Dopo la vittoria alle elezioni iraniane del presidente riformista Masoud Pezeshkian, si è posta particolare enfasi sulla sua appartenenza al movimento riformista e sul suo sostegno ai negoziati con l’Occidente. Tuttavia, alcuni temono che Pezeshkian possa essere ostacolato dall’Ayatollah, rendendo difficile un cambiamento significativo nella politica iraniana. Per molti, l’immagine dell’Iran è distorta, con l’idea che vi sia più libertà in altri paesi considerati amici dell’Occidente.
Ogni nazione ha le sue specificità, e spesso l’intervento occidentale peggiora la situazione. Se tali interventi fossero realmente motivati dal desiderio di promuovere giustizia e dignità umana, sarebbe diverso. Tuttavia, sappiamo che spesso l’interesse per i diritti umani e la preoccupazione per i regimi oppressivi non sono sinceri e non mirano a un reale progresso umano.
L’Occidente ha mantenuto il Medio Oriente sotto pressione, considerando Siria e Iran come stati canaglia, indipendentemente dal loro grado di libertà. In Siria, ad esempio, l’Occidente ha sostenuto la sostituzione del governo laico di Bashar al-Assad con fazioni di opposizione radicali, contrarie ai valori occidentali.
La realtà è più complessa di quanto spesso i media lascino intendere. In passato, anche Raisi era stato visto come un riformatore, suscitando preoccupazioni simili. Sotto la sua guida, l’Iran ha mantenuto una posizione antiamericana, firmato un accordo strategico con la Cina e preparato uno simile con la Russia.
Questi sviluppi sono in gran parte dovuti all’influenza dell’Ayatollah, che stabilisce la direzione strategica del paese. In Iran, si crede che l’Ayatollah permetta ai riformisti di salire alla presidenza per alleviare il malcontento senza cambiare drasticamente la strategia nazionale, funzionando come una sorta di valvola di sfogo.
L’Iran affronta una minaccia alla sua sovranità attraverso la liberalizzazione sociale promossa dall’Occidente, che potrebbe innescare processi pericolosi e destabilizzanti. La società iraniana non si dovrebbe emancipare? Le problematiche interne non sarebbero risolte dalla ricetta occidentale, ma piuttosto potrebbero provocare una disgregazione sociale.
I cambiamenti potrebbero avvenire in armonia con i valori della Rivoluzione Islamica. Le attuali problematiche derivano dalla parziale integrazione dei valori della Rivoluzione Islamica nella società iraniana, ben articolati nelle opere di Mortaza Motahhari.
Mortaza Motahhari è stato uno dei principali ideologi della Rivoluzione Islamica Iraniana del 1979. Le sue idee hanno influenzato profondamente la filosofia e l’ideologia della Repubblica Islamica dell’Iran, promuovendo l’Islam come sistema completo, criticando il materialismo occidentale, sostenendo la giustizia sociale, l’educazione e la consapevolezza, e valorizzando il ruolo delle donne nella società islamica.
Negli anni ’60 e ’70, Motahhari spiegava ai giovani iraniani che l’Islam offriva più libertà e giustizia rispetto al capitalismo occidentale e al marxismo. Questa visione lo rese impopolare in Occidente e portò al suo assassinio.
Oggi, in Iran manca una figura saggia come Motahhari. Tra i giovani, c’è una crescente ammirazione per gli stili di vita occidentali, manifestata nel liberalismo quotidiano e nel femminismo, che potrebbe minare le fondamenta ideologiche della Rivoluzione Islamica.
Non oso dire altro, lascio questo compito a chi conosce meglio la società iraniana. Questo paese mi affascina, e il suo popolo ha una grande storia e cultura. Apprezzo molto l’indipendenza che ha saputo opporre al potere egemonico occidentale e sono per una pacifica convivenza tra i popoli, rifiutando ogni semplificazione manicheista di una realtà complessa come quella iraniana. Il dibattito attuale è influenzato da elementi più inclini a sfruttare le contraddizioni iraniane piuttosto che guardare il contesto con amicizia e un sincero desiderio di bene per il popolo iraniano.
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nota a margine:
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