“Stato islamico” e le “forze democratiche della Siria”, di fatto, sono rappresentanti di una unica struttura

Il portale di informazioni ‘Euphrates Post’ ha pubblicato un video su YouTube in cui un militante delle Forze Democratiche della Siria (SDF) attacca le milizie siriane vicino a Deir ez Zor. Un certo Abu Khaled minaccia di “annientare lo stivale di Bashar” e fa fuoco con la sua mitragliatrice in direzione delle unità siriane.

Questo video costituisce un documento prezioso, che ci fornisce ulteriori conferme e collegamenti. Infatti analizzando le vicende che si stanno srotolando in questi ultime settimane, fa apparire ancora più chiaramente che esistano due estensioni del Syrian Democratic Force (SDF) distinte ma che fanno capo ad unico comando.

Di queste, la prima diramazione è costituita dall’SDF vera e propria formata essenzialmente dai curdi dell’YPG  che ha un profilo basso con il governo siriano. La seconda è formata da elementi dell’ISIS costituita specialmente da elementi delle tribù arabe del posto e militanti transfughi di altre zone in cui è stato raggiunto un accordo. Questa ultima ramificazione – osservando la cronaca quotidiana nell’area – si intuisce che abbia il compito di compiere attentati, di provocare le unità governative (specialmente ad est dell’Eufrate) e di tenere acceso il conflitto.

E’ interessante sapere che AMN riferisce che “fonti militari e analisti militari osservano che le forze curde siriane delle Unità di protezione popolare (YPG) si sono ritirate per lo più dalle zone controllate dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti nella campagna orientale di Deir Ezzor provincia, consegnando il controllo a un’altra milizia partner della coalizione conosciuta come il Deir Ezzor Military Council (DMC)”.

Ricordiamo che il 7 di febbraio le unità ISIS ‘embedded’ all’ SDF hanno inscenato una provocazione che è sfociata nell’intervento – praticamente – con il concorso di tutti tipi di mezzi aerei statunitensi nell’area. Secondo il ministero della Difesa russa, la provocazione è nata da ‘cellule dormienti e mobili dell’ISIS’.

Ricordiamo che nella zona era stato distrutto poco prima dell’attacco del 7 febbraio, l’unico ponte della zona. Si trattava di un ponte di barche costruito a dicembre dal genio pontieri russi. Questo costituisce anche un’altra prova che le forze siriane non erano state portate in zona di recente ma stavano nel loro territorio a nord dell’Eufrate già da parecchi giorni (cioè erano quelle che normalmente vi stazionavano). L’attacco perciò potrebbe significare – accanto ad un chiaro atto di guerra – di indurre l’esercito siriano a lasciare la sponda del fiume che gli USA considerano di loro proprietà.

È chiaro nel video che senza la consapevolezza del sicuro appoggio della coalizione i militanti ISIS / SDF non si arrischierebbero ad azioni così sfrontate.

Nota a margine:

A seguito dell’attacco dell’Air force e dell’artiglieria USA, l’esercito governativo – il 7 di febbraio- ha avuto perdite ingenti. Sono stati coinvolti probabilmente anche contractors russi che svolgono un ruolo ausiliario alle forze di Mosca, impropriamente chiamati dai media ‘mercenari’ (i nomi dei caduti sono stati pubblicati e sono ad oggi 12 ma secondo alcune fonti non confermate potrebbero essere di più). Le unità ausiliarie russe – costituite prevalentemente da ex militari – sono nient’altro che i contractors della società Wagner ma agisce in Siria anche la società Turan. Sicuramente i contractors sono in qualche modo controllate dal comando delle unità regolari russe anche se non sotto il loro comando diretto. La Federazione russa però nega ogni dipendenza ed asserisce addirittura che non ne conosce neanche la consistenza e che essi siano solo ‘privati cittadini’. Queste dichiarazioni sono comprensibili sotto il profilo politico (altrimenti il loro utilizzo non avrebbe ragion d’essere). Del resto sui fronti dove si svolgono guerre asimmetriche questo tipo di ‘soluzione ‘ è stata adottata per prima e su vasta scala dagli Stati Uniti in Iraq (I Blackwater in certi periodi superavano per numero quello delle forze regolari). Non meraviglia allora, data l’insidiosità della guerra siriana – una guerra fatta a colpi bassi, costituiti anche da attacchi economici, campagne politiche sul fronte interno russo, e che utilizza anche gli attentati compreso l’abbattimento di aerei civili di linea –   che i russi stiano studiando una qualche strategia per far fronte alla situazione ed intanto provvisoriamente tamponano, con la ‘negazione plausibile’ adottata continuamente dagli USA. Il clima che si sta generando tra l’opinione pubblica russa è però critico. Neanche a dirlo, naturalmente esso è cavalcato opportunamente da forze eterodirette (addirittura i media USA accusano anche loro, quando è il loro paese il responsabile dell’eccidio).

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