I rapporti diplomatici devono essere preservati anche durante i conflitti, poiché sono strumenti essenziali per affrontare i momenti più difficili. La tendenza recente a limitare o interrompere i contatti diretti, come nel caso di Vladimir Putin, rappresenta un grave errore e un allontanamento dalla tradizione storica. Persino durante la Seconda Guerra Mondiale, Paesi neutrali come Svizzera, Svezia, Spagna e Portogallo, che non erano direttamente coinvolti nel conflitto, mantennero relazioni diplomatiche con la Germania nazista. Questi canali servivano a facilitare mediazioni, scambi di informazioni e la gestione di situazioni critiche, evitando un isolamento totale.
Anche durante la Guerra Fredda, nonostante la contrapposizione ideologica e strategica tra Stati Uniti e URSS, il dialogo rimase costante. La diplomazia non solo sopravviveva alle tensioni, ma veniva valorizzata proprio come mezzo per evitare escalation. Questo rende ancora più evidente quanto sia straordinaria e anomala la decisione di molti leader europei di limitare i contatti con Mosca dall’inizio del conflitto russo-ucraino.