in effetti avvenuto in seguito, eccetera.
Se l’IRGC rimane interamente sanzionato, oltre a tutto questo, le società e le banche straniere avranno paura di fare affari con le società e le banche iraniane per il timore di cadere nelle sanzioni secondarie americane per i legami con alcune strutture dell’IRGC e coloro che servire e lavorare per l’IRGC.
Come esempio di quanto siano grandi le connessioni dell’IRGC nell’economia iraniana, si può anche citare la sola organizzazione edile dell’IRGC – Khatam al-Anbiya, che è una gigantesca holding in cui e per la quale più di un milione di persone direttamente o indirettamente lavora e conduce numerosi progetti in tutto il paese incluso il settore petrolifero e del gas, il cui valore, anche se convertito in dollari o euro, ammonta a decine di miliardi.
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